ARTICHE, REGIONI (IV, p. 680 e App. I, p. 165)
La questione del confine da assegnarsi alla regione polare artica è stata nuovamente oggetto di disamina recente. La calotta delimitata dal Circolo Polare ha, come è noto, un'area di circa 21,2 milioni di kmq. (cioè circa il 4% della superficie terrestre); ma da tempo si è riconosciuto che al limite astronomico è da preferirsi un limite climatico e, come tale, viene accolta generalmente, secondo una proposta che risale ad A. Supan, l'isoterma di + 10° del mese più caldo, che ha anche un valore biogeografico perché coincide all'incirca col limite polare della vegetazione arborea. In base al decorso di quella isoterma, l'area della regione artica veniva calcolata in 18,5 milioni di chilometri quadrati (H. Rudolphi, 1926). Ma una carta, costruita da L. Breitfuss in base a dati più recenti, mostra un tracciato notevolmente diverso di quella isoterma, specie nell'Atlantico settentrionale, dove essa passa molto a sud dell'Islanda e della Groenlandia; l'area suddetta risulta pertanto maggiore, pari cioè a circa 26,4 milioni di kmq., secondo calcoli planimetrici assai accurati di T. Stocks (1941).
L'esplorazione della regione artica ha proceduto attivamente negli ultimi anni da parte di Inglesi, Canadesi, Scandinavi e Sovietici, e con l'impiego dei mezzi più recenti, tra i quali hanno il primo posto, da un lato i rompighiaccio, dall'altro gli aerei. Il passaggio del Nord-Est viene da navi russe ripetuto ormai con frequenza anche in un solo periodo estivo, come è avvenuto nel 1934 nel senso est-ovest (da Vladivostok a Murmansk in 83 giorni) e nel 1935 in senso ovest-est (piroscafo Vanzetti). Nel 1937-38 la nave Sadko, appartenente ad una spedizione diretta da K. Samoilevič, veniva chiusa fra i ghiacci presso la Nuova Siberia e trascinata per lungo tempo alla deriva, ed uguale sorte toccava al rompighiaccio Sedov il 27 ottobre 1937 a 75°21′ N. e a circa 132°15′ E. Esso era trasportato verso ovest lungo una rotta analoga a quella della Fram di Nansen, ma più settentrionale ed anche più tortuosa, e riusciva a liberarsi solo il 13 gennaio 1940, in un punto a NO. delle Svalbard, dopo ben 27 mesi di deriva. Durante il viaggio furono effettuate importantissime osservazioni meteorologiche e idrografiche e misure di profondità nel mare Artico, che raggiunsero la quota di m. 5180.
Nella zona a nord dell'America sono da ricordare le due spedizioni dirette da T. H. Manning (1933-35 e 1936-37) nel Bacino Fox, nell'isola Southampton (all'ingresso della B. di Hudson) e regioni adiacenti, completate dalla spedizione anglo-canadese diretta da R. Bentham (1936-39); inoltre le ricerche di R. Bettancy nella Terra di Baffin (1942), ecc. Nel 1937 la nave pattuglia canadese Nascopie ha potuto effettuare il passaggio di Nord-Ovest per una via più breve di quella dell'Amundsen (1903-05), passando cioè per l'angusto Stretto di Bellot fra la penisola di Boothia Felix e l'isola Somerset. Il passaggio di NO. in direzione inversa (ovest-est) è stato effettuato per la prima volta dal piccolo battello St. Rouch che, partito da Vancouver il 21 giugno 1940, è arrivato, dopo aver superato difficoltà assai dure, a Sidney nell'isola Capo Breton, l'8 ottobre 1942. Ripartito poi da Halifax il 22 luglio 1944, lo stesso battello, percorrendo la via Baia di Baffin - Stretto di Lancaster - Stretto di Barrow - Bacino Melville - Stretto Principe di Galles, raggiunse le coste dell'Alasca, e il 16 ottobre era a Vancouver.
