Teologo francescano (n. 1249 circa - m. tra il 1300 e il 1308), di origine inglese (o francese); studiò a Oxford e a Parigi, ove fu maestro di teologia tra il 1284 e il 1287; nel 1295 fu eletto a Metz superiore della provincia di Francia. Fedele seguace di s. Bonaventura, sia in teologia sia rispetto alla filosofia di Aristotele, del quale rigetta o profondamente modifica le dottrine (affermazione dell'impossibilità della creazione ab aeterno, ilemorfismo, pluralità delle forme, negazione dell'univocità dell'ente, ecc.). Notevole è il suo interesse per i problemi di filosofia naturale. Abbiamo di lui Quaestiones disputatae, alcuni Quodlibeta, una Quaestio de privilegio Martini papae IV, dei commenti alle Sentenze, e alcuni Sermones; gli è anche attribuito un trattato De gradu formarum.