Reichsfilmkammer
Ente governativo tedesco di direzione e controllo dell'attività cinematografica, nonché corporazione di tutti gli addetti del settore, costituito nel giugno del 1933 per iniziativa di P.J. Goebbels, all'epoca ministro del Terzo Reich per la cultura e per la propaganda. L'ente, che rientrava nella concezione nazista di organizzazione corporativa del mondo del lavoro, faceva capo a un organismo superiore, la Reichskulturkammer, presieduta dallo stesso Goebbels.Il controllo del cinema rappresentò fin dall'inizio degli anni Trenta un obiettivo primario per la NSDAP (National-Sozialistische Deutsche Arbeiterpartei), che aveva a tale scopo attuato una sistematica infiltrazione nella UFA, la principale società di produzione cinematografica tedesca. Fin dai suoi primi discorsi dopo la presa del potere da parte del Partito nazionalsocialista (marzo 1933), Goebbels aveva dichiarato che il film tedesco aveva la missione di conquistare il mondo, di diventare l'avanguardia delle truppe naziste. Auspicava la produzione di opere dai significati netti e "dai contorni razziali senza sbavature", che mostrassero uomini e ambienti nella loro realtà; la principale aspirazione della politica cinematografica nazista doveva essere non già la mera produzione di film di propaganda, bensì la realizzazione di un'"arte di tendenza", propaganda invisibile derivante dalla sovrapposizione di messaggio politico e forme cinematografiche popolari, d'intrattenimento e di evasione. Pur tuttavia, nei servizi di propaganda, sotto la diretta supervisione della R., venne assorbito anche il Deutsche Wochenschau, il cinegiornale ufficiale tedesco attivo sin dal primo dopoguerra.
La R. era divisa in dieci sezioni, che coprivano tutti i settori dell'industria cinematografica; l'iscrizione era obbligatoria per chiunque lavorasse nel campo. In tal modo essa divenne lo strumento dell'epurazione di elementi indesiderati (comunisti o non ariani), senza la creazione di una legge specifica. La R. controllava e orientava l'intero processo produttivo: dall'ideazione (esercitava infatti un controllo non solo sul film finito, ma anche su soggetti e sceneggiature, che venivano vagliati, elaborati ed eventualmente censurati) alla distribuzione (mediante la regolazione dei prezzi e la gestione dei circuiti di proiezione). Di fatto per suo tramite il Ministero per la cultura e per la propaganda esercitava il suo controllo politico sull'industria cinematografica.Con la progressiva occupazione di molti Paesi europei, dalla Polonia all'Olanda, dal Belgio alla Francia, durante la Seconda guerra mondiale, la R., mediante la Chambre internationale du film, giunse nel 1942 a controllare la produzione cinematografica di gran parte dell'Europa, a esclusione, in primo luogo, dei Paesi nemici (l'Unione Sovietica e la Gran Bretagna) e dell'alleata Italia.
G. Albrecht, Nationalsozialistische Filmpolitik; eine soziologische Untersuchung über die Spielfilme des Dritten Reichs, Stuttgart 1969.
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