CANTAGALLINA, Remigio
Pittore e incisore toscano. Sono ignote le date estreme della sua vita. La sua attività si svolse tra il 1603 e il 1635, specialmente a Firenze, ma egli lavorò anche a Sansepolcro e in una stampa dichiara di essere nativo di quella città. Qui dipinse, sicuramente nel 1604, insieme col fratello Antonio, una Ultima cena nel refettorio del convento di S. Bartolomeo, oggi conservatorio, pittura ad olio su tela di scarso valore artistico. Fra le sue stampe sono preferibili la serie dei 12 paesaggi e dei 7 con le date del 1603, e ove sono visibili le derivazioni di Paolo Brill, le affinità con il Della Bella e particolarmente con Iacopo Callot che il C. aiutò e istradò quando era a Firenze. Del 1605 è il S. Francesco languente sostenuto da due angeli, e del 1607 è l'Assedio di Bona. Nel 1608 incide gli Intermedî teatrali e la Battaglia navale sull'Arno con le navi degli Argonauti alla conquista del vello d'oro da invenzioni del suo maestro Giulio Parigi. Del 1609 sono il Ritorno di Tobia, Cristo e la Samaritana. Dopo questa data la cronologia delle sue incisioni procede a sbalzi, e da alcuni paesaggi del 1624 si passa ai Due viaggiatori, l'uno in piedi, l'altro a cavallo su una strada, con la data del 1635.
Antonio, suo fratello, fu architetto; e risulta che fornì il disegno della chiesa di S. Marta delle Cappuccine in Sansepolcro. Pare che alla morte di Alberto Alberti, avvenuta nel 1599, egli riprendesse i lavori della loggia del Palazzo delle laudi nella stessa città e li finisse nel 1609.
Gian Francesco, altro fratello, che sembra sia morto nel 1656, esercitò l'ingegneria militare, e a lui furono attribuite le fortificazioni di Livorno e Gaeta.
Bibl.: P. Kristeller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con bibl. precedente); O. H. Giglioli, Sansepolcro, Firenze 1921, pp. 6, 13, 28, 30, 43.