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RETINA

di Giuseppe Ovio - Enciclopedia Italiana (1936)
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RETINA

Giuseppe Ovio

. È la più interna delle membrane che costituiscono le pareti del bulbo oculare. Membrana nervosa, di squisita sensibilità specifica, va considerata la parte essenziale dell'organo della visione, perché è su di essa che la luce (stimolo fisico) si trasforma opportunamente così da dare un'impressione (stimolo fisiologico) che, arrivata al cervello, diventa sensazione luminosa. È sottile appena qualche decimo di millimetro, e si adapia sulla sottoposta membrana coroidea presso a poco come la pellicola dell'uovo è adagiata sul guscio calcareo. La retina presenta una struttura assai complessa, e nel suo spessore presenta una grande quantità di elementi ben distinti e sovrapposti, distribuiti uniformemente in strati. Comunemente questi strati s'indicano in numero di dieci, ma si tratta di una distinzione più che altro scolastica. La struttura della retina è analoga a quella del cervello, e anche embriologicamente sappiamo che la retina è infatti un vero e proprio diverticolo del cervello, unita a questo dal nervo ottico, il quale così, più che un nervo, apparisce come una commessura cerebrale. Più che in dieci strati, è bene considerare la struttura della retina formata principalmente da tre neuroni, cioè da tre elementi nervosi sovrapposti, ognuno composto di un corpo cellulare, di un nucleo e di speciali prolungamenti. Le estremità dei prolungamenti di ciascun neurone si uniscono con i prolungamenti degli altri in modo da formare una catena, e così i tre neuroni si possono considerare altrettante stazioni per cui passa lo stimolo luminoso che nel cervello diviene sensazione. Adagiato sulla coroidea è uno strato epiteliale ricco di pigmento oscuro; poi viene il primo neurone che è chiamato neuroepiteliale e che presenta terminazioni differenziate in forma di bastoncini e di coni. In questi due strati avvengono per azione della luce dei mutamenti fisico-chimici, visibili col microscopio e che non mancano di apparire sorprendentissimi perché sembra quasi di poter osservare la trasformazione dello stimolo fisico (luce) in stimolo fisiologico (sensazione). In nessun'altra parte del nostro corpo arriviamo così vicini all'intimo processo della vita. Al primo neurone con bastoncini e coni, segue un neurone intermedio, e a questo il terzo neurone più interno, caratterizzato da grosse cellule ganglionari. I prolungamenti di queste cellule, riunendosi in fascio, costituiscono le fibre del nervo ottico. Non è dunque esatto dire che la retina è la terminazione del nervo ottico, perché ne è invece il principio, e le fibre del nervo ottico (in massima parte) provengono dalla retina e non dal cervello, talché, se si taglia il nervo ottico, va prima in atrofia il moncone attaccato al cervello, e poi quello attaccato alla retina. La retina tappezza tutta la superficie interna del bulbo, ma giunta in avanti, dove comincia il corpo cigliare, si assottiglia bruscamente (ora serrata). Qui però non si arresta, ma assottigliata e ridotta a due soli strati di epitelio, tappezza anche il corpo cigliare e l'iride, costituendo la parte cigliare e la parte iridica della retina. In queste due parti la retina ha perduto la sua sensibilità, sicché si può dire che la retina ottica termina all'ora serrata (v. occhio).

Vedi anche
occhio anatomia e medicina Organo di senso per la ricezione degli stimoli luminosi, che vengono trasmessi ai centri nervosi dando origine alle sensazioni visive. 1. Anatomia comparata 1.1 Invertebrati. - Molti Invertebrati reagiscono agli stimoli luminosi grazie alla presenza di cellule sensoriali isolate ... coroide Membrana vascolare dell’occhio interposta tra retina e sclerotica (anche detta membrana coroidea). Perforata posteriormente dal nervo ottico, termina poco davanti all’equatore dell’occhio, continuandosi col corpo ciliare e l’iride, assieme ai quali forma la cosiddetta tunica uvea, la membrana vascolare ... anopsia In oculistica, il mancato uso della funzione visiva. È determinata per lo più da strabismo, opacità della cornea, del cristallino ecc., e può condurre ad ambliopia poiché la retina di un occhio fuori esercizio finisce con il percepire sempre meno bene le immagini. Rimuovendo la causa dell’anopsia, il ... ipovedènte ipovedènte Persona con capacità visiva molto indebolita, al limite della cecità. L'ipovedente presenta un campo visivo limitato (per es. riduzione della visione periferica), ipersensibilità alla luce o difficoltà di movimento degli occhi. Possono essere causa di ipovisione alterazioni retiniche, lesioni ...
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  • retina
    Enciclopedia on line
    Membrana nervosa che costituisce la tunica interna dell’occhio e si estende dal nervo ottico all’orifizio pupillare. Anatomia Anatomia umana. Nella r. si distinguono tre porzioni: una posteriore (porzione coroidea della r. o parte ottica della r. o solo r.), una media (porzione ciliare della r. o r. ...
  • retina
    Dizionario delle Scienze Fisiche (2012)
    rètina [Lat. retina, dim. di rete (per i vasi sanguiferi che vi s'intrecciano)] [FME] Membrana di natura nervosa che costituisce la tunica interna dell'occhio e porta i fotorecettori (coni e bastoncelli) che convertono, attraverso reazioni biochimiche, i segnali luminosi captati dall'occhio in segnali ...
  • retina
    Dizionario di Medicina (2010)
    Enrica Strettoi Membrana nervosa, sottile e trasparente, adagiata sulla superficie interna dell’occhio e interposta tra il corpo vitreo e la coroide; durante l’embriogenesi, si sviluppa dall’epitelio neurale della coppa ottica, una evaginazione del diencefalo e costituisce quindi una vera e propria ...
Vocabolario
rètina
retina rètina (ant. retìna) s. f. [dal lat. mediev. retina, der. di rete «rete» (per i vasi sanguiferi che vi s’intrecciano), termine introdotto dal medico arabo Costantino Africano († 1087), propriam. come agg. (e con pron. piana), tunica...
retina
retina s. f. [dim. di rete]. – Piccola rete, reticel-la (per la r. per capelli, o assol. retina, v. rete, n. 1 c).
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