reverire
Vale " riconoscere la nostra soggezione a un'autorità superiore " e manifestare questo nostro sentimento di devozione, di rispetto e di ossequio con l'obbedienza o con l'atteggiamento esteriore: Cv IV IX 16 diffinire di gentilezza non è de l'arte imperiale; e se non è de l'arte, trattando di quella, a lui [imperatore] non siamo subietti; e se non siamo [subietti], reverire lui in ciò non siamo tenuti. Cfr. anche VII 1.
L'infinito sostantivato ricorre in Pg XIX 129 con il valore concreto di " atteggiamento esteriore con cui si dimostra reverenza " (in questo caso, inginocchiandosi): Io m'era inginocchiato e volea dire / ... io cominciai ed el s'accorse / solo ascoltando, del mio riverire: Adriano V, steso bocconi a terra, si accorse che io mi ero inginocchiato accanto a lui dal fatto che la mia voce giungeva più prossima alle sue orecchie.