Lucca, Repubblica e ducato di
La Repubblica comunale sorse nella città toscana di L. sullo scorcio dell’ 11° sec., e fu riconosciuta dall’imperatore Federico I Barbarossa (1162). All’iniziale governo consolare dei nobili successero le podesterie (attestate dal 1187), mentre l’espansione nel contado era contrastata da Pisa. Indebolita da conflitti interni, L. fu conquistata da Uguccione della Faggiola signore di Pisa (1314); il risentimento contro la vessatoria politica pisana portò al potere Castruccio di Gerio Antelminelli, che lottò, invano, contro Firenze fino alla morte (1328). Dopo un periodo di assoggettamento a signorie, L. comprò l’autonomia da Carlo IV nel 1369; da allora sulla città pesò il fatto che la sua indipendenza derivasse da una concessione imperiale. Nel 16° sec., sconvolta dalla rivolta degli «straccioni» (tessitori ribelli alle riduzioni controllate della produzione) e di fronte al pericolo che il contado potesse mettere in crisi le strutture corporative cittadine, L. vietò la tessitura nelle campagne (1531) e l’accesso alle cariche dei contadini e discendenti (1538; 1556). La repubblica aristocratica finì con l’occupazione francese del 1799; nel 1805 L. fu elevata a principato sotto Felice Baciocchi ed Elisa Bonaparte. Caduto Napoleone, la clausola addizionale del Trattato di Vienna assegnò L. in ducato a Maria Luigia di Borbone (1817-24), finché i Borbone-Parma non fossero rientrati in possesso di Parma e Piacenza; il figlio Carlo Ludovico, col trattato di cessione anticipata al granducato di Toscana (1847), segnò la fine dell’autonomia statale lucchese.