residuo economico
Nella riclassificazione del reddito d’impresa, il r. e. coincide con la remunerazione dell’imprenditore. L’analisi delle voci del bilancio aziendale permettono un’accurata valutazione del livello di produttività ed economicità dell’impresa. Tale valutazione è spesso supportata dall’utilizzo di tecniche di riclassificazione del bilancio, basate sull’aggregazione di molteplici voci presenti nel bilancio aziendale e volte a una migliore comprensione dell’andamento dei flussi economici e finanziari. In particolare, le tecniche di riclassificazione sono utili a evidenziare la struttura del reddito (e dunque i livelli della produzione) e il valore aggiunto, e sono di notevole importanza nelle operazioni di fusione e acquisizione, nelle procedure propedeutiche all’erogazione del credito da parte di istituti bancari, e nei casi di ristrutturazione o liquidazione delle imprese in crisi. Per far ciò, si procede al calcolo dei valori della produzione realizzata (ricavi netti + Δ delle scorte di produzione + Δ delle scorte di semilavorati + costi capitalizzati per lavori interni). Da tale ammontare si ottiene il valore aggiunto lordo, sottraendo i consumi di materie prime (acquisti − Δ scorte di materie prime) e i costi dei servizi, con l’esclusione di quelli sostenuti per gli interessi e il lavoro. Sottraendo le quote degli ammortamenti al valore aggiunto lordo, si ricava il valore aggiunto netto. Per il calcolo del r. e., si deve procedere alla sottrazione dal valore aggiunto netto dei costi per la remunerazione del lavoro, delle imposte e del capitale (interessi passivi e dividendi).