(lat. Mezentius) Mitico re degli Etruschi di Cere, noto per la sua empietà e per la sua crudeltà. Con il figlio Lauso aiutò Turno re dei Rutuli contro Enea, ma cadde ucciso da Enea, secondo l’Eneide, [...] mentre un’altra versione della leggenda lo fa morire per mano di Ascanio, che aveva ucciso anche Lauso ...
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Poeta e patriota greco (Itaca 1860 - Drìskos 1912); volontario nel corpo dei garibaldini italiani, cadde in combattimento. Amico di D. Solomòs, e come lui sostenitore del volgare, tradusse dal tedesco, [...] dall'inglese, dal sanscrito, dal latino (Eneide), dall'italiano; compose poesie originali (l'edizione completa delle sue opere è stata pubblicata nel 1915; la 2a edizione è del 1923). ...
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Grammatico latino (4º-5º sec. d. C.); maestro di grammatica a Roma, famoso interprete di Virgilio, di cui scrisse un prezioso commento giuntoci in varî mss. dal 9º sec. Questo contiene una Vita di Virgilio [...] e il commento all'Eneide, alle Bucoliche e alle Georgiche, condotto con metodo scolastico, con molte osservazioni grammaticali e retoriche e interessanti cronografie: dominante nel commento è la presentazione di Virgilio come il "savio" per ...
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Dotto romano (1º sec. a. C.) che aveva studiato alla scuola epicurea di Filodemo e Sirone, amico di Virgilio e di Orazio; dopo la morte di Virgilio ebbe da Augusto, insieme con Vario Rufo, l'incarico di [...] rivedere e pubblicare l'Eneide. ...
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Poeta dialettale genovese (Genova 1837 - ivi 1904). Scrisse poesie comico-sentimentali, poemetti burleschi e alcune commedie d'intreccio e di carattere, di sapore goldoniano, che furono portate con successo [...] sulla scena da G. Govi. Ridusse anche in vernacolo quattro libri dell'Eneide e le odi di Orazio. ...
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Poeta francese (Thorigny, Normandia, 1618 - Venoix, Caen, 1661), noto soprattutto per la sua traduzione della Farsaglia di Lucano (1654-55), in cui però introdusse liberamente alcuni brani suoi contro [...] la tirannide. Coltivò anche la poesia burlesca: parodia del 7º libro dell'Eneide (1650), Lucain travesti (1656). ...
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Letterato (Mantova 1724 - ivi dopo il 1783). Gesuita, insegnò greco ed ebraico al Collegio romano, quindi (dal 1773) lingue orientali a Mantova, dove fu anche prefetto della biblioteca; tradusse in ottave [...] l'Iliade (1769-70), l'Odissea (1778-79) e l'Eneide (1782-83). ...
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Scrittore belga di lingua francese (Tournai 1515 circa - Sainte-Marie-aux-Mines, presso Metz, 1574). Seguace del Ronsard, scrisse versi francesi e latini (Carmina, 1557, col nome umanistico di Masurius). [...] Passato al calvinismo, pubblicò a Ginevra Trois tragédies saintes (1563). Tradusse in francese l'Eneide (1560). ...
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VEGIO, Maffeo
Angiolo Gambaro
Umanista, nato a Lodi nel 1407, morto a Roma nel 1458.
Compiuti gli studî di lettere a Milano, passò all'università di Pavia per attendere alla dialettica e alla giurisprudenza [...] ; id., M. V. Erziehungslehre, Friburgo in B. 1889; M. Minoia, La vita di M. V., Lodi 1896; A. Liverani, Il XIII libro dell'Eneide di M. V., Livorno 1897; A. Franzoni, L'opera pedagogica di M. V., Lodi 1907; G. A. Consonni, Un umanista agiografo. M. V ...
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Poeta giocoso (Norcia 1572 - ivi 1637). Governatore di piccole città pontificie, è ricordato per i poemi la Moscheide (1624), in cui canta la guerra di Domiziano alle mosche, la Franceide (1629) sul "mal [...] francese" (e vi è inserito l'episodio glorioso della disfida di Barletta), l'Eneide travestita (1633), parodia di Virgilio. ...
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quarto
agg. num. ord. e s. m. [lat. quartus, affine a quattuor «quattro»]. – 1. agg. Con valore ordinale, che occupa, in una sequenza o in una successione ordinata, il posto corrispondente al numero quattro, cioè viene dopo altri tre (in cifre...
libro s. m. [dal lat. liber -bri, che indicava originariamente la parte interna della corteccia che in certe piante assume aspetto di lamina e che, disseccata, era usata in età antichissima come materia scrittoria; di qui il sign. divenuto poi...