Renzi, Renzo
Scrittore e critico cinematografico, nato a Rubiera (Reggio Emilia) il 13 dicembre 1919. Annoverato tra i principali rappresentanti della concezione della critica come impegno militante di difesa e di promozione del film, inteso come strumento di analisi della realtà, ha concentrato la sua attività sul cinema italiano di cui è stato uno degli interpreti più acuti e attenti, soprattutto in riferimento al ruolo svolto da tale mezzo espressivo nella battaglia delle idee che ha profondamente caratterizzato la cultura italiana dal dopoguerra sino agli anni Settanta del Novecento.
Iscrittosi alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, iniziò giovanissimo (sin dal 1939) a scrivere di cinema per alcuni giornali locali. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si arruolò nell'esercito e dopo l'armistizio del 1943 venne catturato, imprigionato dai tedeschi e liberato alla fine del conflitto. Nel 1946 tornò a scrivere di cinema come critico, collaborando ad alcuni quotidiani e a riviste specializzate come "Cinema nuovo", cui diede un contributo di grande rilievo negli anni partecipando con estremo rigore al dibattito sul Neorealismo promosso dalla rivista (Sciolti dal giuramento, giugno 1956-aprile 1958), al fianco del suo direttore Guido Aristarco. Insieme a quest'ultimo, R. era stato condannato nel 1953 a sette mesi di carcere per oltraggio alle Forze armate da un tribunale militare a causa del soggetto del film L'armata s'agapò, pubblicato sulla rivista di Aristarco e critico nei confronti della spedizione militare italiana in Grecia. Tale episodio costituì un caso clamoroso ed ebbe vasta eco nell'opinione pubblica. Oltre all'attività di critico cinematografico per riviste e quotidiani, R. pubblicò anche diversi saggi sul cinema di Federico Fellini, Carl Theodor Dreyer e Luchino Visconti; diresse inoltre alcuni cortometraggi negli anni Cinquanta, e fu soprattutto un grande promotore culturale, in primo luogo attraverso il suo impegno come direttore editoriale delle collane di cinema della Cappelli Editore. La prima di queste, Dal soggetto al film, che raccoglieva i documenti preparatori dell'opera cinematografica (dal soggetto alla sceneggiatura) e che vide la luce nel 1954 con la pubblicazione dei volumi dedicati a due film usciti in quello stesso anno, Giulietta e Romeo di Renato Castellani e Senso di Visconti, ebbe un notevole successo, tanto da essere tradotta in Francia e negli Stati Uniti. Sempre diretta da R., la collana continuò sino al 1976, affermandosi come una delle operazioni editoriali più prestigiose e importanti in Italia, sia per i materiali presentati, sia per l'attenzione rivolta ai cambiamenti in atto nel cinema italiano del dopoguerra. R. è stato anche uno dei fondatori della Cineteca del Comune di Bologna, una delle strutture più attive in Italia nel campo della conservazione e della promozione cinematografica.
Tra le sue opere pubblicate negli anni Novanta si ricordano: Visconti segreto (1994), L'ombra di Fellini: quarant'anni di rapporti con il grande regista e uno stupidario degli anni Ottanta (1994), La dolce vita del cinema d'autore (1942-1975) (1999), La bella stagione: scontri e incontri negli anni d'oro del cinema italiano (2001). Una raccolta dei suoi saggi e articoli critici è apparsa nel 2003 con il titolo Il cinema è stato la mia vita: scritti scelti 1948-1986. Nel giugno dello stesso anno, gli è stato conferito il premio alla carriera dal DAMS (Dipartimento Arti, Musica e Spettacolo) di Bologna, a riconoscimento della sua attività di critico e di promotore culturale.
C. Bragaglia, Critica e critiche, Milano 1987, passim; L. Pellizzari, Contributi ad una storia delle critica cinematografica italiana, Roma 1999, passim.