RETHYMNO
Museo. - Già nella Loggia, edificio veneziano della fine del XVI sec. o degli inizî del XVII, utilizzato come circolo dei nobili, è stato oggi trasferito sulla collina della fortezza, in un edificio presso la porta orientale del castello. In esso sono esposti oggetti rinvenuti nel distretto di R. che coprono l'intero corso della millenaria storia del sito, dal Neolitico all'epoca romana e fino alla dominazione veneziana.
Il Neolitico (5700-2800 a.C.) è rappresentato da ceramica, idoletti litici e fittili, utensili in pietra e in osso e oggetti di ornamento in pietra dalla grotta di Gherani, a 9 km dalla città, verso O. Uno degli idoletti litici del tipo detto steatopigico rappresenterebbe, secondo una delle numerose interpretazioni proposte per l'uso di queste figurine, la dea-madre della natura. Gli strumenti in osso esposti provengono da una manifattura localizzata nella grotta stessa.
Ceramica neolitica e dell'Antico Minoico proviene anche dalla grotta di Elenes Amariou.
I periodi protopalaziale e neopalaziale, che segnano la massima fioritura della civiltà minoica, non sono sufficientemente rappresentati nel museo, benchè gli scavi e i rinvenimenti della regione ne abbiano dato significativi esempi. Al contrario, una notevole collezione di statuine e di làrnakes offre un interessante quadro della cultura del periodo postpalaziale (1400-1100 a.C.).
Al Tardo Minoico I si data una lucerna di serpentino con alta base, proveniente dalla villa neopalaziale di Mixorruma presso Haghios Vasilios. Due idrie in bronzo, realizzate con lamine congiunte tramite piccoli chiodi, contribuiscono alla conoscenza della metallurgia del periodo neopalaziale; una di esse reca sull'ansa una sorta di catenella, forse per assicurare un coperchio. Al Tardo Minoico I è assegnata anche una doppia ascia in bronzo, con un bucranio inciso, rinvenuta, assieme ad altre due, presso Elenes Amariou: tracce di uso sul filo del taglio dimostrano che fu impiegata come utensile. Un raro tipo di vaso, principalmente del Tardo Minoico III A, è la fiaschetta sferica minoica, caratterizzata dall'esecuzione separata delle due calotte, successivamente congiunte, da cui è formato il corpo. La fiasca Π 95 del museo proviene dal quartiere di Mastabas nella città di R., probabilmente da una tomba, e si data al Tardo Minoico II. Rappresenta il più antico esempio di fiaschetta sferica di questo tipo ed è verosimilmente di fabbrica cnossia. Nella stessa zona era stata rinvenuta, nel 1947, una tomba con una serie di vasi del Tardo Minoico III. Di questi il cratere anforoide Π 92, decorato con un polpo, è prodotto dalla «bottega di Kydonia», mentre la bassa coppa ornata internamente con motivi a palma mostra caratteristiche che rivelano rapporti con Cipro. Vasi notevoli provengono dalla vasta necropoli di Armeni Rethymnis, del Tardo Minoico III A/B, una delle più importanti di Creta. Oltre alla ricca ceramica, la necropoli ha restituito sarcofagi particolarmente interessanti. Anche in questo caso si identificano prodotti tipici della «bottega di Kydonia», come l'anfora a staffa Π 1628, decorata con un polpo. Il repertorio delle forme è assai vario: sono presenti alàbastra, pissidi, anfore a tre anse, brocche, fiasche, kàlathoi, thymiatèria.
I sarcofagi fittili a cassa, con decorazione dipinta, esposti nel museo, sono stati rinvenuti in diverse località della provincia. Si datano al Tardo Minoico III A e Β e in un certo numero sono prodotti della medesima officina. Motivi caratteristici del repertorio ornamentale sono le spirali, gli elementi a papiro, le palme, i polpi, gli Argonauti, uccelli singoli o in contesti composti.
Una piccola collezione di statuine fittili comprende, tra l'altro, tre idoletti del Tardo Minoico III del tipo a «φ», di chiara derivazione micenea; la loro provenienza è dubbia. Un esempio caratteristico di statuetta del tipo della dea con le braccia alzate è rappresentato dalla figurina del Tardo Minoico III Β, con base cilindrica, da Pankalochori Rethymnou. Un primitivo esemplare di questa categoria, datato prima del Tardo Minoico III A - probabilmente nel Tardo Minoico I - è rappresentato dalla statuina da Sachturia di Haghios Vasilios che mostra uno stadio assai antico dello sviluppo del tipo, dove è assente lo schematismo proprio degli esemplari di epoca successiva.
I periodi subminoico e geometrico sono rappresentati da un limitato numero di bronzetti e di figurine fittili.
Ai periodi arcaico e orientalizzante (VII-VI sec. a.C.), l'ultima grande stagione d'arte dell'isola di Creta, appartengono un gorgòneion litico da Axòs Mylopotamou, una statua femminile seduta da Guledianà Rethymnou, iscrizioni da Axòs e da Eleutherna Mylopotamou, e statuine fittili, testine e mitre, ancora da Axòs; infine bronzi, quali un elmo con la raffigurazione a rilievo di un carro, da Onythè Rethymnou, e una mitra, inedita.
