Gibuti, Repubblica di
(App. V, ii, p. 446; v. afar e issa, territorio francese degli, App. IV, i, p. 47)
Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Popolazione e condizioni economiche
Situata nel Corno d'Africa, all'ingresso meridionale del Mar Rosso, la Repubblica di G. confina a nord con l'Eritrea, a nord, ovest e sud con l'Etiopia e a sud-est con la Somalia. È costituita da un territorio desertico di origine vulcanica, e il clima è arido e caldo (ammontare medio annuo delle precipitazioni: 97 mm; temperatura media annua: 29,4 °C). La popolazione (623.000 ab. nel 1998) è composta da due gruppi etnici: gli Issa, di origine somala (50%), e gli Afar, di origine etiopica (40%), entrambi musulmani e parlanti idiomi cuscitici.
Nel corso della prima metà degli anni Novanta il PIL, secondo una stima del Fondo monetario internazionale, ha segnato un regresso del 2,3% nel 1993 e del 4,5% nel 1994, a fronte di un aumento medio annuo della popolazione che la Banca Mondiale ha calcolato dell'ordine del 30‰ nel periodo 1990-97, dovuto in parte all'afflusso di rifugiati dai paesi confinanti, Etiopia e Somalia. Più della metà della popolazione è costituita da allevatori nomadi e, per l'esiguità di terre coltivabili, il paese riesce a produrre appena il 3% del suo fabbisogno alimentare. Anche le attività industriali si limitano a poche imprese di modeste dimensioni, e quasi tutti i beni di consumo devono essere importati.
La dipendenza dall'estero è molto elevata (90%) anche per quanto riguarda i consumi energetici; sono in corso tentativi di valorizzare il notevole potenziale geotermico, finanziati dalla Banca Mondiale e sostenuti dalla cooperazione internazionale. Le entrate del paese sono costituite essenzialmente dai proventi del commercio attraverso il porto internazionale di Gibuti, e dallo sviluppo del settore dei servizi connessi a questa attività, che forniscono al PIL un apporto superiore al 70%. Pertanto il porto di G. e la ferrovia Gibuti-Addìs Abebà (soggetta a frequenti interruzioni, l'ultima delle quali dovuta a una disastrosa inondazione, nel novembre 1994) sono oggetto di cospicui investimenti e lavori di ammodernamento, con l'obiettivo di fare di G. un caposaldo del commercio tra l'Africa orientale e i paesi arabi.
bibliografia
A. Fozzard, Djibouti, Boulder (Colo.) 1999.
Storia
di Martina Teodoli
La tensione che fin dall'epoca coloniale contrappose le due principali etnie del paese, gli Issa e gli Afar, rimase viva anche dopo l'indipendenza. Infatti, la costituzione di un regime di tipo autoritario, guidato da H. Gouled Aptidon, leader issa, sancì di fatto il predominio economico e politico di questa etnia, anche se alcuni esponenti afar trovarono collocazione negli organismi dirigenti del regime. Tale situazione alimentò il malcontento degli Afar, più colpiti inoltre da disoccupazione e povertà, mentre il flusso di profughi provenienti dagli stati vicini (Etiopia e Somalia) aggravava ulteriormente le difficili condizioni economiche e sociali del paese, fortemente arretrato e dipendente dagli aiuti internazionali, soprattutto francesi. Dalla fine degli anni Ottanta, mentre l'opposizione al regime di Gouled Aptidon si allargava coinvolgendo anche esponenti della stessa etnia dominante, la recrudescenza di tensioni interetniche, gli effetti destabilizzanti della precaria situazione nel Corno d'Africa e l'esplodere di una guerriglia antigovernativa, guidata dal Front pour la restauration de l'unité et de la démocratie (FRUD), espressione soprattutto dell'etnia afar, contribuivano a determinare, anche a G., una situazione di profonda crisi. Peraltro, anche dopo la firma di un accordo di pace (dicembre 1994) fra il governo e gli insorti, il paese continuò a essere interessato da forti tensioni politiche e sociali.
Nel 1992, di fronte alla grave instabilità del paese e in risposta alle pressioni esercitate dalla Francia, principale partner economico e politico di G., il presidente Gouled Aptidon introdusse limitate misure di democratizzazione del sistema politico: una nuova costituzione multipartitica fu approvata nel settembre, ma venne contestata dalle forze di opposizione, contrarie all'eccessivo potere che il nuovo testo attribuiva al presidente.
La maggior parte delle opposizioni boicottò quindi le elezioni del dicembre successivo, le quali videro la partecipazione, oltre al Rassemblement populaire pour le progrès (RPP), l'ex partito unico cui andarono tutti i 65 seggi della nuova Assemblea nazionale, di una sola forza di opposizione, il Parti du renouveau démocratique (PRD), che denunciò come irregolare lo svolgimento delle consultazioni. Impostosi anche nelle presidenziali del marzo 1993, Gouled Aptidon promosse un nuovo sforzo bellico per stroncare la guerriglia del FRUD, che dal 1992 controllava la sezione settentrionale del piccolo stato.
La posizione intransigente di Gouled Aptidon lo pose in contrasto con la Francia, che era favorevole all'apertura di negoziati tra governo e insorti. Le pressioni economiche esercitate da Parigi spinsero infine il governo a siglare l'accordo del dicembre 1994 con il FRUD; oltre all'avvio di un processo di decentramento amministrativo e a una più equa distribuzione del potere tra le differenti etnie, l'intesa stabilì l'integrazione di una parte delle forze militari del FRUD nell'esercito nazionale e l'ingresso nell'esecutivo (avvenuto nel giugno 1995) di esponenti dello stesso FRUD, che si trasformò nel marzo 1996 in partito politico. In seguito, il governo tentò di affrontare la difficile situazione economica del paese varando drastiche misure di austerità, contestate dai sindacati con una serie di manifestazioni di protesta, spesso degenerate in scontri con le forze dell'ordine. A mantenere precarie le condizioni economiche del paese contribuivano anche la presenza di oltre 25.000 profughi, la maggior parte dei quali somali, e le difficoltà connesse al rimpatrio dei circa 10.000 abitanti di G., rifugiatisi in Etiopia negli anni precedenti per sfuggire alla guerra civile. Le elezioni legislative del dicembre 1997 registrarono una schiacciante vittoria delle forze governative (RPP e FRUD), che ottennero tutti i seggi (65) del parlamento monocamerale. Le uniche due forze di opposizione legalmente riconosciute, il PRD e il Parti national démocratique (PND), pur prendendo parte alle consultazioni, non ottennero alcun seggio. Nelle presidenziali dell'aprile 1999 si impose con il 74,4% dei voti Ismael Omar Guelleh, il candidato dell'RPP appoggiato dal presidente uscente Gouled Aptidon, in carica dal 1997.
bibliografia
A. Coubba, Le mal djiboutien. Rivalités ethniques et enjeux politiques, Paris 1995.