rete organizzativa
Insieme di organizzazioni autonome legate da specifiche relazioni di interdipendenza e specifici meccanismi di coordinamento. I meccanismi di coordinamento possono essere sia formali sia informali e possono avere natura economica o sociale. All’interno della r., gli scambi tra le varie imprese (dette anche attori della r. o nodi), possono avere a oggetto sia risorse materiali (per es., prodotti e componenti) sia risorse immateriali (per es., informazioni e conoscenze).
A seconda degli attori della r., le relazioni possono essere di tipo orizzontale o di tipo verticale. Le relazioni di tipo orizzontale sono tra imprese che svolgono le medesime attività della catena del valore, al punto di essere tra loro concorrenti. In questo tipo di relazioni le imprese si scambiano informazioni e conoscenze e sono anche dette r. di condivisione (resource pooling). Le relazioni di tipo verticale sono tra imprese che svolgono attività diverse, in cui un’impresa è fornitrice di un’altra. In questo tipo di relazioni le imprese si scambiano beni e servizi e sono anche dette r. di trasferimento (resource transferring).
L’incentivo per un’impresa a partecipare a una r. o. è l’accesso a risorse (materiali e/o immateriali) di cui non dispone o non ha convenienza a costituire internamente (➔ anche make or buy). I meccanismi di coordinamento tra gli attori di una r. o. possono avere base contrattuale, cioè la partecipazione e lo scambio sono regolati da clausole contrattuali, o base sociale, ovvero la partecipazione e lo scambio sono regolati in maniera preponderante da logiche informali basate sulla conoscenza reciproca, sulla fiducia, e sulla condivisione di valori di fondo. I meccanismi di tipo contrattuale regolano per es. la partecipazione ai consorzi o gli accordi tra imprese. I meccanismi su base sociale caratterizzano invece, per es., la partecipazione a r. o. nell’ambito di distretti industriali (➔ distretto industriale), che sono permeati dalla conoscenza reciproca tra le imprese, facilitata dalla vicinanza geografica e culturale oltre che dalla comune specializzazione settoriale. Gli studi sulle r. o. hanno dimostrato la loro ‘superiorità’ nel raggiungere obiettivi considerati tipicamente antitetici, quali l’efficienza e la flessibilità. La r. o. infatti, a differenza delle soluzioni organizzative basate sull’integrazione verticale, può conseguire minori costi di produzione e di coordinamento grazie allo sfruttamento di economie di scala accompagnate da elevata flessibilità produttiva.
Nonostante il carattere ‘partecipativo’ della r. o., alcuni studi hanno dimostrato che l’efficacia della soluzione è condizionata dalla presenza di un centro in grado di favorire il coordinamento e la condivisione all’interno della r. tra i vari nodi. Si tratta della cosiddetta impresa focale che è attiva nella gestione e diffusione della conoscenza tra i vari nodi, favorisce l’incontro tra nodi della r. non collegati direttamente, e mantiene attivo l’intento cooperativo tra le imprese all’interno della r. stessa. Il ruolo dell’impresa focale diventa determinante quanto maggiore è l’incertezza che caratterizza l’ambiente di riferimento della r. organizzativa. In questo caso, infatti, la definizione di meccanismi contrattuali non può essere esaustiva rispetto a tutti gli stati del mondo che le imprese della rete devono affrontare.
Le tipologie di r. più comuni sono: le r. burocratiche, che adottano meccanismi di coordinamento basati su norme, procedure e programmi (per es. associazioni di categoria e consorzi, o contratti di franchising e di licensing); le r. proprietarie, in cui un’unica impresa ha forti relazioni di influenza e negoziali verso le imprese della r. avendo partecipazioni nel capitale di ciascuna; le r. sociali, i cui meccanismi di coordinamento sono basati su legami informali sia a livello individuale sia collettivo, sulla comunanza di valori e sulla reciprocità degli scambi (per es. i distretti industriali).