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RESCIAL

di A. Bisi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)
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RESCIAL

A. Bisi

Nome di una giovane donna su uno specchio bronzeo etrusco, da Talamone.

La scena probabilmente deve essere considerata una trasposizione, alquanto libera, in ambiente etrusco, del mito di Medea e Giasone, e particolarmente dell'episodio, narrato da Apollonio Rodio (Argon., iii, 845 ss.), in cui la maga dà all'eroe il ϕάρμακον Προμήϑειον per domare i tori e condurre a termine l'impresa di arare il campo seminato coi denti del drago.

La rappresentazione mostra due donne che offrono da bere in una coppa a un efebo seduto; quella che l'iscrizione definisce Metvia (?) = Medea (?), pone sotto il suo viso la patera, mentre alle spalle del giovane sta in piedi Minerva (Menrva) con egida e gorgonèion, tenendo un orciolo da cui è stata versata la pozione (che nella versione di Apollodoro è più propriamente un unguento); a destra di questo gruppo è R., una giovinetta di statura alquanto minore delle altre figure, vestita di un trasparente chitone, che lascia scoperto il corpo fin quasi alla vita: in testa ha un diadema che reca fissati verticalmente dei rametti fronzuti a guisa di corona; essa tiene nella sinistra un uccello, con cui sembra giocare tirandone all'insù una delle ali. Seppure la scena allude veramente al mito di Medea, è da vedersi in R. una sua ancella o compagna. Per l'etimologia del nome v. reschualc.

Bibl.: W. Helbig, Specchio di Telamone, in Bull. Inst., VI, giugno 1878, p. 144; illustrato nei Mon. Inst., XI, 1879-83, tav. III, n. 7; O. Höfer, in Roscher, IV, 1909-15, c. 75-76, s. v.

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