resistance mapping
<riʃìstëns mä'piṅ> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Espressione che fa riferimento a progetti e pratiche cartografiche che per temi e scopi risultano alternative a quelle degli enti cartografici istituzionali. Anche l’espressione counter-mapping assume il medesimo valore antagonistico alla cartografia ufficiale, ma è in genere usato per indicare progetti di valorizzazione delle identità e degli ambienti locali che impiegano prassi cartografiche specificamente adattate a quelle esigenze e quindi in contrapposizione a quelle tradizionali imposte dall’esterno. Le pratiche di r. m., che si sono diffuse negli anni novanta del Novecento, soprattutto nel mondo anglosassone, hanno beneficiato di due fenomeni concomitanti che hanno messo in crisi la cartografia tradizionale: la diffusione di strumentazione per la produzione di carte geografiche al di fuori degli ambiti professionali tradizionali e le pesanti critiche rivolte da alcuni studiosi alla tradizionale visione positivista e statocentrica della cartografia ufficiale. Infatti, i protagonisti di esperienze di r. m. sono in genere studiosi di orientamento radicale collocati esplicitamente su posizioni di contestazione al sistema e spesso attivi all’interno di movimenti sociali. Nei loro lavori si propone una dura critica alla ragione cartografica e si sperimentano prassi alternative al discorso egemonico del potere ufficiale. Alla base delle pratiche di r. m. sono evidenti alcuni pregiudizi ideologici (per es. contro il sistema capitalistico o il diritto di proprietà) e il rifiuto del vigente sistema delle relazioni internazionali (ruolo degli stati, funzione dei confini, ecc.). Utile ai fini di inquadramento del settore è la rassegna di Crampton e Krygier An introduction to critical cartography (2005). L’opera maggiormente rappresentativa del genere è An atlas of radical cartography, a cura di Mogel e Bhagat (2007). Le pratiche di r. m. contengono un forte potenziale di critica all’ordine costituito, nel senso che immaginano situazioni e gerarchie alternative a quelle ufficiali e propongono una visione totalmente innovativa degli spazi politici. La ricchezza della simbologia presente nelle carte prodotte secondo i principi del r. m. risulta funzionale a mostrare gli interessi alla base delle vicende politiche finendo implicitamente con il mettere in discussione situazioni consolidate. Per es., mostrando apertamente gli interessi occidentali in Medio Oriente (attraverso indicazioni dei giacimenti petroliferi, delle infrastrutture, della rete di alleanze, ecc.), il lettore viene invitato a riflettere sulle ragioni che si nascondono dietro le mosse diplomatiche o le dichiarazioni di guerra. Mentre la carta tradizionale finisce per certificare gli assetti di potere già presenti sul territorio, il discorso veicolato dalle carte di r. m. tende dunque a legittimare visioni anticonformiste ed evidenziare espressioni non tradizionali del potere, lasciando immaginare assetti alternativi a quelli costituiti.