La Repubblica del Congo è uno stato dell’Africa centrale e un’ex colonia francese indipendente dal 1960. Il sistema politico si caratterizza per un potere quasi assoluto del suo presidente, Denis Sassou-Nguesso, il quale domina dal 1997 la scena nazionale. L’affermazione del regime personalistico di Sassou-Nguesso è avvenuta tanto politicamente – con la cooptazione delle forze antagoniste all’interno del governo – quanto militarmente – tramite l’annientamento dei gruppi ribelli, come quello guidato da Frédéric Bintsangou, noto come Pastore Ntoumi. Il maggiore sostegno a Sassou-Nguesso deriva, anche, dal proprio ceppo etnico, quello M’Boshi, concentrato nella zona settentrionale del paese. L’unico, parziale limite all’azione presidenziale è rappresentato dalla necessità di avere l’appoggio del Partito congolese dei lavoratori (Pct) – riconfermatosi nelle legislative di luglio 2012 come prima forza a favore del presidente – e di altri partiti a lui favorevoli, al fine di far approvare le leggi dell’assemblea nazionale.
L’economia si regge principalmente sul petrolio, che costituisce circa il 90% delle esportazioni e l’80% delle entrate. Fattore di ricchezza, il petrolio è anche causa di tensione, corruzione e interferenze esterne. Gli investimenti nel settore non-oil – che nel 2013-14 raggiungeranno l’8% del pil totale – dovrebbero favorire una crescita del pil nel 2014 intorno al 5,8%. Altri prodotti esportati sono il legname e lo zucchero. La ricchezza di petrolio fa della Repubblica del Congo uno degli stati con il maggior pil pro capite dell’Africa centrale e si stima che il paese riuscirà a mantenere l’attuale livello di produzione (275.000 barili giornalieri), almeno per i prossimi vent’anni. Rimane critico lo stato delle infrastrutture, in relazione sia alla rete dei trasporti, sia alla produzione industriale. In particolare, a fronte di un’elevata capacità estrattiva, il paese gode di una scarsa capacità di produzione elettrica che lo rende dipendente dalla confinante Repubblica Democratica del Congo (Rdc) per circa due terzi del proprio fabbisogno.
Tanto per ragioni di ordine storico quanto per i profondi legami economici, la Francia rappresenta il principale alleato del Congo. Tuttavia la Cina sta emergendo come un partner sempre più importante e si prevede che gli investimenti cinesi, diretti ai settori delle materie prime, aumenteranno nei prossimi anni. Il Congo sta cercando di stringere legami più consistenti con varie economie emergenti, asiatiche e sudamericane, al fine di ridurre la dipendenza commerciale da Francia, Usa e Unione Europea.
Dal punto di vista strategico, la Rdc – data la sua condizione di perdurante belligeranza – costituisce una potenziale minaccia per il Congo. Sempre sul piano regionale, l’Angola ha rappresentato un partner privilegiato e primo sostenitore del governo congolese sin dall’intervento armato del 1997. La maggiore incognita che grava sul paese deriva dalle possibili conseguenze di uno sgretolamento del potere personale di Sassou-Nguesso, che potrebbe aprire la strada a un conflitto interetnico tra gli M’Boshi e i Kongo, gruppo etnico concentrato nel sud.