regina (reina)
Tra le varie occorrenze di questa parola, presente in tutte le opere volgari di D., relativamente scarsi sono i casi d'impiego proprio: Pg XVII 35 O regina, / perché per ira hai voluto esser nulla?; Pd PVI 133 Quattro figlie ebbe, e ciascuna reina, / Ramondo Beringhiere. In Pg XXVI 78 Cesar, trïunfando, / " Regina " contra sé chiamar s'intese, si allude a ciò che è narrato in Svetonio (Caos. 49), ripreso da Uguccione, circa i rapporti innaturali avuti da Cesare con Nicomede, re di Bitinia. Cfr. anche Fiore XLI 7.
Nell'ambito delle applicazioni metaforiche prevalgono i riferimenti del termine alla Vergine, secondo un uso invalso nel culto mariano, attestato anche dalla tradizione liturgica, come la Salve, Regina (Pg VII 82) e la Regina coeli (Pd XXIII 128) menzionata nel poema.
Tali riferimenti si localizzano in due zone ben distinte della produzione dantesca: da un lato la Vita Nuova, dove essi appaiono ancora vicini alle formule liturgiche originarie (V 1 questa gentilissima sedea in parte ove s'udiano parole de la regina de la gloria; XXVIII 1 lo segnore de la giustizia chiamoe questa gentilissima a gloriare sotto la insegna di quella regina benedetta virgo Maria); dall'altro lato gli ultimi tre canti del Paradiso, dove la rappresentazione della beata corte attualizza in certo senso la metafora, conferendole una coloritura gerarchico-feudale: Pd XXXI 100 la regina del cielo... ne farà ogne grazia, / però ch'i' sono il suo fedel Bernardo, e 116 la regina / cui questo regno è suddito e devoto; cfr. anche XXXII 104, XXXIII 34. (Per uno sviluppo della metafora regale in senso imperiale, cfr. XXXII 119 Quei due che seggon là sù più felici / per esser propinquissimi ad Agusta).
Per opposizione analogica il termine è applicabile a una deità infernale: If IX 44 la regina de l'etterno pianto, ossia Ecate o Proserpina, moglie di Plutone (detta anche la donna che qui regge, X 80).
La metafora può avere inoltre applicazioni nella sfera morale o concettuale: Vn X 2 quella gentilissima, la quale fue... regina de le virtudi (a indicare dominio o possesso); Cv II XII 9 questa donna fu figlia di Dio, regina di tutto, nobilissima e bellissima Filosofia; XIV 20 Tutte scienze [Salomone] chiama regine e drude e ancille; e questa [la Filosofia] chiama colomba: interpretazione, comune nel Medioevo, delle parole di Cant. 6, 7, citate da D. poco sopra: Sessanta sono le regine, e ottanta l'amiche concubine; e de le ancille adolescenti non è numero: una è la colomba mia e la perfetta mia.
La locuzione ‛ farsi r. di ', riferita metaforicamente a un sentimento (ovviamente al femminile), equivale a " insignorirsi, prender possesso di " Rime dubbie XI 4 paura / ... di me si fa regina.