Salve, Regina
Canto liturgico, espressione d'invocazione fiduciosa a Maria Vergine. Ne è autore, secondo la recente critica, il monaco Ermanno il Contratto. morto nel 1054 a Reichenau; i manoscritti rimastici ne fanno una composizione monastica di quell'epoca, anche se in un codice del sec. IX (Codex Augiensis 55) si trova come probatio pennae l'invocazione iniziale: " Salve, regina misericordiae ".
Il testo è letterariamente una prosa ritmica o sequenza, rimata in e; furono aggiunte all'inizio e alla fine le due parole: Mater e Virgo, antitesi cara nel sec. XIII (cfr. Pd XXXIII 1). Il contenuto è dato da un succedersi di frasi imploranti la misericordia divina in questo mondo e la visione di Cristo nella vita eterna, artisticamente espresse negli affreschi delle chiese romaniche.
Melodicamente il testo originale - udito da D. nelle chiese monastiche - era superiore, per sentimento e arte; la melodia fu modificata da varianti successive e resa sillabica, pur con accenti drammatici, dal filippino F. Bourgoing (morto nel 1662).
L'uso liturgico si sviluppò rapidamente; nel sec. XI il Salve regina si cantava come antiphona ad Canticum e cioè al Benedictus (mattina) e al Magnificat (di sera). A Cluny nel 1135 era canto processionale nel giorno dell'Assunta (15 agosto); nel secolo successivo veniva recitato quotidianamente dai cisterciensi (1218), dai domenicani (1230) e dai francescani (1249), per cui al tempo di D. era largamente noto. Negli ultimi secoli ha avuto una notevole bibliografia che ne ha messo in risalto i diversi aspetti.
Il canto del Salve, Regina in Pg VII 82 è intonato nella valletta fiorita dai principi negligenti, in una cornice suggestiva di verde e di fiori. In quanto inno della misericordia e della carità della Madonna verso gli uomini, il canto rappresenta un efficace mezzo di penitenza per anime che peccarono di scarso amore per i propri sudditi trascurando il dovere fondamentale dei reggitori di popoli. In tal senso è sintomatico che taccia Rodolfo, tra tutti il più responsabile di pusillanimità e negligenza, perché non intervenne quando potea / sanar le piaghe c'hanno Italia morta (vv. 94-95).
Bibl. - J.M. Canal, Salve, regina misericordiae; historia y leyendas entorno a esta antifona, Roma 1963; I. Cecchetti, in Encicl. Cattolica X, ibid. 1953, 1719-1721.