CESARINI, Renato
Italia-Argentina. Senigallia (Ancona), 11 aprile 1906-Buenos Aires (Argentina), 24 marzo 1969 • Ruolo: centrocampista • Esordio in serie A: 23 febbraio 1930 (Napoli-Juventus, 2-2) • Squadre di appartenenza: 1926-27: Chacarita Juniors; 1928: Alvear; 1929: Ferrocarril; febbraio 1930-35: Juventus; 1936: Chacarita; 1936-37: River Plate • In nazionale argentina: 2 presenze e 1 rete (esordio: 29 maggio 1926, Argentina-Paraguay, 2-1) • In nazionale italiana: 11 presenze e 3 reti (esordio: 25 gennaio 1931, Italia-Francia, 5-0) • Vittorie: 5 Campionati italiani (1930-31, 1931-32, 1932-33, 1933-34, 1934-35), 2 Campionati argentini (1936, 1937) • Carriera di allenatore: River Plate (giovanili, 1938-44), River Plate (1945), Racing (1946), Juventus (1946-48), Banfield (1949), Boca Juniors (1950), River Plate (giovanili, 1950-58), Juventus (1959-60), UNAM (1962-65), River Plate (1965-66), nazionale argentina (1967-68), Huracan (1968-69) • Vittorie: 1 Campionato argentino (1945), 1 Campionato italiano (1959-60)
Emigrato in Argentina a nove mesi, iniziò a giocare in epoca ancora amatoriale nelle file di Chacarita, Alvear e Ferrocarril. Nel 1930 riattraversò l'Atlantico e diede inizio alla sua carriera italiana: giocò per cinque stagioni e mezzo nella Juventus, all'epoca dei cinque scudetti consecutivi, e vestì la maglia della nazionale per tre anni. Proprio a un gol segnato in azzurro allo scoccare del 90′ (Italia-Ungheria del 13 dicembre 1931 a Torino, 3-2) è legata la sua popolarità: da allora infatti per le reti segnate negli ultimi minuti di una partita si usa il termine 'zona Cesarini'. Giocatore di buona tecnica, scaltro e mobilissimo, aveva uno spiccato senso del gol, pur preferendo agire lontano dall'area di rigore. Fuori dal campo era piuttosto trasgressivo: era un accanito fumatore e un frequentatore di locali notturni. Ritornato in Argentina, terminò la carriera di giocatore nel grande River Plate formando, con fuoriclasse del calibro di Peucelle, Bernabé Ferreyra, Moreno e Pedernera, un quintetto offensivo di grande potenza. Chiusa la carriera di calciatore, cominciò quella di tecnico che gli valse in Argentina il soprannome di 'Bibbia del calcio'. Da ricordare soprattutto il suo lavoro nelle giovanili del River Plate, dove scoprì Omar Sivori, e nella prima squadra del River Plate, dove allenò la famosa Maquina, ovvero il quintetto offensivo che tra il 1941 e il 1946 si distinse per gioco spettacolare e numero di gol fatti. Ci fu poi la doppia parentesi italiana alla guida della Juventus, dove alla fine degli anni Cinquanta ebbe nuovamente fra i suoi giocatori Sivori. Morì a 62 anni per un tumore al cervello.