CESCHINA, Renzo Ermes
Nacque a Muronico d'Intelvi presso Dizzasco (Como) il 15 nov. 1875 da Giovanni e da Chiara Borsa. Ancora bambino rimase orfano del padre, direttore d'orchestra, e finite le scuole del luogo fu mandato undicenne a lavorare a Milano presso la casa editrice Galli, e poi nella succursale lombarda della Paravia. Completò la sua preparazione, ed ebbe pure occasione di arricchire la sua cultura, passando nel 1890 alla libreria di Ulrico Hoepli, nel 1893 all'ufficio milanese dell'Unione tipografico-editrice torinese, nel 1896 alla casa editrice Francesco Vallardi e l'anno seguente alla libreria aperta dall'Omodei nella galleria Vittorio Emanuele II. Pure nel 1897 fondò, con un gruppo di amici, una singolare rivistina mensile italo-francese di letteratura, musica, poesia ed arti figurative, di modesta veste tipografica, intitolata Anthologie-Revue de France et d'Italie, dove apparvero le prime poesie, ancora d'ispirazione parnasiana e in lingua francese, di F. T. Marinetti. Il C. si limitò a farvi uscire qualche frammento in prosa; ne fu però redattore capo per le prime due annate, dall'ottobre 1897 all'ottobre 1899; fu sostituito l'anno seguente da Roger Le Brun, cui si affiancò Marinetti come segretario generale.
Nello stesso periodo, ultimato il suo tirocinio, presso l'Omodei, fu mandato a Bologna per dirigervi la libreria universitaria. Colà pubblicò, nel 1900, il suo primo ed unico libro di novelle, Villa Erma, e compose anche musiche per pianoforte ed organo: fra le altre, Le patetiche,Ave Maria, e Prima Messa.
Il C. non si lasciò sfuggire l'occasione, profilatasi poco dopo, di ritornare al prediletto ambiente milanese, più vivace ed aperto alle nuove esperienze nei circoli come la Famiglia artistica. Nel 1912 assunse, a pieno tempo, le funzioni di segretario dell'Associazione tipografico-libraria italiana.
Questa si era costituita nel 1869 come Associazione libraria per iniziativa dei librai che già pubblicavano, dal 1867, la Bibliografiad'Italia (e principalmente di Casimiro Bocca ed Ermanno Loescher). Aveva assunto la nuova denominazione al suo secondo congresso, nel 1871 a Napoli, ed aveva trasferito la propria sede da Firenze a Milano nel 1875 su proposta di Emilio Treves, il quale ne fu presidente in più riprese fino al 1889. Appunto nel 1902 finiva il secondo dei suoi trienni presidenziali (1893-1896, 1899-1902, 1909-1912) Pietro Vallardi, e gli succedeva Tito Ricordi.
Il già irrequieto C. mantenne per diciotto anni l'incarico, evidentemente più congeniale, impegnandosi a fondo in iniziative di prestigio come l'organizzazione dei due congressi internazionali degli editori e degli industriali delle arti grafiche tenuti in Italia nel 1906, e l'allestimento, d'un padiglione di ben ventisette sale all'Esposizione internazionale del libro e delle arti grafiche di Lipsia, nel 1914. Non mancò una parentesi durante la guerra, alla quale il C. (dal 1910 aderente e sostenitore entusiasta del movimento nazionalista) partecipò come volontario. Spettò a lui soprattutto, però, di animare e sostenere l'azione quotidiana di questa primogenita fra le associazioni di categoria imprenditoriali sia nella tutela di interessi comuni contro innovazioni legislative (regolamenti postali, libri di testo), sia nella difesa ad oltranza del diritto d'autore anche in sede internazionale, sia nella preparazione professionale delle maestranze.
Per quest'ultimo scopo, fin dal 1902 la scuola professionale tipografica di Milano si trasformò in scuola del libro, con l'attiva cooperazione del dotto bibliotecario e bibliografo G. Fumagalli e della Società umanitaria, la quale andava allora sviluppando l'azione di promozione sociale e culturale delle classi diseredate vagheggiata dal suo fondatore P. M. Loria. Nel secondo decennio del secolo si affrontò il compito di elaborare norme di lavoro comuni a tutto il territorio nazionale e di rimuovere le gravi disuguagliange salariali esistenti fra provincia e provincia.
Il problema più delicato era però rappresentato dalla convivenza in un unico organismo di categorie diverse, e con interessi talora divergenti, come i librai, gli editori, i tipografi. Fin dal 1909 si cercò di sperimentare una disciplina associativa più elastica, sull'esempio di organizzazioni d'altri paesi, con l'istituzione di una sezione a parte per la musica; nel 1910 il C. compì una peregrinazione ad ampio raggio in tutta Italia per gettare le basi d'una federazione delle arti grafiche. Ma solo nel primo dopoguerra, dopo aspri dissensi (si deliberò pure un trasferimento della sede a Roma, poi revocato), fu decisa la trasformazione in un'Associazione editoriale libraria italiana, articolata su due distinte sezioni o camere.
A questo punto, nel 1920, prima che la trasformazione, decisa per il luglio dell'anno seguente, avesse luogo, il C. lasciò a C. Gobbi la segreteria per divenire consigliere delegato della società editoriale Unitas, e quindi direttore amministrativo del quotidiano La Sera fino alla fusione di esso col Secolo. Nel 1925, con l'aiuto finanziario del fratello Gaetano, industriale, fondò a Milano la casa editrice Ceschina (durata sotto il nome di famiglia fino al 1957), cui diede sede prima in via Omenoni poi nel palazzo Bagatti Valsecchi in via del Gesù.
In perfetta coerenza con le simpatie letterarie ed i sentimenti politici assorbiti fin dalla giovinezza nell'ambiente milanese, il C. escluse dalla propria produzione qualsiasi traduzione e diede la preferenza alla giovane narrativa italiana: fu così il primo editore di R. Bacchelli, L. Repaci, G. Marotta, P. Gadda Conti, A. Berretta, cui si affiancarono nelle sue edizioni umoristiche, romanzesche o di viaggi, autori allora largamente popolari come L. d'Ambra, R. Calzini, L. Folgore, G. Milanesi, L. Antonelli, N. Savarese, A. Soldini, G. Manacorda, R. Radice, E. Emanueli, M. Puccini, E. Radius, A. Varaldo. Notevole fortuna ebbero anche il Dizionario della lingua italiana e l'Enciclopedia degli aneddoti (seguita da una collana dello stesso contenuto) di F. Palazzi, l'Enciclopedia delle moderne arti decorative diretta da G. Marangoni, la Storia di Milano di A. Visconti e altre pubblicazioni di carattere locale, molte delle quali curate dal suo fedele collaboratore (e successore nella direzione della casa) Severino Pagani. Scarsa o nulla invece l'attività nel campo in cui aveva fatto le sue prime armi editoriali, la stampa periodica: a parte l'Almanacco meneghino, merita menzione solo la rivista trimestrale Epigrafica, iniziata nel 1939.
Completamente distrutti dai bombardamenti dell'agosto 1943 sede e magazzini della casa editrice, il C. si ritirò a Muronico d'Intelvi dove morì il 25 luglio 1945.
Bibl.: Ottanta anni di vita associativa degli editori italiani, Milano 1950; S. Pagani. Case editrici italiane:Ceschina, in L'Italia che scrive, XXI (1938), pp. 71 s., in gran parte ripreso su Milano. Riv. mensile del Comune, LVIII(1941), pp. 729-734.