Renxit
s. m. inv. (iron.) L’uscita di scena di Matteo Renzi, già segretario del Partito Democratico, già presidente del Consiglio dei ministri.
• Mentre tutto crolla e volge al «Renxit» tomo tomo Renzi colloca i suoi. Questa sera, quando si riunirà l’Ufficio di presidenza di Montecitorio, all’ordine del giorno ci sarà la nomina dei cinque nuovi vice segretari. Con un colpo di mano il premier si accinge a fare fuori gli attuali vice segretari Guido Letta e Aurelio Speziale. (Giuseppe Alberto Falci, Giornale, 24 giugno 2015, p. 9, Interni) • E poi c’è il referendum, quello che può rischiare di trasformarsi in un Renxit. Si può rischiare un pericolo simile? Io personalmente, e l’ho confermato persino nel colloquio che ho avuto con lui all’Auditorium di Roma lo scorso 11 giugno, voterò «No». Lo faccio perché trovo inaccettabile per la democrazia italiana l’attuale legge elettorale. Se Renzi modificasse in modo adeguato quella legge, io voterei il «Sì». (Eugenio Scalfari, Repubblica, 25 giugno 2016, p. 31, Commenti) • Qualche giorno fa ho spiegato su questo quotidiano come la eccessiva semplificazione della comunicazione su una giustissima riforma come gli 80 euro la abbia ridotta a una «mancia» agli occhi di molti cittadini. Il rischio che questo si ripeta anche nel caso della riforma costituzionale è altissimo. Senza una decisa svolta comunicazionale, la «Renxit» è oggi una quasi certezza. (Roger Abravanel, Corriere della sera, 12 agosto 2016, p. 26, Analisi & commenti).
- Composto dal nome proprio (Matteo) Ren(zi) e dal s. ingl. (e)xit ‘uscita’, con riferimento a Brexit.
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