MASSARANI, Renzo
– Nacque a Mantova il 26 marzo 1898 da Giulio e Gina Colorni. Dopo i primi studi privati di pianoforte, si dedicò a quelli di armonia sotto la guida di E. Bossi. Partecipò come volontario al primo conflitto mondiale. Al 13 luglio 1916 risale la romanza per voce e pianoforte Per la donna del sogno, pubblicata nel numero di agosto del foglio pro Croce rossa Le Fiamme. Nel 1918, finita la guerra, prese lezioni da F. Schalk a Vienna e si aggiornò sulle innovazioni del linguaggio compositivo. L’anno seguente si trasferì a Roma, dove studiò presso il liceo musicale di S. Cecilia prima con G. Setaccioli e poi con O. Respighi, diplomandosi in composizione nel 1921. Parallelamente all’insegnamento di teoria e solfeggio, intraprese l’attività compositiva e partecipò agli incontri che si tenevano al lunedì in casa di V. Rieti, a seguito dei quali decise di associarsi con quest’ultimo e con M. Labroca in un gruppo chiamato «I Tre» che, senza porsi ambizioni di movimento, ebbe da subito il sostegno della critica, in particolare di A. Gasco.
Nel 1922 il M. pubblicò a Milano i pezzi per pianoforte Dal lago di Mantova: canneti, corale, Il ponte di S. Giorgio - Acquaforte, caratterizzati da intense atmosfere nostalgiche, e Tre acquerelli notturni: L’aia, Due per due, Bianca luna per voce e pianoforte. Nel 1923 ricevette importanti apprezzamenti dalla critica con Due canzoni corali (Ninna nanna e L’era pur bella; inedite) per coro misto a quattro parti e iniziò l’attività di critico collaborando al giornale L’Impero. Al 1924 risale una Sinfonietta (inedita) e all’anno successivo Dos coplas per voce e pianoforte: Usted e Mañana es domingo (pubblicate a Firenze nel 1928).
Nel frattempo, probabilmente per intercessione di Respighi, il M. divenne direttore musicale del teatro di marionette di Vittorio Podrecca, con cui compì numerosi viaggi, tra cui uno in Sudamerica. A questo periodo risalgono i lavori teatrali che lo resero famoso, tra cui l’intermezzo grottesco Bianco e nero (inedito), su libretto di A. Pagan rappresentato a Roma il 27 apr. 1923. Tra i lavori più noti e importanti per il teatro dei Piccoli vi è Guerino detto il Meschino (1928; inedito), azione mimica commentata da un recitativo, un atto su libretto proprio, in cui è evidente l’influenza di El retablo de maese Pedro di M. de Falla. Messa in scena allo Stadttheater di Darmstadt il 20 nov. 1928 venne ripresa al théâtre de la Potinière di Parigi nel 1929.
Dal 1926 al 1928 il M. collaborò al giornale Il Tevere in qualità di critico musicale. Dopo il matrimonio con Elda Costantini si stabilì definitivamente a Roma, dove si impiegò presso l’Ufficio plagi della SIAE (Società italiana degli autori ed editori). Un’importante affermazione del M. si ebbe nel 1930 nell’ambito del Festival internazionale di musica contemporanea di Venezia in cui venne eseguito il 9 settembre, al teatro La Fenice, Chad Gadyà (inedito), poemetto per voce e pianoforte ispirato a un canto della Pasqua ebraica. In qualità di organizzatore il M. collaborò con G. Mulè alla seconda Mostra nazionale di musica contemporanea che si tenne a Roma dal 2 all’8 apr. 1933. Al 1934 risale Introduzione, tema e sette variazioni per orchestra (Milano 1934).
Nell’ambito del recupero novecentesco dell’antica musica italiana si collocano i Quattro canti veronesi su versi di antiche villotte (ibid. 1934) e i Due madrigali per voce e pianoforte (ibid. 1937): Brunetta (ignoto del XVI sec.) e Morir vorrei (G. Boccaccio). Squilli e danze per il «18 B.L.» (ibid. 1937), musica per lo spettacolo di masse allestito nell’aprile del 1934 ad Alboreta dell’Isolotto presso Firenze con la regia di A. Blasetti, furono riproposti in versione concertistica a Torino nel 1935 e a Roma, nel 1936 e nel 1937, rispettivamente all’Augusteo e alla basilica di Massenzio. Al 1936 risalgono i Tre preludi per pianoforte (ibid. 1936), lontani dalla retorica del regime e dalle ricerche rumoristiche di impronta futurista.
