Famiglia toscana, il cui ceppo più antico, i Firidolfi (filii Rudolphi), risale al sec. 12º. Attraverso un Alberto di Ranieri Firidolfi, sorsero rispettivamente, coi due figli Ugo e Ranieri, i due rami cadetti dei Ricasoli (dal nome di un castello - Ricasoli nel Valdarno di Sopra - avuto in feudo nel 1187) contraddistinti come R. da Brolio (titolo baronale nel sec. 14º) e come R. da Meleto. I Firidolfi prima (1306), i Ricasoli poi (1393) furono costretti a vivere a Firenze e a "farsi di popolo". Fedeli al comune di Firenze e ai Medici, i Ricasoli si segnalarono (1474) per opera di Bettino, che difese il castello di Brolio nella guerra tra Firenze e Sisto IV. Altri membri illustri: nel campo delle lettere, Bindaccio, discepolo di Marsilio Ficino, e Orazio, letterato e filosofo platonico, amico e discepolo di Galileo; in quello delle armi, gli ammiragli Giovanni Francesco e Mattia, l'uno e l'altro segnalatisi nella guerra contro i Turchi (sec. 17º); ma soprattutto illustrò la famiglia lo statista Bettino (v.). Dei tre rami, quello dei Firidolfi si estinse (1818) con Alberto, la cui unica figlia Lucrezia sposò un Ricasoli da Meleto e fu madre di Alberto R.-F.; questi, sposando l'ultima dei Ricasoli da Brolio, Elisabetta, figlia unica del barone Bettino, riunì i tre rami della famiglia da tanti secoli divisi. Assai importante è la biblioteca dei R.-F., ricca di cinquemila manoscritti e stampe, e dell'archivio di famiglia; il nucleo più interessante della raccolta (di carattere prevalentemente storico) si conserva nel castello di Brolio in Chianti.