RICCHEZZA (XXIX, p. 241)
La ricchezza e il reddito degli Italiani dal 1860. - Il concetto di ricchezza che sta generalmente a base delle valutazioni è quello di ricchezza in senso stretto, che consiste nell'insieme dei beni materiali, mobiliari e immobiliari, e che costituisce, come tale, una misura della capacità d'acquisto di un paese.
Nella tabella riportata alla pagina seguente, tratta da uno studio di F. Coppola D'Anna (Popolazione, reddito e finanze pubbliche dell'Italia dal 1860 ad oggi, Roma 1946), è raccolta una serie di valutazioni della ricchezza italiana eseguite per diversi anni compresi tra il 1860 e il 1938, principalmente ad opera di M. Pantaleoni, C. Gini, I. Tivaroni, F. Vinci, A. degli Espinosa e S. Retti-Marsani.
Dato che le valutazioni espresse in lire correnti, non sono fra loro comparabili a causa delle sensibili variazioni subìte dal potere d'acquisto della moneta nel lungo lasso di tempo considerato, il Coppola D'Anna ha calcolato la ricchezza in lire della vecchia parità aurea e in lire-merci.
Per quanto riguarda le valutazioni espresse in lire-merci, ottenute dividendo le valutazioni in lire correnti per l'indice dei prezzi all'ingrosso, si richiama l'attenzione sull'inconveniente che deriva dall'adozione di tale procedimento in periodi in cui la dinamica dei prezzi dei beni di consumo diverge sostanzialmente da quella dei prezzi dei beni immobili e dei beni mobili che hanno carattere patrimoniale. Così, per esempio, a causa del fenomeno accennato, la ricchezza relativa al periodo 1916-20 appare diminuita più del vero e quella relativa al periodo 1931-35 manifesta un aumento che in realtà non esiste.
Si noti pure che la ricchezza espressa in lire-oro manifesta nel periodo 1916-20 un aumento, sia pure modesto, rispetto al periodo precedente, mentre in realtà essa è certamente diminuita. Tale aumento è dovuto al fatto che il cambio della lira è stato mantenuto in quel periodo artificialmente basso. La diminuzione che la ricchezza, sempre espressa in lire-oro, rivela nel periodo 1921-25, in contrasto con l'aumento che nello stesso periodo segna la ricchezza in lire-merci, è dovuta al successivo adeguamento del valore esterno della lira italiana al suo effettivo valore interno.
Dalla tabella riportata si deduce che la ricchezza, nel complesso, espressa in lire-merci, risulta più che triplicata nell'intervallo considerato, mentre quella per abitante è men che raddoppiata. Ciò si spiega con l'aumento della popolazione. Dalla stessa tabella si rileva che la ricchezza media per persona attiva risulta invece quasi triplicata e ciò si spiega riflettendo che la percentuale della popolazione attiva rispetto alla popolazione totale è andata costantemente diminuendo.
Il reddito degli Italiani. - Nelle valutazioni del reddito, questo è generalmente inteso come un apporto continuativo di beni (l'espressione "beni" è usata in senso lato, così da comprendere anche i servizî) percepito da una collettività durante l'anno solare, che rimane disponibile dopo aver provveduto alla reintegrazione del patrimonio. In pratica, nelle valutazioni sono compresi elementi che a rigore dovrebbero essere esclusi, e invece ne sono esclusi altri che dovrebbero essere compresi. Così ad esempio, le spese di mantenimento e di riproduzione dei lavoratori, che dovrebbero essere escluse, sono comprese, e i servizî domestici prestati gratuitamente e quelli che ciascuno rende a sé stesso che dovrebbero essere inclusi nel reddito, ne sono esclusi.
Alla pagina seguente si riporta una tabella, tratta dallo stesso studio di F. Coppola D'Anna (p. 57), nella quale egli ha raccolte, modificandole opportunamente, le valutazioni che del reddito degli Italiani sono state eseguite durante il periodo 1860-1938, principalmente ad opera di C. Gini, I. Tivaroni, A. degli Espinosa e F. Vinci. Il Coppola D'Anna ritiene che le valutazioni relative agli ultimi anni della serie abbiano maggiori probabilità di essere superiori anziché inferiori al vero. Da calcoli in corso presso l'Istituto centrale di statistica si può affermare che almeno per il 1938, la valutazione di 115.600 milioni resta invece al di sotto del vero.
