Pole, Reginald
Ecclesiastico e umanista inglese (Stourton Castle, Staffordshire, 1500-Londra 1558). Nato da famiglia dell’antica nobiltà inglese, visitò l’Italia intorno al 1520 e ciò gli consentì di incontrare uomini quali P. Bembo e G. Contarini. Tornato in patria, si trovò coinvolto nella vicenda del divorzio di Enrico VIII. Personalmente contrario allo scioglimento delle nozze, si adoperò tuttavia per ottenere un parere a esso favorevole dai teologi della Sorbona. I dissapori col re lo portarono però a Roma, nel 1532. Paolo III nel 1536 lo volle cardinale e lo inserì in quella commissione di riforma che produsse il Consilium de emendanda Ecclesia. Intanto i suoi aggravati contrasti con Enrico VIII costarono ai suoi familiari una dura persecuzione: un fratello fu incarcerato alla fine degli anni Trenta e la madre fu giustiziata dopo una dura detenzione. Favorevole al dialogo con i protestanti, P., inviato a Viterbo quale legato, nel 1541, divenne protettore di quel circolo degli Spirituali, ispirati dalla dottrina di J. de Valdés, che auspicavano una radicale riforma della Chiesa; del cenacolo facevano parte G. Morone, P. Carnesecchi e le gentildonne V. Colonna e G. Gongaza. Legato papale al Concilio di Trento (1545), non riuscì a far prevalere le sue posizioni. Il conclave del 1549 lo vide sconfitto per pochissimo e a determinare ciò furono le denunce che contro di lui presentarono i membri del Sant’Uffizio. Emarginato e perseguitato da Paolo IV, nel 1555 riparò in patria, dove divenne consigliere di Maria Tudor, che lo nominò arcivescovo di Canterbury (1556). Ciò non lo salvò dalle attenzioni di papa Carafa, che lo sottopose al giudizio del Sant’Uffizio. P., che era comunque protetto dalla benevolenza della sua sovrana, morì durante il processo.