ribelle (ribello; rubello)
Per l'alternanza fra le forme ‛ ribelle ' e ‛ rubello ' comune nell'italiano antico, e in particolare nei toscani, cfr. Petrocchi, Introduzione 458, e la nota a If I 125.
Propriamente " che è in stato di ribellione ", " che rifiuta obbedienza all'autorità ". Si tratta di regola di una colpa attiva (ma cfr. l'uso di ribellante [If I 125], riferito a Virgilio); così degli angeli neutrali è detto che non furon ribelli / né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro (If III 38): v. ANGELO.
In If XXVIII 136 il valore dell'aggettivo va ricollegato alla sua etimologia (rebellare): dal senso di " che rinnova la guerra " si passa infatti al senso più vasto e generico di " ostile ", " nemico ", " avversario ". Bertram dal Bornio, istigando Enrico il giovane contro il padre Enrico II, fece il padre e 'l figlio in sé ribelli. L'espressione vale evidentemente " nemici l'un dell'altro (Torraca), in quanto " di qualunque guerra può dirsi... che l'un nemico contro l'altro è ribelle " (Tommaseo). Il Lombardi specifica: " ‛ ribello ' propriamente... il suddito che si solleva contro del Principato. Come però di tale sollevazione è cagione lo scontento, metonimicamente dice D. fatti il padre e il figlio in sé ribelli invece di dirli ‛ fatti un dell'altro scontenti ' ". Ma per il Mattalia il complemento in sé varrebbe piuttosto " contro sé stessi, poiché, essendovi due re sul trono, e ambedue rappresentando il potere regio... ognuno, ribellandosi all'alter ego, veniva a trovarsi in stato di ribellione anche contro se stesso ". I commentatori citano l'antica biografia provenzale di Bertram come fonte del passo dantesco: " fes mesciar lo paire e 'l filh de Englaterra ".
Più evidente il generico significato di " ostile ", " nemico ", nelle occorrenze del Fiore: LI 6 Malabocca t'è ribello; LXXVI 12 Tu se' mio ribello; e così in altri casi in cui l'aggettivo è anche accompagnato dal possessivo: XCVIII 5, CXXIV 4, CLXXVI 8. ‛ Rubello ' soltanto in Fiore XCVIII 5 i' son certan, po' ch' e' son suo' rubelli, ch'ella non potrà esser guarentita; con riferimento ai lupelli che hanno mal ridotto la Chiesa, passa dal valore proprio (‛ rubello ' è quanto " ribelle ") a quello contiguo e dipendente di " nemico ". v. anche RIBELLANTE.