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ABBATE, Riccardo

di Francesco Giunta - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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ABBATE, Riccardo

Francesco Giunta

Nato a Trapani presumibilmente verso la fine del sec. XIII, fu uno dei più potenti baroni siciliani che parteciparono ai burrascosi avvenimenti del regno di Ludovico e di Federico III. Durante il periodo delle ribellioni alla Corona, egli combatté fedelmente a fianco dei due re contro i chiaramontani. Ricoprì numerose cariche pubbliche al tempo di Ludovico: fu Maestro Razionale della Magna Curia; nell'ottobre 1351 re Ludovico gli affidò la custodia dell'isola di Favignana; nell'agosto 1352 fu nominato capitano di guerra, con cognizione delle cause criminali, per Trapani e Monte S. Giuliano; ebbe, poi, la capitania e la castellania della fortezza della Colombara. Nel 1356, mentre si recava per mare presso re Federico III, venne catturato da Federico Chiaramonte nelle vicinanze di Palermo. Nonostante l'interessamento del re, venne liberato dalla prigionia solo nel 1358, dietro un riscatto di 6500 once. Al suo rientro a Trapani, riprese tutte le cariche che da tempo ricopriva e che, durante la sua assenza, erano state tenute dal figlio Nicolò. Fu strenuo animatore della resistenza legittimista contro i Chiaramonte e insieme con Giorgio Graffeo, fra l'altro, riconquistò Mazara al suo re (1358). Questi volle ricompensarlo dei servizi resi alla corona, concedendogli tutte quelle terre che avrebbe saputo togliere dalle mani dei ribelli. Morì verso il 1359.

Fonti e Bibl.: Documenti inediti estratti dall'Arch. della Corona d'Aragona e pubblicati dalla Sovrintendenza agli Arch. della Sicilia,Palermo 1882, pp. 23, 369, 614; G. Cosentino, Codice diplomatico di Federico III di Sicilia,Palermo 1885, docc. pp. 3, nn. IV, V, 110, n. CXXXIII, 111-112, n. CXXXIV, 130-132, n. CLIX, 144 s., n. CLXIX, 147 s., n. CLXXI, 149 s., n. CLXXIII 152 s, n. CLXXVI, 462, n. DCLXXVII, 471, n. DCXCV, 472, n. DCXCVI; I capibrevi di Giovanni Luca Barberi, a cura di G. Silvestri, III, Palermo 1888, pp. 16, 20, 21, 89, 90, 91, 250, 273, 274, 275; M. Amari, La guerra del Vespro siciliano, I, Milano 1886, pp. 359-361, 364; I. Scaturro, Storia ... di Sciacca, I, Napoli 1925, pp. 473, 474, 482.

Vedi anche
Trinacria Antico nome della Sicilia presso i Greci (comp. di τρεῖς «tre» e ἄκρα «promontorio»). Gli antichi ritenevano che fosse l’isola chiamata da Omero Θρινακίη; più tardi se ne inventò un eponimo in Trinaco, eroe leggendario o primo re dell’isola. ● Recava sul rovescio la figurazione simbolica della Trinacria ... Vespri siciliani Insurrezione scoppiata (1282) a Palermo all'ora del vespro del lunedì di Pasqua contro il malgoverno di Carlo I d'Angiò. La rivolta diede inizio all'omonima guerra che, conclusa dalla Pace di Caltabellotta (1302), sancì la cacciata degli Angiò e l'attribuzione della corona a Pietro III d'Aragona (1239-1285), ... Ludovico d'Aragona re di Sicilia Ludovico d'Aragona re di Sicilia. - Figlio (n. 1338 - m. Aci 1355) di Pietro II. Successo al padre (1342), governò sotto la tutela della madre Elisabetta e dello zio Giovanni, duca d'Atene e Neopatrai, in un periodo di grande turbolenza per le lotte dei baroni divisi nelle fazioni dei Catalani e dei ... Magna Curia Nel Regno di Sicilia, organo centrale della pubblica amministrazione durante il regno dei Normanni: era costituito da 5 grandi ufficiali e da vari consiglieri e funzionari regi, cui furono aggiunti poi anche dei tecnici. Guglielmo II divise l’istituto in una Magna Curia rationum, supremo organo finanziario ...
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