Nel 1936 il M. prese parte, nella sezione musica orchestrale, al concorso olimpico internazionale di musica di Berlino con Squilli e danze atletiche (inedite). L’anno seguente la sua sonatina in do maggiore per violoncello e pianoforte (ibid. 1937) venne eseguita a Roma alla IV Mostra di musica contemporanea e il 7 settembre presso il teatro Goldoni di Venezia per il V Festival internazionale di musica contemporanea. Il 3 ottobre, nel teatro G. Donizetti di Bergamo, venne rappresentata, nell’ambito delle prima edizione del Festival delle novità, Boè, azione mimica tratta dal racconto I monti pallidi di C.F. Wolff, sotto la direzione di N. Sanzogno (spartito per pianoforte, ibid. 1937).
Il successo di pubblico fu particolarmente rilevante e la critica ne esaltò gli aspetti legati al ritmo e alla forma, il lirismo e gli spunti popolareschi delle melodie. Alla fine degli anni Trenta Domenico de’ Paoli così scrisse del M.: «Le sue prime composizioni (trascurando alcuni saggi giovanili d’un carattere abbastanza agressivo) rivelano un profondo “senso della terra” (in quell’epoca qualcuno lo definì un “musicista proletario”). Le Canzoni corali, un lavoro che si può considerare come la sua prima affermazione, senza attingere al “folklore”, hanno un singolare sapore popolaresco, e sono di un’espressione così intensa e sincera che bastano a rivelare un musicista personale» (p. 171).
Il fervore compositivo del M. si esplicò nel periodo romano, dal 1928 al 1938. Nel 1939, infatti, costretto a emigrare dall’Italia a causa dei provvedimenti antisemiti del regime fascista (che mise al bando la sua musica e portò alla distruzione di buona parte di essa durante la seconda guerra mondiale), si rifugiò in Brasile, dove prese la cittadinanza nel 1945 (tra i lavori incompiuti ci rimane l’opera Eliduc, su testo di C. Meano, iniziata a Basilea nell’agosto 1938). Stabilitosi a Rio de Janeiro, inizialmente collaborò con la Radio nacional in qualità di orchestratore e in seguito come critico musicale per il quotidiano A Manhã prima e per il Jornal do Brasil poi, mantenendo parallelamente un’attività commerciale. Del periodo brasiliano si ricordano tra l’altro le musiche di scena per L’annonce faite à Marie di P. Claudel (Rio 1941) e le trascrizioni ed elaborazioni di numerosi canti tradizionali locali. Grazie all’interessamento di H. Villa-Lobos, entrò a far parte dell’Academia brasileira de música.
Nel dopoguerra rifiutò la proposta di ritornare in Italia con la sua riassunzione alla SIAE e impedì l’esecuzione, la riedizione e l’accesso ai manoscritti delle sue composizioni. Tornò in Europa solo per ragioni familiari o per partecipare in qualità di critico a festival e come membro di giuria in concorsi di composizione.
Morì il 28 marzo 1975 a Rio de Janeiro.
La musica del M. appare saldamente legata alla tradizione italiana, in particolare nel repertorio pianistico e nelle liriche da camera, che si distinguono per raffinatezza di gusto, cura per la melodia e ricerca di immagini nostalgiche e di tono intimistico. Fortemente legato alla lezione respighiana nell’orchestrazione, fece uso della politonalità e del modalismo. I suoi lavori teatrali si distinguono per vigore ritmico e ricchezza timbrica. Tra le case editrici che pubblicarono sue composizioni si segnalano: Forlivesi, Ricordi, Sonzogno e Carisch. La maggior parte dei manoscritti del M. è custodita presso l’archivio familiare e nel fondo a lui dedicato presso la Biblioteca nacional do Brasil.
