RELIQUIARIO
. Oggetto che serve a custodire le reliquie e che perciò ha grande importanza nella oreficeria sacra. Reliquiarî furono in uso fino dai primi tempi del Medioevo, come testimonia il Liber Pontificalis, ed ebbero poi forma varia nei secoli. L'oreficeria barbarica ne compose di forma pentagonale, coperti di gemme (cattedrale di Monza; reliquiario di Enger nello Schloss-Museum di Berlino); il tesoro del Sancta Sanctorum (Vaticano, Museo cristiano) ne contiene di forme diversissime. Nel Medioevo inoltrato furono frequentemente a cassettina, ornata di rilievi; e questa forma si sviluppò riflettendo l'architettura delle chiese romaniche e gotiche fino a proporzioni assai grandi, quando il reliquiario doveva custodire il corpo del santo: ricordiamo fra i tanti reliquiarî architettonici quello di S. Geltrude a Nivelles, quello marmoreo del Battista nella cattedrale di Genova, quello di S. Agata nella cattedrale di Catania, quello di S. Sebaldo a Norimberga, ecc. L'arte del Rinascimento ritornò qualche volta a più semplici forme di arche (urna del Ghiberti per le reliquie di S. Zanobi), ma i motivi architettonici seguitarono sempre ad avere fortuna, mutandosi secondo il gusto delle diverse epoche.
Già nel periodo romanico, e poi nel gotico, furono in uso reliquiarî in forma di busto, come poi nel Rinascimento e fino ad oggi (busto di S. Zanobi nel duomo di Firenze; di S. Agata a Catania; di S. Andrea ad Amalfi, ecc.): e codesta forma fu sovente determinata dal genere della reliquia-cranio, o parti di cranio come per tanti altri reliquiarî che dall'arto che custodivano ebbero forma di braccio, di costola, di tibia, ecc. (reliquiario in forma di costola nel tesoro di Notre-Dame di Namur, di Ugo de Oignies; bracci reliquiarî a Messina, ad Aosta, ecc.). Altre forme diverse ebbero i reliquiarî quando si preferì porre le reliquie in una teca di cristallo in modo che fossero visibili e l'arte gotica prodigò forme elegantissime in questo tipo (reliquiarî di S. Savino ad Orvieto, di S. Galgano a Siena, ecc.). Nel Rinascimento fu più raro l'uso delle teche di cristallo. Spesso le reliquie della S. Croce furono conservate in reliquiarî a forma di croce (reliquiarî del Sancta Sanctorum nel Museo cristiano vaticano, ecc.).
Furono in uso già nei primi secoli del Medioevo reliquiarî portatili, sia per trasportare reliquie da luoghi e da santuarî celebri (fialette di Monza; fialette di S. Menna, ecc.), sia da tenere sulla persona ("encolpî"). Specie in quest'uso il reliquiario fu anche oggetto di gioielleria, e soprattutto nel periodo gesuitico fu usato in forma di pendente, prezioso per materia e per ornati.
V. tavv. III-VI.
Bibl.: A. Venturi, Storia dell'arte italiana, Milano 1901 segg.; A. Michel, Histoire de l'art, Parigi 1904 segg.; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, Torino 1927; M. Accascina, Oreficeria italiana, Firenze 1934; G. Lehnert, Illustrierte Geschichte des Kunstgewerbes, Berlino 1907-1908; Th. Bossert, Geschichte des Kunstgewerbes, V, ivi 1932.