RESCIAL
Nome di una giovane donna su uno specchio bronzeo etrusco, da Talamone.
La scena probabilmente deve essere considerata una trasposizione, alquanto libera, in ambiente etrusco, del mito di Medea e Giasone, e particolarmente dell'episodio, narrato da Apollonio Rodio (Argon., iii, 845 ss.), in cui la maga dà all'eroe il ϕάρμακον Προμήϑειον per domare i tori e condurre a termine l'impresa di arare il campo seminato coi denti del drago.
La rappresentazione mostra due donne che offrono da bere in una coppa a un efebo seduto; quella che l'iscrizione definisce Metvia (?) = Medea (?), pone sotto il suo viso la patera, mentre alle spalle del giovane sta in piedi Minerva (Menrva) con egida e gorgonèion, tenendo un orciolo da cui è stata versata la pozione (che nella versione di Apollodoro è più propriamente un unguento); a destra di questo gruppo è R., una giovinetta di statura alquanto minore delle altre figure, vestita di un trasparente chitone, che lascia scoperto il corpo fin quasi alla vita: in testa ha un diadema che reca fissati verticalmente dei rametti fronzuti a guisa di corona; essa tiene nella sinistra un uccello, con cui sembra giocare tirandone all'insù una delle ali. Seppure la scena allude veramente al mito di Medea, è da vedersi in R. una sua ancella o compagna. Per l'etimologia del nome v. reschualc.
Bibl.: W. Helbig, Specchio di Telamone, in Bull. Inst., VI, giugno 1878, p. 144; illustrato nei Mon. Inst., XI, 1879-83, tav. III, n. 7; O. Höfer, in Roscher, IV, 1909-15, c. 75-76, s. v.