CAUCCI, Riccardo
Nato a Roma il 24 febbr. 1880 da Alessandro e da Giulia Rosatelli, studiò privatamente il violino con Manfredo Pelissier e Alice Barbi ed ebbe come insegnante di composizione l’abate francese M. Noisson. Diresse dal 1900 al 1919 la Filarmonica G. Puccini di Civitavecchia “istruendo alla scuola di quartetto circa 60 allievi” (De Angelis, p. 131) e nello stesso tempo, con feconda vena poetica, si dedicò alla canzone scrivendone, ed in parte musicandone, circa duecento, di cui molte in romanesco. La più nota è senz’altro Gira e fai la rota che divenne per molti anni uno dei motivi più cantati in Italia e che si affermò anche all’estero attraverso le traduzioni spagnola, inglese e francese. Nessuna testimonianza diretta ci resta della sua attività di commediografo, di cui abbiamo notizia dallo spartito di un’altra canzone, Amor paino, musicata da Paolo de Santis su versi del C; nel retro vengono annunciati di imminente pubblicazione i seguenti lavori teatrali dello stesso C.: La vendetta di un derelitto, dramma in un prologo e due atti; Delitti e giustizia, dramma in un prologo, quattro atti e cinque quadri; Un dramma a bordo, scene marinaresche in un atto; Gli amori di una provinciale, commedia brillantissima in un atto. Dalla rivista Eldorado canzonettistico (n. 31, 23 ott. 1910) si apprende che alla fine di ottobre “forse” sarebbe stato dato dalla compagnia Melidoni al teatro Quirino di Roma il suo dramma in quattro atti A Sartulella, tradotto in napoletano da F. Castorani Milli. Presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma viene conservato il manoscritto della commedia Verso il Sud, mentre nel 1917 l’editore V. Ferri dava notizia dell’imminente pubblicazione di altri lavori teatrali che non risultano dati alle stampe.
Delle operette e riviste musicali del C. che furono rappresentate si ricordano: Amor collegiale (Civitavecchia, arena Cancelli, 1901); Al Polo Sud in dirigibile, operetta in tre atti (Roma 1911); Roma di notte, rivista umoristica in un atto (Roma 1913), che ebbe secondo il De Angelis 200 repliche; Trento e Trieste, rivista allegorica in tre atti (Roma, teatro Nazionale, 1915); Barbanera, rivista umoristica (Roma, teatro Manzoni, ottobre 1916); La regina del Grand Hotel, operetta in tre atti del C. e G. Ferrero (Palermo, teatro Biondo, 1917) che tenne cartellone per venti serate; Mademoiselle Krisanthème, operetta in tre atti (Roma, teatro Morgana, 1917); Miss Demonietto, operetta su libretto originale di John Egerton tradotto da Silvano D’Arborio (Napoli, teatro Bellini, 8 maggio 1920 e Roma, teatro Adriano, 20 agosto dello stesso anno); La signora Stylée, operetta in tre atti del C. e Dino Rulli (Roma, teatro Adriano, 28 marzo 1924). Esiste poi il libretto di Le suffragette, operetta in tre atti del C. e C. Vizzotto, musica di Carlo Kennedy Laurie, che porta la data di stampa 1910 con la scritta “rappresentata per la prima volta al teatro Quirino di Roma”, ma non si ha conferma che questa rappresentazione abbia avuto luogo. Altri lavori che non risultano rappresentati sono: La signora per bene del C. e Jalin, operetta in tre atti; Menelao, bizzarria comica in sei quadri; Capricci d’amore, operetta a grande spettacolo ed il Mistero di una madre, parte prima, lavoro questo che risulta stampato a Roma nel 1907 e che figura nel Catalogo unico delle Bibl. d’Italia dove viene registrato con il n. 137136.
Una particolarità evidenzia l’opera del C., ed è quella di aver cercato alternativamente la collaborazione musicale o letteraria di altri autori, quasi sempre diversi, dimostrando così di saper realizzare la sua poliedrica seppur spensierata personalità artistica sia nel moderno concetto di “lavoro in équipe”, sia nella partecipazione diretta a quelli che erano i problemi del mondo della canzone e dell’operetta contemporanea, senza cedere alla tentazione di un solipsistico atteggiamento creativo che forse gli avrebbe concesso di potersi delineare come autore nel senso completo del termine, ma che avrebbe senz’altro inficiato il valore stesso della sua opera, da intendere comunque come espressione spontanea di un costume e di un gusto.
Della sua attività di redattore della rivista Eldorado canzonettistico, che il C. diresse dalla fondazione, citiamo un brillante articolo che si riferisce alla polemica nata tra lui e Adolfo Narciso sulla proposta degli autori ed editori di imporre una tassazione di 50 centesimi sulle copertine dei lavori a tutela dei loro interessi. Questa tesi, sostenuta dal C., era avversata dal Narciso perché avrebbe danneggiato gli artisti esecutori, che erano, secondo lui, la categoria più debole. A ciò il C. rispondeva: “...Sembra una levata di scudi, la mia, per pretendere – dopo aver scarabocchiato 10 e 20 canzoni, per indovinarne una – il lauto incasso di 50 centesimi a copia su questa composizione che forma il successo di tanti! Dovranno essere cento artisti, che eseguiscono la mia canzone, per guadagnare 10, l’autore proprietario, 50 lire, mentre i copisti ne avranno incassate oltre 500 – ed è una pretesa la mia?!... Se gli artisti vogliono gratis la copertina, nessuno gliela nega, ma acquistino il repertorio dal “relativo proprietario”” (Eldorado canzonettistico, 8 marzo 1811).
Il C. diresse anche un’altra rivista dello stesso genere, L’Olimpo e, per un certo tempo, fu redattore della Canzonetta italiana, un periodico che raccoglieva le creazioni dei migliori artisti del caffè concerto.
Morì a Roma il 17 giugno 1925.
Bibl.: Eldorado canzonettistico, 23 ott. 1910, p. 13; 8 marzo 1911, pp. 1 s.; A. De Angelis, L’Italia musicale d’oggi. Diz. dei musicisti, Roma 1922, pp. 131 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei music., I, p. 313.