requisiti patrimoniali
Vincoli sulla struttura del bilancio di un’impresa la cui mancata osservanza autorizza le autorità di vigilanza e controllo a intervenire con sanzioni e/o provvedimenti coattivi per il ripristino delle condizioni previste. In un’interpretazione estensiva, moltissime aziende sono soggette all’osservanza di r. p.; vi sono infatti in tutti gli ordinamenti norme relative al capitale sociale minimo necessario per esercitare attività in forme societarie formalizzate o alla destinazione di una parte degli utili di esercizio alla costituzione di riserve legali o statutarie o alle modalità di costituzione di altre poste relative ad accantonamenti prudenziali. In senso stretto, invece, i r. p. si riferiscono alle condizioni concernenti la struttura del bilancio delle banche e delle società finanziarie soggette a vigilanza elaborate dal cosiddetto Comitato di Basilea (➔ Basilea, comitato di), sintetizzate nelle raccomandazioni da esso emanate a più riprese (note come Basilea I, II e III rispettivamente; ➔ Basilea, accordi) e tradotte (o in corso di traduzione), da organismi internazionali, in norme o regole di osservanza obbligatoria.
La pressione competitiva incentiva banche e altri intermediari finanziari ad aumentare la redditività attesa sul capitale proprio (Return On Equity; ➔ ROE) con una strategia doppiamente rischiosa. Una prima leva consiste nell’aumentare la rischiosità delle politiche di impiego dell’attivo. Essa è positivamente correlata alla redditività attesa e ciò fa aumentare il rendimento previsto dell’attivo (Return On Asset; ➔ ROA). La seconda mossa consiste nell’incremento della proporzione fra totale dell’attivo e fondi propri. Essa fa crescere il ROE a parità di ROA, come dimostrato dalla relazione ROE=ROA (attivo/capitale proprio). Ciò determina una traslazione del rischio dagli azionisti ai finanziatori che assume rilievo del tutto particolare nel settore bancario differenziandolo dagli altri settori produttivi. I finanziatori di questo specifico settore non sono infatti operatori specializzati nell’attività di finanziamento, ma semplici risparmiatori che mettono a disposizione delle banche i loro risparmi in depositi, in conti correnti o in altre forme di investimento senza saper apprezzare la vera rischiosità di tali operazioni. Si aggiunga che l’insolvenza di una banca può determinare, molto più di quelle di una impresa operante in altri comparti, disastrose conseguenze di contagio. L’esigenza di difendere i risparmiatori e di scongiurare effetti di sistema spiega l’attenzione dedicata, a partire dalla fine degli anni 1980, alla fissazione di limiti rigidi in materia di r. patrimoniali.