I mezzi aerei furono largamente impiegati dai Sovietici per raggiungere e trasvolare il Polo. Nel solo anno 1937 si ebbero ben nove trasvolate, più o meno riuscite, a cominciare da quella di P. Golovin, partita dalla Terra di Francesco Giuseppe (5 maggio). La più importante fu la spedizione sovietica sotto la direzione di Otto Schmidt, che il 21 maggio dalla Terra di Francesco Giuseppe raggiunse il Polo e vi discese deponendovi una stazione scientifica diretta da I. Papanin; la trasvolata fu poi proseguita, mentre la spedizione iniziava il 6 giugno una deriva sul ghiaccio, terminata il 19 febbraio 1938 sulla costa est della Groenlandia a circa 70°54′ N., dove il Papanin e i suoi collaboratori venivano liberati da due rompighiaccio sovietici; importantissimi materiali furono raccolti nel campo meteorologico, idrografico e geografico. Altri sorvoli del Polo compivano Masuruk e Molokov (26 maggio), Alieksen (28 maggio), poi V. Čkalov (19 giugno) e M. Gronov (13 luglio), in voli diretti da Mosca agli Stati Uniti. Invece il pilota S. Levanevskij, partito da Mosca il 13 agosto per compiere un analogo volo, si perdette senza lasciar traccia di sé. Alla sua ricerca mosse H. Wilkins, che sorvolò una vastissima area tra il Mare di Beaufort e il Polo, per l'innanzi sconosciuta, senza avvistare alcuna terra; altre vane ricerche compirono M. Vodopjanov (7 ottobre 1937) e J. Moskovskii (4 aprile 1938), con altri due voli sul Polo (in partenza dalla Terra di Francesco Giuseppe).
Nel 1944 furono effettuate altre due spedizioni aeree sulla regione a nord e a nord-ovest dell'arcipelago della Nuova Siberia per l'esplorazione di alcune aree ancora ignote (Katov, decollato dalle foci dell'Indigirka il 14 luglio, e Zadovkij decollato dalla foce del Lena il 25 agosto); non fu avvistata traccia dell'ipotetica Terra di Sannikov né di altre terre.
Il 17 maggio 1945 il Polo fu nuovamente raggiunto dall'aviatore inglese Mac Kinley partito da una base navale nell'Islanda. Il 29 settembre 1945 il pilota Tittov, partito da Mosca, raggiungeva il Capo Čeljuskin e di qui, per la Terra del Nord, si spingeva sul Polo (2 ottobre) ritornando poi alla stazione di Ciokurdak, alla foce dell'Indighirka. Alla fine di febbraio del 1947 A. Ossipov, partito da Arcangelo, sorvolava l'intera regione costiera della Siberia, facendo scalo in tutte le basi scientifiche sovietiche dell'Artide fino alla Baia della Provvidenza nella penisola dei Ciukci.
Tra le spedizioni aeree di raggio più limitato sono da ricordare quella dell'università di Oxford sulle Svalbard (1935-36), i cui risultati furono completati da un'altra spedizione aerea norvegese nel 1938; i voli dell'aereo inglese Lancaster Aries nella zona compresa fra il Polo geografico e il Polo magnetico (1945); quello della superfortezza volante statunitense Pacusan Dreamboat, diretto a precisare la situazione del Polo magnetico (5 ottobre 1946), che sembra considerevolmente spostato verso nord rispetto alla posizione finora ammessa in base alle determinazioni di Amundsen.
Le trasvolate degli ultimi dieci anni hanno condotto al riconoscimento di tutti, si può dire, gli spazî finora ignoti dell'Artide, ed ormai si può affermare che è esclusa la possibilità di scoperte di nuove terre, ad eccezione forse di isole di piccola estensione.
Molti nuovi dati sono stati acquisiti soprattntto sulle condizioni meteorologiche e talassografiche del bacino artico, come pure sul regime dei ghiacci, ecc. Un accertamento di notevole interesse, confermato anche dall'esame critico, sistematico, dei dati delle osservazioni meteorologiche di un numero sempre crescente di stazioni, è questo: che in complesso, pur attraverso oscillazioni varie, i ghiacci sull'Artide sono dal principio di questo secolo in ritiro: la ragione è forse da ricercarsi in un aumento, sia pure lievissimo, delle temperature medie. Non è escluso che a questo ritiro dei ghiacci si debba la maggior facilità con la quale in tempi recenti si sono effettuate imprese, quali i passaggi marittimi del Nord-Est e del NordOvest, che in passato offrivano ostacoli pressoché insormontabili. Anche la maggiore accessibilità di alcuni distretti di pesca (o di caccia di animali marini) potrebbe essere connessa con questo fenomeno.
