REYKJAVÍK ("Baia del fumo"; A. T., 65)
Capitale dell'Islanda, posta sulle coste occidentali dell'isola, nell'angolo S. E. del Faxafjördur, in località povera e desolata, ma sempre sgombra dai ghiacci, in una bassura posta tra due colline. Il clima, se si mette in rapporto con l'elevata latitudine, è abbastanza mite (media annua 3°,7; media luglio 10°,3). La posizione è favorevole, sia rispetto alle zone agricole dell'interno (situate in prevalenza nella parte sud-occidentale dell'isola, priva di porti), sia rispetto ai distretti di pesca di NO. e di SE. Inoltre, per il suo porto (che dal 1916 è stato reso sicuro con la costruzione di due lunghi moli ad angolo retto) passa tutto il commercio estero dell'Islanda. L'aspetto di Reykjavík, che è il più antico insediamento dell'isola (deve le sue origini a uno stabilimento norvegese, fondato verso l'875; ma rimasto fino al sec. XVIII insediamento di non grande importanza), è quello d'una modesta cittadina ingranditasi nel corso del sec. XIX per la forte tendenza degli abitanti a lasciare le campagne, tanto che in essa vive ora un quarto della popolazione dell'Islanda (1930: 28.182 ab., di contro a soli 300 nel 1801 e 15 mila nel 1920). Accanto alle case più vecchie, costruite in legno e dipinte con colori vivaci, contrastano gli edifici più moderni di pietra e di cemento. Attorno al porto vi è un quartiere commerciale; nel centro le strade principali hanno botteghe, caffè, cinematografi; ad E. e a S. si trovano i migliori quartieri, mentre nei dintorni vi sono molte ville. Oltre ad essere sede del governo, d'un vescovo cattolico e d'un vescovo protestante, Reykiavík possiede un'università (Háskólí Íslands, con 20 insegnanti e 160 studenti) e un notevole museo nazionale di antichità islandesi. L'industria è limitata alla conservazione del pesce.