Scrittore polacco (Żórawno, Halicz, 1505 - Rejowiec, Lublino, 1569). Proveniente dalla piccola nobiltà, autodidatta, si formò al servizio di famiglie aristocratiche; partigiano del movimento nobiliare tendente a limitare i diritti della corona e il potere dell'aristocrazia, fu al tempo stesso un acceso fautore della Riforma. Diede espressione letteraria al suo programma politico-sociale nella Krótka rozprawa między trzema osobami: panem, wójtem i plebanem ("Breve disputa fra tre persone: il signore, il sindaco e il parroco", 1543); e più tardi nello Zwierciadło ("Specchio", 1567-68), la sua opera più popolare. Passato nel 1541 al luteranismo, poi al calvinismo, difese al sejm gli interessi della "confessio helvetica"; tradusse i salmi di David (1546) e compose opere edificanti: Żywot Józefa ("Vita di Giuseppe", 1545), Kupiec ("Il mercante", 1549). L'opera più significativa, non priva a tratti di pregi poetici, è Wizerunek własny żywota człowieka poczciwego ("Fedele immagine della vita del galantuomo", 1558), volta poi in prosa: R. vi disegnò il modello ideale del gentiluomo di campagna, geloso delle tradizioni e dei costumi nazionali, insidiati dal nuovo cosmopolitismo rinascimentale. Ricchi di umorismo sono i suoi epigrammi, raccolti sotto il titolo di Zwierzyniec ("Serraglio", 1562).