FELINI, Riccardo
Nato a Trento il 7 marzo 1865 da Pietro e da Elena Bernardi, iniziò lo studio dell'armonia e del contrappunto privatamente. La vocazione sacerdotale, manifestatasi in giovanissima età, indirizzò la sua passione e la sensibilità artistica verso la musica sacra e liturgica tanto da farlo divenire un vero e proprio apostolo dei canto sacro particolarmente nella regione trentina. Nel 1887 gli fu affidato l'ufficio di direttore di coro del seminario di Trento dove pose le prime fondamenta di un indirizzo soprattutto pratico per l'educazione musicale sacra del clero e delle nuove generazioni.
Nel 1891 seguì un ciclo di conferenze teorico-pratiche tenuto da G. Tebaldini, direttore della cappella musicale di Loreto; questi, apprezzate le sue qualità, assecondò le intenzioni del vescovo di Trento il quale aveva già prescelto il F. come elemento da inviare alla scuola di musica sacra di Ratisbona ove potesse acquisire una più completa e specifica formazione musicale che gli consentisse di avere una maggiore autorità nell'insegnamento in seminario e nella direzione musicale del duomo. Verso quella famosa scuola - diretta da Franz Xavier Haberl che fu anche insegnante del F. unitamente a J. Hanisch, J. Jakob e F. S. Engelhart - gravitavano non soltanto studenti di nazionalità germanica ma anche del Trentino e di altre regioni italiane che, in materia di musica sacra, non avevano ancora istituzioni attrezzate. La permanenza del F. per due anni a Ratisbona fu assai fruttuosa sia per gli studi veri e propri sia per il contatto con maestri e personalità dell'arte musicale sacra già noti, tra i quali il giovane Lorenzo Perosi. Rientrato a Trento nel 1893, ebbe affidata dal vescovo la direzione della cappella del duomo dove mise subito in atto un radicale rinnovamento del repertorio liturgico; abolì infatti la produzione romantica, fino ad allora in uso, in favore della polifonia classica di autori fiamminghi, spagnoli, italiani, soprattutto del Palestrina che egli stesso provvedeva a trascrivere; introdusse inoltre la nuova interpretazione del canto gregoriano secondo i desideri della S. Sede.
Il suo severo insegnamento nelle esecuzioni corali ed il rinnovamento attuato portarono un primo frutto nel 1894 con la messa Aeterna Christi munera di Palestrina eseguita magistralmente in occasione del terzo centenario della morte del compositore. Ciò segnò l'inizio di una continua ascesa del F. principalmente nella diocesi trentina tanto che la fama della sua operosa attività superò i confini regionali e richiamò l'attenzione di noti musicisti, primo fra tutti il Perosi che, lasciando Venezia per Roma, rese vacante il prestigioso posto di maestro della cappella Marciana che doveva essere affidato al F. proprio su suggerimento del Perosi. Tuttavia il F. declinò l'invito.
Il F. fu un compositore sui generis in quanto non si curò di far pubblicare e divulgare la sua peraltro limitata produzione musicale; profuse le sue energie e la sua elevata cultura musicale in un'instancabile opera di apostolato che si tradusse in numerosi scritti teorici. Fu uno dei primi, ferventi ceciliani del Trentino tanto che il suo nome figura fin dal 1906 nel primo numero del Bollettino ceciliano, organo dell'Associazione italiana di S. Cecilia, allora diretto dal benedettino don Ambrogio Amelli di Montecassino. La diocesi trentina fu per il F. la fucina dell'apostolato liturgico-musicale grazie alla direzione della cappella del duomo, all'insegnamento impartito ai chierici del seminario ed alla fondazione, insieme con G. B. Inama e M. Less, della Società ceciliana trentina il cui bollettino il F. diresse dal 1896 al 1903. Nella Storia della musica sacra del card. G. B. Katschthaler il F. viene citato più volte e indicato come "esumatore, commentatore e direttore raffinato dei vecchi monumenti dell'arte musicale sacra, specialmente italiana" (p. 325). Fu stimato in tutta Italia per le pubblicazioni teoriche e per le traduzioni dal tedesco di opere divulgative e basilari su argomenti riguardanti l'evoluzione della musica sacra. Non di minor conto fu la presenza ed attiva partecipazione ai più importanti congressi nel quali portò, con una dotta e colorita esposizione, argomenti coraggiosi per i tempi, quasi sempre fatti propri dalle assemblee. Il più importante di tali convegni fu il I congresso lombardo di musica sacra che si tenne a Bergamo nell'agosto 1907, dove il F. svolse la sua relazione sui Criteri pratici per la formazione ed educazione delle Scholae Cantorum (poi edito in Atti del I Congresso lombardo di musica sacra, Bergamo 1908, pp. 39-49).
Nel 1923 abbandonò la direzione della cappella del duomo e si ritirò a vita privata. Morì a Trento il 22 maggio 1930.
Trattò i problemi inerenti alla musica sacra essenzialmente con articoli di storia, critica e didattica, apparsi sul Bollettino ceciliano di Trento, Musica sacra di Milano e S. Cecilia di Torino.
Si ricordano in particolare: Piccolo saggio diestetica, con particolare riguardo alla musica sacra (Trento s.d.), Iclassici antichi e la loro esecuzione, Torino 1915; Il direttore di coro, Torino 1920. Di particolare rilievo sono le traduzioni, soprattutto dal tedesco, di importanti opere teoriche tra cui: F. X. Haberl, Magister choralis, Manuale teorico pratico per l'istruzione del canto fermo secondo le melodie autentiche romane, Ratisbona 1894; D. Johner, Nuova scuola di canto gregoriano, Ibid. 1908; C. Weinmann, Storia della musica sacra, Roma-Ratisbona 1908.
Fonti e Bibl.: Per le fonti inedite cfr.: Trento, Archivio studenti del Seminario vescovile e della Curia vescovile; G. B. Katschthaler, Storia della musica sacra, Torino 1926, pp. 310 s., 325; R. L[unelli], Don R. F., in Bollettino ceciliano, XXV (1930), 7, pp. 134 ss.; A. De Angelis, Dizionario dei musicisti, pp. 202 s.