PICCHIO, Riccardo
Slavista, nato il 7 settembre 1923 ad Alessandria. Ha studiato nell'università di Roma sotto la guida di E. Damiani, E. Lo Gatto, G. Maver, laureandosi nel 1946 con una tesi in letteratura bulgara (L'occidentalismo conservatore di Penčo Slavejkov). Dopo essere stato corrispondente dell'Avanti! e quindi lettore d'italiano in Polonia, dal 1948 si è dedicato totalmente alla slavistica, trascorrendo un triennio di studi a Parigi presso l'Ecole nationale des Langues orientales vivantes. Nel 1953 ha conseguito la libera docenza in Filologia slava, divenendo poi professore incaricato nelle università di Firenze e di Pisa (1954-61) e professore ordinario di Filologia slava nella facoltà di Lettere dell'università di Roma (1961-70). Nel 1971 ha lasciato l'Italia per gli Stati Uniti dove, fino al 1984, ha tenuto la cattedra di Slavic Literatures nella Yale University. Rientrato in patria (1985), ha insegnato Lingua e Letteratura russa presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Professore emerito della Yale University, membro di prestigiose istituzioni scientifiche straniere, fra cui le Accademie delle Scienze americana, bulgara e polacca, P. è considerato uno dei maggiori specialisti contemporanei del Medioevo e del Rinascimento in area slava.
La sua attività scientifica spazia dalla critica del testo alla linguistica, dall'ermeneutica alla storia dei sistemi letterari, abbracciando tanto l'Est che l'Ovest della Slavia e concentrandosi soprattutto sul periodo che va dal 9° al 17° secolo, ma con contributi relativi anche al Settecento, all'Ottocento e fino al Novecento. Tra i massimi risultati raggiunti dalla sua ricerca se ne sottolineano qui alcuni. Anzitutto la distinzione, da lui introdotta e oggi divenuta di uso corrente, fra ''Slavia Romana'' − cioè quella parte del mondo slavo cristianizzatasi e acculturatasi all'ombra della civiltà latino-germanica − e ''Slavia Ortodossa'', comprensiva dei popoli slavi cristianizzati da Bisanzio. Quindi, in ambito slavo ortodosso, i suoi studi sulla questione cirillo-metodiana, in relazione all'uso delle lingue d'apostolato, in cui P. ha corretto la tradizionale impostazione che attribuiva al papato un atteggiamento rigidamente latinocentrico; nonché i suoi studi sullo slavo ecclesiastico, in quanto lingua letteraria di una koiné culturale estesa dai Balcani alla Siberia e mantenutasi tale fino alle soglie del Settecento. Da ricordare, inoltre, l'individuazione delle cosiddette ''strutture isocoliche'', cioè di quelle particolari strutture prosodiche, con funzione e di sottolineatura stilistica e di ausilio sintattico, che caratterizzano tanta parte della prosa del medioevo serbo, bulgaro e russo; e la determinazione dei ''due livelli di significato'', quello ''storico'' e quello ''spirituale'' (o metastorico) individuabili in non pochi testi slavi ortodossi e la funzione che, in quest'ambito, rivestono le cosiddette ''chiavi tematiche bibliche''. E, ancora, la messa in rilievo delle peculiarità della tradizione manoscritta slava ortodossa che, caratterizzata com'è da una così frequente mancanza di traditio auctoris o traditio auctoritatis, P. ha sentito il bisogno di definire "aperta". A questi studi si aggiungono le sue indagini sui rapporti culturali fra mondo slavo e romanzo nel corso dei secoli; sulla ''questione della lingua'' in area slava; sulle caratteristiche fondamentali della Slavia Romana, con particolare riferimento alla formazione dei moderni sistemi letterari. Quanto ai letterati, si ricordano i suoi studi su Jan e Piotr Kochanowski, Puškin e numerosi altri protagonisti delle letterature slave, tutti improntati a quel rispetto della realtà testuale senza faziosità o anacronismi interpretativi, e a quel rigore filologico, che costituiscono il legato più significativo della sua esegesi critica.
Autore di oltre duecento pubblicazioni, sparse in miscellanee e periodici scientifici di tutto il mondo, P. ha prodotto anche vari volumi: Storia della letteratura russa antica (1959 e successivamente ristampata), I racconti di Čechov (1961), L'Europa Orientale dal Rinascimento all'età illuministica (1970), Etudes littéraires slavo-romanes (1978), La letteratura della Slavia Ortodossa (1991), Pravoslavnoto Slavjanstvo i starobălgarskata kulturna tradicija ("La Slavia Ortodossa e la tradizione culturale anticobulgara", 1993). Ha inoltre curato, assieme a H. Goldblatt, i due tomi di Aspects of the Slavic language question (1984) e, in collaborazione con M. Colucci, dirige la Storia della civiltà letteraria russa, in corso di stampa.
Bibl.: O. Nedeljković, Slavjanskaja filologija v trudach ital'janskogo slavista professora Rikkardo Pikkio, in Slovo (Zagabria), 29 (1979); K. Stančev, Professor Rikardo Pikio, in Literaturna Istorija, 7 (1981); H. Goldblatt, A bio-bibliographical profile of Riccardo Picchio, in Studia Slavica Mediaevalia et Humanistica Riccardo Picchio dicata, Roma 1986; G. Dimov, R. Pikio: čerty na edna bogata slavistična i bălgaristična naučna dejnost, in Pravoslavnoto Slavjanstvo, cit., Sofia 1993.