GALLENGA, Riccardo
Nato a Parma il 30 ag. 1904 da Camillo, clinico oculista dell'Ateneo parmense, e da Erminia Bazzi, si iscrisse al corso di laurea in medicina e chirurgia dell'Università della sua città, ove fu allievo di A. Pensa e G. Razzaboni direttori, rispettivamente, degli istituti di anatomia umana e di patologia speciale chirurgica. Ancora studente, si orientò decisamente verso lo studio dell'anatomia, della fisiologia e della patologia oculare, compiendo ricerche di ordine morfologico nel laboratorio del Pensa e su alcuni aspetti di chimica-fisica e di batteriologia sotto la guida di A. Chistoni, nell'istituto di materia medica e farmacologia, e di L. Piras, in quello di igiene. Conseguita la laurea nel 1928 fu nominato nello stesso anno assistente ordinario presso l'istituto di anatomia umana di Parma. Deciso, tuttavia, a seguire le orme paterne, nel 1929 riuscì a trasferirsi come assistente nella clinica oculistica dell'Università di Torino, retta allora da L. Guglianetti. Conseguita nel 1932 la libera docenza in oftalmologia e clinica oculistica presso l'Università di Torino, negli anni accademici 1932-33 e 1933-34 vi tenne un corso libero di ottica fisiologica. Nel 1935 fu incaricato dell'insegnamento di clinica oculistica presso l'Università di Cagliari, dove fu nominato professore straordinario di tale disciplina nel 1939, dopo aver superato il concorso per la cattedra, e nel 1942 professore ordinario. Sempre nel 1942, assunse la direzione della clinica oculistica dell'Università di Parma, succedendo a D. Cattaneo. Nel 1950, infine, fu nominato direttore della clinica oculistica dell'Università di Torino: in questa sede il G. ampliò la scuola da lui diretta, promuovendo intensi rapporti di scambi scientifici con gli ambienti specialistici italiani ed esteri e rinnovando profondamente le strutture e l'organizzazione della clinica nell'ospedale oftalmico C. Sperino di via Juvarra.
Appassionato studioso dell'apparato visivo in tutti i suoi aspetti - anatomo-funzionali normali, fisipatologici, anatomopatologici, biochimici e clinici - il G. fu autore di numerosi studi, in parte inserendosi nei filoni di ricerca individuati dal padre (come ad es. quelli sul glaucoma), in gran parte dando impronta di indubbia originalità ai campi di indagine che seppe indicare alla sua scuola.
Tra i numerosi lavori pubblicati dal G. debbono essere anzitutto citati quelli sull'anatomia e la fisiologia del muscolo lacrimale di Duverney-Horner, che cominciarono ad apparire quando era ancora studente e gli valsero nel 1931 l'assegnazione del premio Duranti della Società italiana di oftalmologia: Particolari anatomici sulle prime vie lacrimali e sul muscolo di Horner. Considerazioni in rapporto alle funzioni, in Boll. della Soc. medica di Parma, XIX (1926), pp. 125-129 e in Arch. ital. di anatomia e di embriologia, XXV (1926), pp. 435-443; Contributo allo studio embriologico, descrittivo e topografico del muscolo lacrimale di Durveney-Horner, in Rass. ital. di ottalmologia, I (1932), pp. 96-147. In essi espose un'interpretazione funzionale che fu poi largamente accettata e confermata da altri autori. Si ricordano, inoltre, i lavori, sempre di ordine preminentemente anatomico, sulla circolazione venosa nel naso e nei distretti circostanti, che concorsero a chiarire la patogenesi di molte affezioni oculari a punto di partenza individuabile nella mucosa delle cavità nasali e paranasali: Contributo alla conoscenza delle vene del canale naso-lacrimale, in Boll. di oculistica, VIII (1929), pp. 761-772. In una serie di osservazioni compiute tra il 1931 e il '33 presso i laboratori scientifici di A. Mosso al Col d'Olen, sul Monte Rosa, diretti da A. Herlitzka, studiò l'oftalmia da neve, il senso luminoso in alta montagna e il comportamento del diametro pupillare alle alte quote in rapporto alla fatica: La cheratite attinica. (Contributo biomicroscopico alla conoscenza delle lesioni corneali da raggi ultravioletti), ibid., X (1931), pp. 418-441; Osservazioni sul senso luminoso in alta montagna, in Rass. ital. di ottalmologia, II (1933), pp. 345-352; Contributo biomicroscopico e sperimentale alla conoscenza delle lesioni corneo-congiuntivali in alta montagna, ibid., III (1934), pp. 806-827. Un cenno particolare merita lo studio clinico e sperimentale nel quale dimostrò che la bradicardia conseguente a inoculazione di una certa quantità di soluzione fisiologica nella cavità orbitaria non si manifesta se la manovra è preceduta dall'alcoolizzazione del ganglio di Gasser, che provoca anestesia completa del territorio innervato dalla branca oftalmica del trigemino. Il G. pose in relazione tale fenomeno con un eccitamento originato a livello della loggia posteriore dell'orbita in grado di innescare un riflesso che chiamò "orbito-cardiaco", ben distinto dal riflesso oculo-cardiaco di Dagnini responsabile della