Le stazioni permanenti costruite per scopi scientifici nelle regioni artiche si sono moltiplicate soprattutto per opera dei Russi. Stazioni od osservatorî polari esistono oggi sulla Terra di Francesco Giuseppe, sulla costa est della Novaja Zemlja, nell'isola Dickson (estuario dello Jenissei), presso il C. Čeljuskin, alla foce del Lena, alla foce dell'Indigirka, nell'isola Wrangel. Queste stazioni sono collegate, mediante servizî aerei regolari, alla rete aerea principale russo-siberiana.
Anche nel Canada e nell'arcipelago artico fanno capo oggi linee aeree e l'Islanda è divenuta un appoggio importante per le trasvolate atlantiche a latitudini elevate. Non è perciò da meravigliare che si presenti ormai in termini concreti la possibilità che il Mare Artico, che è un vero e proprio mediterraneo, diventi in un prossimo avvenire un'area di sorvolo per linee aeree regolari fra l'Eurasia e l'America del Nord. Basti riflettere che la rotta più breve fra Mosca e Chicago attraversa la Groenlandia, quella fra Chicago e Tōkyō passa a nord dello Stretto di Bering, quella fra Roma e Tōkyō sorvola l'estuario dell'Ob, quella fra Roma e S. Francisco passa un po' a nord dell'Islanda, ecc.
Le condizioni meteorologiche sull'Artide sono spesso più favorevoli, in media, che non in alcune zone a latitudini intermedie, oggi più frequentate dalla navigazione aerea; a 9 km. di altezza si hanno già le condizioni di stabilità, assenza di nubi, temperature costanti, ecc. propizie ai voli stratosferici.
Le condizioni dì abitabilità delle regioni artiche appaiono, oggi, indubbiamente migliori che non cinquant'anni fa e le stazioni di appoggio si vanno moltiplicando. Le considerazioni ora fatte sono da tenersi presenti anche per l'eventualità di future guerre aeree, per cui il valore strategico dell'Artide viene sempre più messo in rilievo.
La divisione dell'Artide in settori politici può dirsi completa e tutta la regione è entrata ormai nel quadro politico mondiale.
Il periodo estivo è il meno favorevole alla utilizzazione delle basi aeree dell'Artico a causa delle frequenti fitte nebbie. Le rotte aeree dell'Artico, più che attraversare direttamente la regione polare, la circuiscono congiungendo le estreme basi siberiane della penisola Kamčatka con l'Alasca e le estreme basi europee (russe e norvegesi), attraverso l'Islanda e la Groenlandia, con le regioni orientali del Canada.
Circa la metà del perimetro costiero di questo mare mediterraneo artico è occupato dalle coste russe, siberiane ed europee. L' URSS ha avanguardie negli arcipelaghi della Nuova Siberia, della Terra del Nord, della Novaja Zemlja, della Terra di Francesco Giuseppe. Quest'ultima ha importanza militare come terra russa più avanzata sulle rotte dirette verso l'America occidentale e come terra più vicina alle isole norvegesi dello Spitzbergen (Svalbard), le quali hanno ancor maggiore importanza, militare ed economica, sia perché più avanzate verso l'America, sia perché sono più grandi ed abitabili e hanno le coste occidentali di regola libere dai ghiacci anche durante l'inverno. Fra le Svalbard e la Groenlandia il mare di Norvegia si apre lungo le coste norvegesi verso le Isole Britanniche.
Il complesso americano inizia oltre il mare di Norvegia con l'estrema isola europea, l'Islanda, dove si trova la grande base aerea di Reykjavík (campi di Reykjavík e di Keflavis) e, attraverso la Groenlandia e le desolate regioni settentrionali del Canada (militarmente notevoli per le risorse di uranio che si trovano immediatamente a sud del circolo artico nelle regioni dei laghi Great Bear e Hottah), si chiude con l'Alasca e lo stretto di Bering sulla Siberia.
