KOOLHAAS, Rem (propr. Remment Lucas)
Architetto, urbanista e teorico neerlandese, nato a Rotterdam il 17 novembre 1944. Tra i più autorevoli teorici dell’architettura e della città contemporanea, nel 2008 è stato incluso dalla rivista «Time» tra i cento personaggi più influenti al mondo. Gli sono stati assegnati il Pritzker prize nel 2000, il Praemium imperiale nel 2003, la Gold medal del RIBA (Royal Institute of British Architects) nel 2004, il premio Mies van Der Rohe nel 2005, il Leone d’oro alla carriera della XII Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia nel 2010, lo Johannes Vermeer Prijs nel 2013.
Ancora prima di fondare, nel 1975, con Madelon Vriesendorp ed Elia e Zoe Zenghelis, il suo primo studio londinese OMA (Office of Metropolitan Architecture) – frutto della sua formazione architettonica maturata all’Architectural Association di Londra (1969-72) e alla Cornell University di Ithaca, New York (1972-73) – K., sulle orme paterne, aveva già intrapreso una carriera da scrittore e giornalista. Di quella passione sono testimonianza i suoi numerosi libri, tra cui Delirious New York (1978), S,M,L,XL (1995), Mutations (2001), Al Manakh. Gulf continued (2010), Project Japan. Metabolism talks... (2011), tradotti in molte lingue e più volte ristampati.
Attratto da discipline che includono la politica, l’editoria, i media, la tecnologia, le energie rinnovabili, la moda e la sociologia, nel 1998, in partnership con il Columbia Laboratory for architectural broadcasting, ha creato l’unità di ricerca AMO come piattaforma dedicata alla ricaduta del pensiero architettonico in campi extrarchitettonici. Nel 2005 ha fondato inoltre, con Mark Wigley e Ole Bouman, la rivista «Volume», con l’obiettivo di offrire una panoramica globale della ricerca più avanzata sull’architettura e sul design. Propenso a lanciare slogan dal forte impatto mediatico, di lui si è spesso parlato come di un copywriter. Gli si deve l’utilizzo, ormai d’uso comune nel linguaggio della critica architettonica, di termini e neologismi quali: junk space (letteralmente «spazio spazzatura», dal titolo di un saggio, pubblicato nel 2001, che discute l’ingovernabilità progettuale dello spazio pubblico contemporaneo), manhattanism (l’ideologia urbana propria di Manhattan vista come paradigma per l’esplorazione scientifica e creativa della condizione metropolitana moderna in termini di alta densità e congestione urbana), generic city (riferito alla proliferazione, spesso priva di qualità architettonica e urbana, della città contemporanea), bigness o iper-architecture (termini che indicano la grande dimensione, spesso priva di precedenti storici, propria di molti interventi architettonici più recenti).
Professor in practice of architecture and urban design presso la Graduate School of design della Harvard University, ha collaborato, fra l’altro, con lo Strelka Institute di Mosca e l’Institute for architecture and urban studies di New York. Nel 2014 è stato direttore della XIV Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. Frutto di due anni di ricerche condotte con la Harvard Graduate School of design, la mostra, dall’emblematico titolo Fundamentals, ha indagato gli elementi del fare architettonico della modernità attraverso tre esposizioni: Absorbing modernity 1914-2014, Elements of architecture e Monditalia.
La sua attività professionale si è tradotta in una lunga serie di importanti progetti che hanno visto impegnate le diverse sedi di OMA a Rotterdam, New York, Pechino, Hong Kong e Doha. Fra le migliori realizzazioni degli ultimi anni si segnalano: la nuova sede per la CCTV (China Central TeleVision, 2002) a Pechino; la Seattle Central Library (2004) a Seattle; il Seoul National University Museum of art, a Seoul (2005); la Milstein Hall del Cornell College of architecture, art and planning (2006) a Ithaca, New York; la nuova sede della Rothschild Bank (2006) a Londra; il Maggie’s Centre di Gartnavel (2008) a Glasgow; il Dee and Charles Wyly Theater (2009) a Dallas; gli uffici della McKinsey & Company (2011) a Hong Kong; la sede di G-Star (2012) ad Amsterdam; la torre della Shenzhen Stock Exchange (2013) a Shenzhen in Cina.
Bibliografia: H. Sinning, More is more. OMA/Rem Koolhaas, Tübingen 2000; N. Takiguchi, The Rem Koolhaas file, Tokyo 2004; OMA Rem Koolhaas II, Madrid 2007; R. Gargiani, Rem Koolhaas/OMA. The construction of merveilles, Londra 2008; A. Yaneva, Made by the Office for metropolitan architecture. An ethnography of design, Rotterdam 2009.