L'età classica (V-IV sec. a.C.) è rappresentata da due stele sepolcrali del V sec. a.C., una, da Eleutherna, con figura di guerriero, l'altra, da Stavromenos Rethymnis, con un giovinetto che sorregge nella sinistra uno striglie e un aryballos, mentre con la destra porge al suo cane un volatile. La statua di un fanciullo nudo che tiene un'anatra e un frutto appartiene a un gruppo di opere che pone il problema degli apporti attici all'arte cretese dalla fine del IV sec. a.C. Dell'interessante raccolta di vasi a figure rosse del IV sec. a.C. fanno parte pelìkai attiche del Pittore delle Amazzoni.
In età ellenistica si datano iscrizioni con decreti di prossenia da Thronos Amariou (antica Sybritos), vasi, lucerne, statuine fittili e bronzee.
In epoca romana l'isola di Creta vive ancora un periodo di fioritura: nel museo è espiosta una notevole collezione di sculture romane. Da Eleutherna provengono due statue femminili acefale del tipo della Ercolanese e un gruppo di Dioniso con satiro; dalla antica Làppa (odierna Ar- gyroupoli) statue di Artemide, Afrodite, Faustina e un rilievo votivo con le Ninfe. La statua di Afrodite, del tipo «Louvre-Napoli», si data alla prima età imperiale.
Da un antico naufragio presso Haghia Galini (antica Soulia) provengono statuette bronzee e altri materiali di epoca romana.
La collezione numismatica del museo comprende monete di epoca greca, romana e bizantina e ha un carattere spiccatamente locale.
All'epoca della dominazione veneziana appartengono due frammenti del rilievo della Porta Guora e due lastre di un orologio pubblico, recanti a rilievo una un sagittario, l'altra uno stemma.
Bibl.: Preistoria: Grotta di Gherani: Y. Tzedakis, in ADelt, XXV, 1970, B' Chron., pp. 474-476. - Elenes Amariou: S. Marinatos, in AA, 1933, cc. 296-298; A. Kanta, The Late Minoan III Period in Crete. A Survey of Sites, Pottery and Their Distribution (Studies in Mediterranean Archaeology, 58), Göteborg 1980, p. 205.
- Mastabas Rethymnou: Y. Tzedakis, Minoan Globular Flasks, in BSA, LXVI, 1971, pp. 363-368; C. Mavriyannaki, Vasi inconsueti del Tardo Minoico da Rethymno e rapporti con la ceramica cipriota, in RDAC, 1973, pp. 83-90; A. Kanta, op. cit., p. 211.
- Armeni Rethymnou: Y. Tzedakis, in ADelt, XXV, 1970, B' Chron., pp. 476-477; XXVI, 1971, Β ' Chron., pp. 513-516; XXVII, 1972, Β' Chron., pp. 639-644; XXIX, 1973-74, B ' Chron., pp. 917-921; XXXI, 1976, Β ' Chron., pp. 368-372; XXXIII, 1978, Β' Chron., pp. 378-381. V. inoltre: Y. Tzedakis, Λαρνακες υστερομινωικου νεκροταφείου Αρμενων Ρεθύμνης, in AAA, IV, 1971, pp. 216-222; Α. Kanta, op. cit., p. 213. - Sarcofagi: C. Mavriyannaki, Recherches sur les larnakes minoennes de la Crète occidentale (Incunabula Graeca, 54), Roma 1972; A. Kanta, op. cit., pp. 290-293. - Starnine: Y. Tzedakis, A Minoan Goddess Idol from Sakhtouria, in BSA, LXII, 1967, pp. 203-205; C. Mavriyannaki, Ειδώλια τυπου Φ εκ της επαρχίας Ρεθύμνης, in AEphem, 1974) Chron., pp. 16-18; A. Kanta, op. cit., pp. 201, 209, 214.
Età orientalizzante e arcaica: M. Guarducci, Inscriptiones Creticae, II, Roma 1939, pp. 42-82, 141-174; G. Rizza, Le terrecotte di Axòs, in ASAtene, XLV- XLVI, 1967-1968, pp. 211-302; Th. Karaghiorga, Γοργειη κεφαλή, Atene 1970, pp.33, 40; H· Hoffmann, Early Cretan Armorers, Magonza 1972, pp. 41-46.
- Età classica: Y. Papaoikonomou, L'enfant aux astragales. A propos d'une stèle funéraire crétoise, in BCH, CV, 1981, pp. 255-263; D. Woysch-Méautis, La représentation des animaux et des êtres fabuleux sur les monuments funéraires grecs. De l'époque archaïque à la fin du 4e siècle av. J. C., Losanna 1982, pp. 54, 125. - Età romana: D. Papastamou, K. Staehler, Αγαλμα Αφροδίτης αυτοκρατορικών χρονών, in KretChron, XXIV, 1982, pp. 93-106.
(Ν. Metaxa-Prokopiu)