Il Canada ha costruito a Chalk River (un centinaio di miglia ad ovest di Ottawa) un impianto per la manipolazione e la conservazione del plutonio, elemento essenziale dei proietti atomici. Impianti simili esistono negli Stati Uniti a Richland (a sud del confine con il Canada, a circa duecento miglia dalle coste del Pacifico) e a Oak Ridge (nel Tennessee).
I grandi aerei da bombardamento esamotori (tipo B. 36), che gli S.U. hanno immesso in servizio nel 1948, hanno una autonomia di 10.000 miglia ed una velocità di 300 miglia orarie. Naturalmente non si deve adottare la misura di 5000 miglia come raggio d'azione efficace degli aerei moderni; ma, considerando anche raggi di 3-4 mila miglia, l'Artico può esser agevolmente sorvolato andata e ritorno senza scalo.
Le zone di grande interesse economico - oggi coincidenti con i grandi obbiettivi di interesse militare - che posson esser collegate, od offese, attraverso l'Artico sono: a) nella Russia asiatica: l'alto bacino del fiume Ob (Omsk, Kuzneck, Novosibirsk); b) nella Russia europea: la zona industriale e politica Mosca-Leningrado e la zona industriale e petrolifera Caspio-Urali (fiume Emba) e Caspio-Mar Nero; negli S.U.: i grandi centri verso l'Atlantico e verso il Pacifico.
Tenuto presente questo, si constata che dalle basi siberiane si può raggiungere S. Francisco con un percorso di 3600-3700 miglia, ma con rotte che passano a portata efficace dei caccia americani dislocati nelle basi delle isole Aleutine e dell'Alasca. Da Murmansk per raggiungere la zona di New York ci vogliono più di 4000 miglia e sono già troppe anche per gli aerei moderni.
Le distanze, però, si accorciano di 200 miglia partendo dalla Terra di Francesco Giuseppe, di 300 partendo dalle coste nord della Norvegia e dalle estreme regioni della Finlandia, di 600 partendo dalle Svalbard norvegesi. Questo spiega l'interesse militare contingente delle regioni finniche e norvegesi.
Come già nell'Estremo Oriente le basi della Alasca, così di fronte al mare norvegese le basi della Groenlandia hanno, per l'America, funzione di trincea difensiva.
Gli obbiettivi siberiani dell'alto bacino del fiume Ob distano 3700 miglia dalle basi della Alasca, ma solo 3300 da quelle islandesi e da quelle inglesi. Meno dista Mosca (Mosca-Londra circa 1600 miglia e 2100 Mosca-Reykjavík). Più vicina ancora è Leningrado.
A tutela di tutti questi obbiettivi le regioni norvegesi potrebbero assolvere la stessa funzione difensiva che, nei riguardi dell'America, assolve la Groenlandia. Questo, s'intende, solo per le rotte nordiche, in quanto gli Anglosassoni hanno disposto altre importanti basi sulle coste africane del Mediterraneo, nel Medio Oriente, nell'India, nella Cina e nel Giappone, basi dalle quali gli obbiettivi russi possono esser colpiti con percorsi molto più brevi e più redditizî.
Ne consegue pertanto che, mentre le regioni artiche hanno per l'America interesse preminentemente difensivo, per l'URSS hanno interesse soprattutto offensivo come sola pedana dalla quale siano raggiungibili le zone vitali degli Stati Uniti e del Canada.
Bibl.: O. M. Smith, Le statut juridique des terres polaires, Parigi 1934; H. H. Houben, L'appel du Nord. Les aventures et les héroïsmes des explorateurs du monde arctique, trad. di G. Montandon, Parigi 1936; T. A. Taracouzio, Soviets in the Arctic: An historical, economic, and political study in the Soviet advance into the Arctic, New York 1938; L. Breitfuss, Arktis. Der derzeitige Stand unserer Kenntnisse über die Erforschung der Nordpolargebiete (con carte al 10 milioni e cronologia delle esplorazioni degli ultimi dieci anni), Berlino 1939; id., Das Nordpolargebiet. Seine Natur, Bedeutung und Erforschung, Berlino 1940; G. Wust, Die morphologische und ozeanographische Verhältnisse des Nordpolarbeckens, Berlino 1942 (con carta del bacino); Vilh. Stefannson, The friendly Arctic, New York 1943.