SERRA, Renato
Scrittore, nato a Cesena il 5 dicembre 1884, caduto sul Podgora il 20 luglio 1915, mentre guidava all'assalto la sua compagnia. Laureatosi in lettere nel 1904 a Bologna, fu nel 1908 insegnante nella Scuola normale femminile di Cesena e, un anno dopo, direttore delle biblioteche Malatestiana e Piana.
Nella quieta e serena biblioteca, per quanto egli non fosse sempre sereno e quieto per disavventure domestiche e disagi e scontentezze e varie brighe, il S. produsse molto, specialmente per La Romagna, spinto al lavoro dal gruppo fiorentino della Voce, al quale il S. si accostò, sebbene - almeno dapprima - la sua adesione non fosse senza contrasti. Per i Quaderni della Voce raccolse appunto quegli Scritti critici sul Pascoli e sul Beltramelli, che primi l'avevano rivelato nella rivista forlivese e ai quali aggiunse gl'inediti Per un catalogo e Retractationes, saggio di caratteri e di personalità: Carducci e Croce. Tra i suoi studî di questi anni sono da ricordare le pagine sui Romanzi di Oriani, pubblicate nella Rassegna contemporanea del 1913, il Ringraziamento per una ballata di Paul Fort, pubblicato in La Voce del 1914, e il volumetto Le lettere, processo alla letteratura dell'immediato anteguerra: forse il meno serriano tra i suoi scritti, ma nel quale si trovano tuttavia giudizî durevoli.
Con L'esame di coscienza di un letterato, finito circa un mese prima dell'inizio della guerra italo-austriaca, il S. ci si presenta non più sottile indagatore di problemi estetici, ma tutto preso da un problema di ansiosa e smarrita umanità: il problema della guerra. Non più irresoluto, ma fermo, non più disilluso ma fidente, non più scorato ma rassegnato, franco da ogni ritegno con la rinunzia alla letteratura, egli scrive le pagine più umane e più semplici della sua liberazione spirituale alla vigilia di trovar la morte sul campo.
La critica non è ancora riuscita a fissare stabilmente il vero posto del S. nella letteratura dei primi lustri del Novecento. Certo, per giudicarlo rettamente, bisogna tener conto dell'educazione letteraria di lui, classica in una terra di tradizione classica come la Romagna; considerare l'inevitabile impronta stilistica del Carducci e dell'Acri sul giovanissimo scolaro dell'università bolognese, nonché l'influenza crociana dei suoi anni giovanili, e pensare a quanto egli derivò dalla cultura francese, specialmente dal Montaigne, dal Sainte-Beuve e dal Taine.
Opere principali: Scritti critici: G. Pascoli, A. Beltramelli, Carducci e Croce, Firenze 1910; Le lettere, Roma 1914; Esame di coscienza di un letterato, seguito da Ultime lettere dal campo, a cura di G. De Robertis e L. Ambrosini, Milano 1915. Questi scritti, insieme con molti altri inediti o pubblicati in riviste e giornali, furono raccolti in quattro volumi: Opere di R.S. (Roma e Firenze 1919-1923), delle quali si prepara la ristampa con scritti inediti o non compresi nelle precedenti edizioni. Cfr. inoltre: Dei "Trionfi" di F. Petrarca, con biografia, introduzione e appendice di A. Grilli, Bologna 1929; Epistolario, a cura di L. Ambrosini, G. De Robertis, A. Grilli, Firenze 1934.
Bibl.: C. Angelini, Un poeta della critica, in La Romagna, 1913; La Voce, numero dedicato a R. S., 1915; G. Comandini, R. S., Roma 1915; U. Zannoni, I poeti eroi: S. Slataper, Piacenza 1923; C. Pellizzi, Gli spiriti della vigilia, Firenze 1924; V. Cian, R. S. Lettere inedite, Torino 1927; L. Russo, Problemi di metodo critico, Bari 1930; A. Grilli, Versi e versioni di R. S., Ferrara 1933; id., "La Romagna" e R. S., ivi 1934; A. Grilli e P. Rocca, Nel primo cinquantenario della nascita di R. S., ivi 1934. Cfr., inoltre, l'opuscolo commemorativo pubb. dall'Istituto fascista di cultura di Cesena, R. S., Cesena 1935.