Letterato (Cagli 1504 circa - Venezia 1573); a Roma dal 1532, svolse incarichi di notevole importanza presso la Curia; trasferitosi (1559) aVenezia, lavorò soprattutto per editori; importanti sono le [...] raccolte da lui curate di Rime e di Lettere del Cinquecento. Di suo lasciò, fra l'altro, un Ragionamento sulla eccelleza e perfezione della storia (1559) e una Vita di Irene da Spilimbergo (1561) ...
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Avventuriero (n. Verona 1531 - m. dopo il 1608), originario della Lunigiana. Prima militò nelle Fiandre, poi in Italia. Nel 1580 pubblicò aVenezia, senza il consenso di Tasso, alcuni canti della Gerusalemme [...] Liberata; nel 1609 Ducento novelle (in verità 202), più della metà delle quali sono plagi dalle Cent nouvelles nouvelles, da Giorgio di Montemayor, dal Cieco da Ferrara, da A. F. Doni. ...
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Letterato (n. Firenze 1718 - m. forse Venezia dopo il 1770). Avventuriero, soldato, viaggiatore, nel 1753 si stabilì aVenezia. Improvvisatore famoso, è inoltre autore di una raccolta di Poesie liriche [...] (1753), del poema didascalico Il tempio della filosofia (1755, rifacimento e amplianento del precedente Il sepolcro d'Isacco Newton, 1751), e dei tre poemetti La primavera, L'estate, L'autunno (1755-56) ...
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Letterato (Firenze 1483 - ivi 1530 o 1531), nipote del Magnifico. Cugino del cardinale Giulio de' Medici, cui dedicò il Discorso sulla riforma dello stato di Firenze (1522), fu ambasciatore aVenezia (1527) [...] e membro della Balia (1530). Tradusse in latino la Poetica di Aristotele (post., 1536) e in volgare tragedie di Euripide e Sofocle; compose inoltre la tragedia Didone in Cartagine ...
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Umanista (n. Lonigo 1412 - m. 1500 circa). Allievo di Vittorino da Feltre e quindi, aVenezia, di M. Crisolora, insegnò poi eloquenza a Treviso, Vicenza, presso la corte di Mantova e infine, sembra, a [...] Venezia. Gli si devono numerose edizioni commentate di classici latini (Cicerone, Lucano, Lucrezio, Quintiliano, Ovidio), traduzioni dal greco e varie operette di grammatica, retorica, metrica. ...
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Poeta greco (n. Rèthymnon 1600 circa). Funzionario dell'amministrazione veneziana, lasciò, forse nel 1646, la città natale occupata dai Turchi. Nel 1647 pubblicò aVenezia Βασιλεὺς ὁ Ρωδολῖνος ("Il re [...] Rodolino"), tragedia in 5 atti ispirata al Re Torrismondo di T. Tasso, notevole per la varietà delle forme metriche oltre che per la delineazione della tormentata psiche dei personaggi ...
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(o La Venexiana) Commedia anonima in cinque atti ambientata aVenezia, il cui testo fu scoperto in un codice della Biblioteca Marciana da E. Lovarini e da lui pubblicato nel 1928. Scritta nel 1536 circa [...] in dialetto veneziano, con parti in italiano e in bergamasco, è un interessante documento del plurilinguismo cinquecentesco in area veneta. ...
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Umanista (n. Pistoia 1466 - m. 1515), dettosi grecamente Carteromaco. Studiò prima a Roma, poi a Firenze dal 1483 al 1493. Trasferitosi a Padova, passò quindi a insegnare lettere greche aVenezia. Fu gran [...] parte nell'Accademia fondata da Aldo Manuzio. Sostenne tra i primi la superiorità del greco sul latino (De laudibus litterarum graecarum, 1504) ...
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Letterato (Venezia 1706 - ivi 1743). Amico di A. Zeno e di G. Gozzi, promosse o curò aVenezia e a Padova edizioni di scrittori cinquecenteschi, nonché la raccolta di Rime di diversi antichi scrittori [...] toscani (1740); si occupò dello stile di Della Casa in un dialogo intitolato Il Tasso; compose rime amorose, giocose, Carmina latini ...
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Poligrafo (Napoli 1679 - Venezia 1741). Incolpato di furto, fuggì da Napoli e, sotto il nome di Domenico Lalli, si rifugiò aVenezia. Quivi ebbe, per la protezione di Apostolo Zeno, importanti incarichi [...] e scrisse libretti per i maggiori musicisti del tempo (Vivaldi, Scarlatti, ecc.). Scrisse molte rime (1732) e non pochi melodrammi, quasi tutti dimenticati ...
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veneziano
(ant. viniziano) agg. e s. m. (f. -a). – 1. a. Di Venezia, città storica e moderna, attualmente capoluogo della regione del Veneto (o Venezia Euganea): la storia v.; l’antica Repubblica v., l’egemonia v. nel Mediterraneo centro-orientale;...
indecisionismo s. m. Nel linguaggio giornalistico e politico, in particolare, comportamento di chi, per incapacità o scelta, non esercita i poteri decisionali di cui è provvisto. ♦ Per molto tempo non è stato possibile discutere su un'ipotesi...