ACQUAVIVA, Riccardo
Figlio di Andrea. Le prime notizie che si hanno sono del 1269, anno in cui chiese di essere sostituito nel servizio feudale in Acaia, ed in cui gli fu confermato il possesso di metà del castello di Caporziano e gli fu data la tutela sul nipote Corrado, figlio del fratello Rinaldo. Nel 1271, in contesa con i vassalli di Caporziano, chiese al re di obbligarli a versargli le imposte dovutegli. Tra l'agosto del 1271 e il gennaio dell'anno seguente è implicato in lotte familiari, di cui non ci è oggi possibile precisare la portata.
Abbiamo tuttavia notizia di una citazione da parte del re, sotto pena del pagamento di 500 once, presso il giustiziere d'Abruzzo, in cui l'A. era incolpato d'aver dato ricetto a coloro che avevan ferito il suo parente Gualtiero Acquaviva. La pena gli fu, però, condonata: infatti, essendosi ribellato il castello di Macchia (al confine con le Marche), che Carlo d'Angiò aveva donato al suo fedele, Pietro d'Isola, l'A. si recò ad assediarlo e ricevé, perciò, l'esenzione dal pagamento.
Nel 1273 signore di vasti feudi in Abruzzo e nella Marca d'Ancona, ottenne di poter armare fanti e cavalieri per la difesa dei suoi possessi feudali e di condurre con sé armi ed armati, quando si recava nei suoi castelli nelle Marche. Nel 1279 in una rivista militare ordinata dal giustiziere d'Abruzzo era invitato come feudatario di Forcella, Bisenti, Castelvecchio, Trasmondo, Bacucco. Nel 1281 ebbe per successione materna metà della signoria di Bacucco. Fece parte della spedizione progettata da Carlo I d'Angiò contro l'imperatore d'Oriente, ma dopo la rivolta del Vespro fu, con altri feudatari, incaricato di assoldare truppe contro i ribelli ed inviato poi in Sicilia, ove difese Messina dagli Aragonesi. L'11 dic. 1283 riceveva l'incarico di esigere l'imposta straordinaria per le spese della guerra in Sicilia, nel territorio d'Abruzzo. Il 28 dic. 1283 successe a Loeno Filangieri nel giustizierato in Terra di Bari, che lasciò però, nel 1284. Nello stesso anno ebbe in feudo Arnaria, Castiglione, un quarto di Ofena e Montesilvano in Abruzzo. Nel 1282-83 ottenne il regio assenso per sposare una sorella di Berardo di Sangro, ma il matrimonio non dové aver luogo se poco dopo, il 16 dic. 1284, otteneva di nuovo il regio assenso al suo matrimonio con Giacoma de Pizzi, vedova di Berardo de Rayan, mentre il figlio suo Petruccio sposava Margherita, figlia di Giacoma e di Berardo. Il 2 settembre dello stesso anno successe a Tommaso Sanseverino come capitano generale a guerra del giustizierato di Calabria.
Morì intorno al 1297.
Fonti e Bibl.: R. Filangieri, Gli Atti perduti della Cancelleria angioina, I, Roma 1939, n. 299, p. 73, n. 603, p. 106, n. 456, p. 193, n. 489, p. 197, n. 253, p. 520, n. 504, p. 555, n. 255, p. 594; II, ibid. 1942, n. 265, p. 45, n. 550, p. 76; I Registri della Cancelleria angioina ricostruiti da R. Filangieri, III, Napoli 1951, p. 25; IV, ibid. 1952, pp. 6, 78, 135; VIII, ibid. 1957, pp. 8, 109, 142; P. Litta, Fam. cel. ital., Acquaviva, tav. I; C. Minieri-Riccio, Brevi notizie intorno all'archivio angioino di Napoli, Napoli 1862, pp. 61, 87; Id., Diario angioino dal 4 genn. 1284 al 7 genn. 1285, Napoli 1873, p. 57 Id., Memorie della guerra di Sicilia, in Arch. stor. per le prov. meridionali, II (1877), pp. 299 e 520; Id., Il Regno di Carlo I d'Angiò dal 2 genn. 1273 al 31 dic. 1283, in Arch. stor. ital., s. 4, V (1880), p. 365; E. Pontieri, Ricerche sulla crisi della monarchia sicil. nel sec. XIII, Napoli 1950, p. 209.