Dalla tabella si deduce che il reddito degli Italiani, espresso in lire aventi potere di acquisto approssimativamente costante, è aumentato dal 1860 al 1938 meno di tre volte e mezza, mentre il reddito medio per persona attiva nello stesso intervallo non è aumentato neppure di tre volte, e quello per abitante non è neppure raddoppiato. Si noti che, anche quando si accettasse per il 1938 la valutazione di 125 miliardi di B. Barberi anziché quella di 116 miliardi di F. Vinci, il rapporto tra il reddito complessivo nel 1938 e quello nel 1860 supererebbe appena 3 e 1/2.
Per il reddito del dopoguerra è in corso presso l'Istituto centrale di statistica un'indagine che, oltre ad utilizzare il vasto materiale statistico di cui dispone l'Istituto stesso, adotta per la determinazione del reddito di taluni settori di attività economica, procedimenti più perfezionati di quelli finora seguìti in calcoli analoghi.
Per dare un'idea delle condizioni in cui si trovano gli Italiani rispetto ai cittadini di altri paesi, per quanto concerne il reddito di cui possono disporre, si riporta qui sotto una tabella tratta da uno studio di C. G. Clark (The conditions of economic progress, Londra 1940, p. 41), nella quale è indicato il reddito medio per persona attiva, in trenta paesi, nel decennio 1929-34, espresso nell'unità internazionale equivalente all'entità dei beni che si potevano acquistare con un dollaro S. U. nel decennio 1925-34.
Da questa tabella si deduce che l'Italia non occupa un posto molto brillante (il 23°). Si può inoltre rilevare che il reddito medio di un cittadino italiano lucrativamente occupato risulta pari a meno di un quarto di quello di un cittadino americano analogamente occupato, a meno di un terzo di quello di un cittadino inglese e alla metà di quello di un francese, mentre è di poco superiore a quello di un russo o di un iugoslavo.
Bibl.: Tra le principali opere recenti sul concetto di ricchezza e di reddito v. J. R. Hicks, Value and capital. An inquiry into some fundamental principles of economic theory, Oxford 1939; F. v. Hayek, The pure theory of capital, Londra 1941; Studies in national Income 1926-1938, a cura di A. L. Bowley, Cambridge 1944; C. Gini, Obbiezioni economiche alle valutazioni della ricchezza nazionale, in Giornale degli economisti, marzo-aprile 1946; id., Significato economico delle valutazioni della ricchezza nazionale, ibid., maggio-giugno 1946 (ed. franc., in Revue intern. de Statistique, 1943); id., On national income, in Banca Nazionale del lavoro quarterly Review, luglio 1947; id., The content and use of estimates of national income, ibid. aprile 1948; A. C. Pigou, Income. An introduction to Economics, Londra 1946; B. Barberi, Alcune considerazioni sul concetto di reddito nazionale, in L'industria, n. 2, 1947. Per le valutazioni della ricchezza e del reddito in Italia negli ultimi anni precedenti la seconda Guerra mondiale v.: B. Barberi, Il reddito privato degli Italiani nel 1936 a confronto col 1928, in L'Economia italiana, aprile 1938; A. degli Espinosa, Il reddito e la ricchezza degli Italiani nel 1936-37, in Economia, nn. 5-6, 1938 e nn. 1-2-3, 1939; A. De Vita, La ricchezza degli Italiani al 1928 e la sua ripartizione regionale, in La vita economica italiana, n. 4, 1934; id., Il reddito nazionale dell'Italia, ibid., n. 2, 1939; F. Vinci, Il reddito del nostro paese nel 1938, in Riv. it. di scienze economiche, gennaio-febbraio 1943; L. Lenti, Il reddito nazionale italiano per il 1938, in Statistica, gennaio-giugno 1944.