FUCINI, Renato (Neri Tanfucio)
Scrittore, nato l'8 aprile 1843 in Monterotondo (Massa Marittima), morto a Firenze il 21 febbraio 1921. Figlio d'un medico condotto, errò fanciullo e giovinetto da Campiglia a Livorno, a Vinci, a Pisa, dove studiò agraria. Col titolo di perito, andò a Firenze a far pratiche, e, mentre badava al proprio lavoro, cominciò a scriver sonetti in vernacolo pisano, e in seguito anche novelle e racconti. I due volumi delle Poesie (Firenze 1872) e delle Veglie di Neri (ivi 1884), i più spontanei di quanti ne ebbe a scrivere, sono anche i migliori di questo scrittore, che, toscano di razza qual era, ebbe sempre pieno il cervello del bel paese toscano, dei suoi aspetti, dei suoi tipi umani, del loro linguaggio espressivo in modo insuperabile di cose e di uomini. Potente l'icasticità dei sonetti; profonda l'umanità dei racconti.
Dopo le Poesie e le Veglie il F. scrisse altri Cinquanta sonetti vernacoli, e altri Cinquanta sonetti in lingua, comparsi col titolo di Guazzabuglio in un'edizione di Poesie (25ª ed., Firenze 1920), ove si trovano con certe Ombre, che presentano caratteristiche particolari. Nei Sonetti, il F. nulla aggiunge al vecchio pittore del popolo, rimasto tale e quale era stato prima, pur dopo conosciuti e studiati i maestri del genere, Belli e Porta, da lui avvicinati tardi; ma nelle Ombre diventa il poeta di sé stesso, poeta minore, per altro, con sentimenti e visioni alquanto umili. Amantissimo della famiglia e dei figli e dei nipoti, per questi compose alcuni racconti in versi, che, tratti da autori stranieri, poco aggiungono alla fama del poeta.
Gli scritti in prosa valgono molto di più. Essi sono: Napoli a occhio nudo (lettere a un amico, scritte nel 1877 e pubblicate nel 1878), efficacissima rappresentazione della vita suggestiva e contraddittoria della metropoli meridionale; All'aria aperta, novelle e bozzetti (Firenze 1887), seguite da tre novelle raccolte sotto il titolo Nella Campagna toscana (Firenze 1908) e da una novella postuma La maestrina (Firenze 1922). Postumi sono anche i due volumi Acqua passata (Firenze 1921), costituito di aneddoti autobiografici, e Foglie al vento (Firenze 1922), anch'esso e più deliberatamente autobiografico. Più che valore letterario hanno valore pedagogico i libri scolastici Mondo nuovo (Firenze 1901) e Mondo vecchio (Firenze 1904); il Fucini, tolto all'amministrazione municipale di Firenze, dove era entrato, e nominato professore in una scuola tecnica di Pistoia, fu ispettore scolastico per le scuole primarie, e in questa carica stette finché, rinunciando alla nomina a provveditore agli studî, si ritirò nella villetta paterna di Dianella, presso Empoli.
Nel complesso l'opera dello scrittore toscano, che si seguita a ristampare ininterrottamente, è opera di poeta mero, così in prosa come in versi: di poeta che ha visto e costruito con elementi di schietta realtà toscana un suo mondo umano, rappresentandolo coi mezzi che ad esso erano più adeguati: una lingua, specialmente, paesanissima, ma di una paesanità che era ed è anche nazionalità.
Bibl.: E. De Amicis, articolo scritto per recensire le Poesie, ripubblicato come prefazione alla 25ª ediz., Firenze 1921; B. Croce, Letteratura della Nuova Italia, Bari 1914-15, III; A. Nicolai, Renato Fucini, Pisa 1921: G. Biagi, Prefazione alle opere postume Acqua Passata e Foglie al vento, Firenze 1921 e 1922; L. Russo, I narratori, Roma 1923, pp. 105-106; C. Giachetti, Prefazione alle Veglie di Neri, illustrate da A. Mecherini, Firenze 1925; E. Saya, La letteratura italiana dal 1870 ad oggi, Firenze 1928.