bradicardia conseguente a pressione esercitata sui bulbi oculari: Studio clinico-sperimentale su di una bradicardia persistente di origine orbitaria, ibid., II (1933), pp. 774-832. Del G. vanno ancora ricordati gli studi sull'immunità locale dell'occhio: Ricerche sull'immunità locale dell'occhio, in Il pensiero medico, XVII (1928), pp. 608-613; L'immunità naturale della congiuntiva in rapporto al blocco del sistema reticolo-istiocitario col trypanblau, in Arch. di ottalmologia, XXXIX (1932), pp. 122-146, 411-415); i lavori sull'influenza della pressione osmotica sull'assorbimento delle soluzioni medicamentose attraverso la cornea: Influenza della pressione osmotica sulla celerità d'assorbimento dei colliri d'atropina, in Archives internationales de pharmacodynamie et de thérapie, XXXVI (1930), pp. 87-97; Ulteriori ricerche sull'assorbimento attraverso la cornea, in Rass. ital. di ottalmologia, I (1932), pp. 555-565; A proposito dell'importanza della pressione osmotica nell'assorbimento delle soluzioni medicamentose attraverso la cornea, ibid., IV (1935), pp. 426-437; le ricerche su alcuni aspetti della patologia del vitreo: Scintillatio nivea del vitreo in camera anteriore, con particolare riguardo all'etiopatogenesi, in Arch. di ottalmologia, XXXVIII (1931), pp. 398-418; Considerazioni sulla genesi delle opacità sferulari, a proposito di un caso di "scintillatio aurea" del corpo vitreo, in Rass. ital. di ottalmologia, VI (1937), pp. 85-96; su patologie oculari di rara osservazione: Contributo alla conoscenza delle lesioni oculari nell'osteite fibrosa di Paget, ibid., I (1932), pp. 401-417; Contributo alla conoscenza dell'amebiasi oculare: tromboflebite emorragica della retina, ibid., VI (1937), pp. 627-650); sulla neuromielite ottica: La componente oculare della neuromielite ottica (malattia di Devic), ibid., VII (1938), pp. 39-69; sulla possibilità di terapia chirurgica di varie condizioni patologiche: Avanzamento con innesto tarsale del muscolo di Müller nella pseudoptosi da enoftalmo, ibid., III (1934), pp. 626-636; L'operazione della cataratta nell'aniridia congenita, ibid., VII (1938), pp. 168-177; Il trattamento operatorio dell'idroftalmo, ibid., XV (1946), pp. 161-164; Sulla cheratoplastica lamellare parziale, ibid., XIX (1950), pp. 3-7; L'innesto di cornea nel cheratoipopion, ibid., pp. 73-76; e infine gli studi sulle prime applicazioni della plesioterapia in campo oculistico: Primi rilievi nella plesioterapia di affezioni corneali, ibid., XV (1946), pp. 7-10, in collab. con A. Rossi.
Il G. fu anche autore di pubblicazioni a carattere monografico: La sindrome d'ipertensione dell'orbita (Torino 1934), ampia casistica nella quale sviluppò e discusse il concetto personale di ipertensione orbitaria localizzata e diffusa, soffermandosi in particolare sui rapporti tra la sindrome stessa, il riflesso oculo-cardiaco e lo stato funzionale del sistema nervoso autonomo; L'idroftalmo (ibid. 1952), relazione al Congresso della Società oftalmologica italiana, autentico punto fermo sulle conoscenze relative a tale forma morbosa.
Infine, va ricordato che il G. fu tra i primi a sperimentare gli ultrasuoni in campo oftalmologico e molto si adoperò per favorirne l'estensione e l'evoluzione a fini sia diagnostici, sia terapeutici (Conclusioni del simposio, in Atti del simposio internaz. sulla diagnostica ultrasonica in oftalmologia a Torino… 1968, Milano 1968, pp. 415-426); nel 1968 organizzò e presiedette il simposio internazionale di Torino, pubblicando le successive esperienze in tale settore in Ultrasonografia clinica dell'occhio e dell'orbita, Firenze 1971, relazione al 53° Congresso della Società oftalmologica italiana, in collab. con G. Bellone - A. Pasquarelli - P.E. Gallenga.
Membro di numerose Società scientifiche nazionali e internazionali, il G. fece parte del consiglio di amministrazione dell'Università di Torino, della quale fu anche prorettore. Fu direttore della Rassegna italiana di ottalmologia (1950-76) e redattore del Bollettino di oculistica. Vicepresidente della Società oftalmologica italiana, ricevette la medaglia d'oro della sanità e della pubblica istruzione.
Impegnato politicamente negli anni giovanili, partecipò alla marcia su Roma e ricoprì la carica di segretario del GUF (Gruppi universitari fascisti) a Parma nel 1926.
Il G. morì a Torino il 17 dic. 1976. Nel 1938 aveva sposato a Milano Fernanda Gioccani, da cui ebbe il figlio Pier Enrico.
Fonti e Bibl.: R. Gallenga, Curriculum vitae ed elenco-riassunto delle pubblicazioni, Torino 1934; P.E. Gallenga - V. Mazzeo - S. Pinamonti, Effetto "R. Gallenga": azione degli ultrasuoni pulsanti sulla membrana eritrocitaria, in Atti del 56° Congresso della Società oftalmologica italiana, Roma 1975; J. Murube Del Casillo, Dacriologia basica, Las Palmas 1981, pp. 205, 223, 225, 286, 821.
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