Restaurazione
Nella pubblicistica e nella storiografia francese dell’Ottocento è il nome con cui si indica l’epoca del ristabilimento sul trono di Francia del ramo primogenito dei Borbone, dopo la Rivoluzione e l’impero napoleonico. Dalla storia di Francia il termine passò a designare tutto il periodo di storia europea che va dal 1815 al 1830, caratterizzato dalla lotta tra le vecchie monarchie restaurate e le nuove idee di libertà e di nazionalità. La R. non fu una mera reazione: a eccezione della Spagna e di alcuni principati tedeschi e italiani (Modena), gli Stati europei furono retti o con il regime costituzionale o con quello dell’assolutismo settecentesco. Le società segrete reazionarie, politiche o culturali, furono così perseguitate o sciolte (Calderari a Napoli e Amicizia cattolica a Torino). La liquidazione delle velleità di anacronistici ritorni al passato degli ex ordini privilegiati della nobiltà e del clero fu uno dei più notevoli risultati della Restaurazione. Furono mantenuti i codici e il sistema amministrativo che erano il frutto del movimento secolare delle monarchie europee verso l’accentramento dei poteri e il livellamento delle classi. Gli interessi creati dalla Rivoluzione, cioè gli acquisti dei beni ecclesiastici e feudali, furono garantiti. I problemi della ricostruzione economico-finanziaria furono affrontati da una schiera di amministratori aggiornati e preparati e il credito pubblico, già saldamente fondato nei Paesi anglosassoni, si affermò anche nell’Europa continentale con la rigorosa adempienza dello Stato ai suoi obblighi. Nel periodo della R. si elaborarono, da un lato, i concetti di Stato forte e di potenza, dall’altro quelli di libertà e di civiltà. Il liberismo e il socialismo, l’autoritarismo e il liberalismo, il nazionalismo e il radicalismo, tutti i movimenti politici ed economici moderni sorsero durante la Restaurazione. La pace tra le potenze fu mantenuta con grande abilità da diplomatici come C. von Metternich e R.S. Castlereagh. Ma se la R. in alcuni Paesi assolse i compiti della ricostruzione e riuscì a comprimere le vecchie forze che aspiravano a una controrivoluzione, non riconobbe tuttavia le nuove idee di libertà e di nazionalità. Con le repressioni poliziesche e militari e con i processi si crearono i martiri delle nuove idee, facendo del patriottismo liberale quasi una religione. Finché riuscì a mantenere solidale al suo interno l’Europa assolutista, Metternich poté facilmente dominare il nemico, ma, nonostante la sua abilità, come non era possibile comprimere le forze morali della nuova Europa, così non era possibile negare le naturali aspirazioni di espansione politica e commerciale delle altre grandi potenze, della Russia e dell’Inghilterra. Opponendosi al sistema di immobilità internazionale promosso da Metternich, le due nazioni permisero il trionfo dei principi di libertà e di nazionalità nell’America Meridionale, in Portogallo, in Grecia, mentre in Francia Carlo X, appoggiandosi al partito degli ultras, provocò la Rivoluzione di luglio (1830). Sebbene la Rivoluzione di luglio non riuscisse a diffondere in modo duraturo la sua efficacia in tutta Europa, essa segna il termine della Restaurazione.