Opere, oltre quelle citate in precedenza. Musica per il teatro: La vittoria, opera in un atto dalla novella omonima di R. Tagore (inedita); Noi due, scena in tre atti (libretto del M.; 1922, inedita); Gibetto e Gherminella, fiaba in tre atti (R. Bartolozzi; 1929, inedita); Le nozze di Takiù, fiaba in tre atti (G. Fanciulli; 1927); La donna nel pozzo, notturno paesano in un atto (A. Rossato; 1930, inedita, mai rappresentata); Il pozzo, opera contadina in un atto (1928, inedita); I dolori della principessa Susina, operina (C. Pavolini; 1929, inedita); È nata una bambina con una rosa in mano, balletto (1929, inedito); La donna di Carlon, opera (inedita); musica di scena per Arlecchino servitore di due padroni di C. Goldoni, O Casaco encantado di L. Benedetti e per Woyzeck di G. Büchner.
Per orchestra: Amara, poemetto sinfonico (1920); Elegia eroica (1924, inedita); Due canzonette antiche, per piccola orchestra con pianoforte conduttore (Milano 1929); Signorinetta, per piccola orchestra con pianoforte conduttore (ibid. 1930); Lupe, per piccola orchestra con pianoforte conduttore (ibid. 1930); Il folletto cinese, dalla fiaba Le nozze di Takiù (Roma 1930); Takiù, dalla fiaba Le nozze di Takiù (ibid. 1930); Cubanita bendita y cubanita maldita (Bologna 1930); I tre tambur, per piccola orchestra con pianoforte conduttore (Milano 1930); Canción de Cuna (Firenze 1933); Billie (ibid. 1933).
Musica da camera: Pastorale, per oboe, fagotto, viola e violoncello (inedita); Preludio, per violino e pianoforte (Trieste 1932); Susanna vatti a veste, per soprano, contralto e 15 strumenti (1932); Il molinaro, ballata per tenore e piccola orchestra (Roma 1933); quartetto; Susanna, scenetta contadina vocale e strumentale (1933); I due amanti, per voce e dieci strumenti (1937).
Musica corale: Tre fole in mantovano, per coro femminile (1934); Tre cante per i soldati: Le tre ragazze, Amba Alagi, Ras «Immerucche», per due voci e coro (Roma 1937); Don din don, cavallon, per coro di voci infantili a tre parti con accompagnamento di pianoforte ad libitum (versi del M.; Firenze s.d.); Cerese; Fole in Mantovano; Ottobre; Acógeme debajo de tus alas (versi di Ch.N. Bialik; 1952).
Per pianoforte: Sposalizio (1920); Canzoni a ballo (1923); Três cânones (São Paulo 1956).
Per canto e pianoforte: Sette liriche (Bologna 1922); Il vero segretario galante, piccola cantata in tre numeri (ibid. 1929 e 1930); Besciagnàd Annegnilà (Roma 1930); Piccole camicie nere (1937, inedita); A saudade dos provincianos (C. Campos; São Paulo 1942); Azulão (M. Bandeira; ibid. 1942); Quando te vi pela primeira vez (Campos; ibid. 1942); Uêrêmen (trascrizione dal folklore brasiliano; ibid. 1944); inedite e s.d.: Jôgo negro, A casinha pequenina, Prenda minha, Prece de chuva (tutte trascrizioni dal folklore brasiliano).
Tra gli scritti, oltre alle numerose recensioni per L’Impero, Il Tevere e i giornali brasiliani, ricordiamo: Le nuove musiche al Festival internazionale di Praga, in Musica d’oggi, VI (1924), pp. 225 s.; Il VI Convegno internazionale di musica moderna a Siena, ibid., X (1928), pp. 341-345; Il primo Festival internazionale di musica a Venezia, ibid., XII (1930), pp. 415 s.; le guide radio-liriche scritte per l’editore A.F. Formiggini: Tristano e Isotta di R. Wagner (Roma 1930); Lohengrin di R. Wagner (ibid. 1930), Elisir d’amore di G. Donizetti (ibid. 1930), Don Pasquale di G. Donizetti (ibid. 1930); il volumetto G. Verdi a Rio de Janeiro (s. l. 1969).
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