religione
Nella sua accezione oggi consueta ricorre solo in due passi del Convivio, più per alludere a un complesso di credenze e di sentimenti che non a un organico sistema di dogmi e di riti: nella nobiltà rilucono le buone disposizioni da natura date, cioè pietade e religione (IV XIX 5).
Più numerose le occorrenze del Fiore, dove l'uso del vocabolo è suggerito dall'aspra polemica condotta contro gli ordini monastici da Falsembiante, e dal concetto, già largamente svolto da Jean de Meung nel Roman de la Rose e più volte ripreso nella parte centrale del poemetto; che la. r. non consiste nelle pratiche ascetiche, più o meno sincere, dei frati, bensì nel sentimento intimo e nelle opere buone: XCI 2 in cuor umile e piano / santa religïon grana e fiorisce; XC 12, XCIV 6 e 14.
Secondo un'accezione comune nella lingua del tempo (cfr. ad es. G. Villani IV 16 " fu il primo edificatore della badia, e della religione dell'Ordine di Vallombrosa "), vale " ordine monastico ", " regola di un ordine " o, più genericamente, " vita monastica " Cv IV XXVIII 8 questi nobili... ne la loro lunga etade a religione si rendero, " si fecero frati ", e 9 (‛ tornare a r. ', due volte); Pd XI 93 [s. Francesco] regalmente sua dura intenzione / ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe / primo sigillo a sua religïone, ottenne l'approvazione alla propria " regola "; e così VIII 145, Fiore CIII 3 e 4 (dove il vocabolo compare con il significato di " ordini religiosi " la prima volta, e di " vita monastica " la seconda).
Altro esempio di replicazione in accezioni diverse si ha in Cv IV IV 6 Questo vedemo ne le religioni, ne li esserciti, in tutte quelle cose che sono.., a fine ordinate. Per che... vedere si può che a perfezione de la universale religione de la umana spezie conviene essere uno... che... a li diversi... offici ordinare abbia.. universale... officio di comandare. Che nel primo esempio il vocabolo abbia il valore di " ordini religiosi " è indubbio; molte perplessità suscitò invece in passato l'interpretazione della seconda occorrenza, alla quale gli Editori Milanesi e il Giuliani, anche in considerazione della derivazione del vocabolo da religare, attribuirono il significato di " vincolo ", mentre il Flamini propose addirittura di emendare religione in condizione o disposizione. Tutti gli editori più recenti sono concordi nell'accettare la spiegazione del Busnelli, il quale ha osservato che D., replicando il vocabolo precedentemente usato, lo adopera nel senso più lato di " società ", già compreso in quello di " ordine religioso "; senso generico e traslato, che l'aggettivo universale e il complemento de la umana spezie contribuiscono a precisare.
Discussa è anche l'interpretazione di Pg XXI 41 Cosa non è che sanza / ordine senta la religïone / de la montagna. Alcuni (Del Lungo, Mattalia) ritengono, probabilmente a ragione, l'espressione ricalcata su quelle virgiliane " religio … loci " (Aen. VIII 349-350) e " aetheris alti religio " (XII 181-182), spiegandola " il religioso assetto del Purgatorio "; secondo il Porena (con rimando a Cv IV IV 6) varrebbe " collettività fraterna ", " ordine religioso ", e servirebbe a indicare non la montagna del Purgatorio, ma gli spiriti che ivi si purgano; il Torraca, infine, ricordandosi del sacro monte di Pg XIX 38, giudica la locuzione un'endiadi e interpreta " il santo monte ".