reverendo
Vale " degno di reverenza " e, come i vocaboli di ugual etimo, esprime l'idea della soggezione, materiata di timore e di rispetto, che si deve a un'autorità suprema. Di qua la definizione dell'aquila quale segno / che fé i Romani al mondo reverendi (Pd XIX 102), " degni di reverenza " (Venturi e altri).
Il corrispondente gerundivo latino ricorre come titolo di onore rivolto a un ecclesiastico solo nel sommario di Ep I, diretta, com'è noto, al Reverendissimo... domino Nicholao... Ostiensi et Villatrensi episcopo, cioè al cardinale Niccolò da Prato.