responsabilita sociale dell'impresa
responsabilità sociale dell'imprésa locuz. sost. f. – Da tempo, si è diffusa la consapevolezza che l’impresa non costituisce una realtà isolata e chiusa in sé stessa, ma una entità che si colloca e opera in un determinato contesto ed è necessariamente chiamata a relazionarsi con l’esterno. Da tale consapevolezza discende il convincimento che è funzionale all’impresa, nonché al raggiungimento dell’obiettivo primario e costante del profitto e al conseguimento e all’incremento del proprio successo, farsi carico delle interazioni che ogni attività economica genera e determina nel mercato e nella comunità sociale di riferimento. Cosicché, rispetto all’assoluta centralità (per non dire, esclusività) che in passato assumeva l’interesse degli azionisti (shareholders) si è presa coscienza della rilevanza degli interessi degli stakeholders, cioè di quei soggetti (fornitori, lavoratori, consumatori, comunità locali) a vario titolo coinvolti nell’attività propria dell’impresa, di produzione e di scambio di beni e/o servizi. Ed è in questa prospettiva che si invoca e si propugna una vera e propria svolta etica, che dovrebbe attuarsi mediante l’adozione, da parte degli operatori economici, di comportamenti eticamente orientati e socialmente responsabili che superino l’angusta logica della mera massimizzazione del profitto. Con la formula responsabilità sociale dell’mpresa (RSI) – o con quella, equivalente di origine anglosassone, di corporate social responsability (CSR) – s'indica, dunque, un modello di azione imprenditoriale caratterizzato dall’attenzione accordata a interessi ulteriori e diversi rispetto alla valorizzazione del capitale e all’incremento degli utili (shareholder value). Della conformazione a un simile modello costituirebbero manifestazioni concrete e indici rivelatori le scelte – liberamente assunte dalle imprese – di dotarsi di codici etici, di predisporre bilanci sociali e di sostenibilità, di svolgere l’attività produttiva nel rispetto dei diritti umani e delle risorse ambientali, di adottare elevati standard di sicurezza del lavoro e dei prodotti. Il tema della responsabilità sociale dell’impresa, che in Italia ha alimentato nell’ultimo decennio un vivace dibattito tra economisti e tra giuristi, compare anche negli atti ufficiali dell’Unione Europea a partire dal 2001 con il Libro verde - Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese (Commissione CE), laddove la RSI viene definita come «l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate». Nella prospettiva dell'instaurazione di un nuovo ordine economico-produttivo, rispettoso dei beni ambientali, del valore della solidarietà e della dignità dell’uomo, la responsabilità sociale delle imprese ha recentemente trovato ampio spazio, e risonanza universale, nell’Enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate (2009). La RSI torna, dunque, a riproporre in termini nuovi e con mutati accenti il tema antico dei rapporti tra etica ed economia; e, ancor più, il problema delle relazioni tra regole etiche e disciplina giuridica del mercato. Ma solleva anche un interrogativo: se scelte imprenditoriali socialmente responsabili possano rimanere affidate alla spontanea decisione di singoli operatori economici o debbano essere imposte da una regolazione giuridica del mercato più penetrante. In altre parole: se l’affinamento della sensibilità sociale e l’accoglimento di istanze etiche debba orientare la condotta delle imprese o guidare le scelte normative del legislatore.