revisionismo
In politica internazionale, atteggiamento di forte critica o di totale rifiuto dell’assetto politico-territoriale stabilito dai trattati e l’aspirazione a mutarlo. Si è parlato, in partic., di r. in riferimento al ventennio fra le due guerre mondiali, per indicare il desiderio, e l’azione a esso conseguente, di modificare la sistemazione politico-territoriale creata dai trattati di pace alla fine della Grande guerra. Il r. si sviluppò principalmente nei Paesi sconfitti (Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria), che risentivano delle dure condizioni di pace e delle pesanti decurtazioni territoriali subite. ● Nella storia del marxismo, il r. è una delle linee interpretative e delle correnti che si afferma dalla fine del sec. 19° alla Prima guerra mondiale, prendendo le mosse in particolare dalla elaborazione di E. Bernstein. Secondo quest’ultimo, lo sviluppo capitalistico non aveva comportato né una crescente polarizzazione della società, né un inasprimento della lotta di classe; i metodi e gli obiettivi rivoluzionari erano dunque superati e il movimento operaio, che intanto andava affermando la sua forza organizzata, sarebbe avanzato grazie a un percorso graduale di riforme sociali: in tal senso, per Bernstein, «il fine», ossia il socialismo, «è nulla, e il movimento tutto». Tali tesi suscitarono un’ampia discussione (Bernstein-Debatte) nella socialdemocrazia tedesca e nei principali partiti socialisti europei, e le posizioni di Bernstein furono respinte da K. Kautsky e R. Luxemburg. Tuttavia tale impostazione era destinata a influenzare la parte del movimento operaio che nel 20° sec. portò avanti una politica di tipo riformista e gradualista (➔ ). Di «moderno r.» si è parlato anche per indicare le correnti riformatrici emerse nei Paesi dell’Est europeo a partire dal 1956; ma nel corso della polemica cino-sovietica che scoppiò tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del Novecento, di r. vennero tacciati lo stesso N. Chruščëv e la linea affermata da quest’ultimo al 20° Congresso del PCUS. ● In storiografia, r. è la tendenza a modificare interpretazioni storiche ormai consolidate, soprattutto sulla base di ricerche dirette a riconsiderare particolari aspetti dei fenomeni che ne costituiscono l’oggetto; il r. storico si è sviluppato, negli anni più recenti, con riferimento a importanti movimenti e avvenimenti politici della storia moderna, per es. la Rivoluzione francese del 1789, il fascismo, il nazismo, la Resistenza ecc., caratterizzandosi talora per un approccio polemico, non sempre supportato dalle necessarie fonti documentarie.