C’è un papa che, appena scelto, lascia i cardinali col fiato sospeso per tre giorni prima di dire il fatidico “accetto”. C’è la consuetudine, alquanto sgradita ai cardinali, delle scommesse sui papabili, [...] : ottenuta la maggioranza dei voti, per tre giorni tenne in sospeso gli elettori e a vincere la sua ritrosia fu il cardinale abate di Tencin: questi gli ricordò che, quando per umiltà si rifiuta il papato, si cessa di essere umili, perché non si ...
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Tra le ricchezze del continente africano si nasconde un mosaico, poco noto e spesso gravato da pregiudizi e stereotipi, di culture, lingue e tradizioni che incantano per la loro bellezza e unicità. Un [...] una generazione di giovani drammaturghi, tra cui figure di spicco come Tsegaye Gebremedhin, Mengistu Lema, Tesfaye Gessesse, Abate Mekuria, Debebe Eshetu e Wegayehu Nigatu, inaugurarono una produzione che è ancora oggi percepita come fondante per il ...
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Tra XIV e XV secolo i contatti fra Europa e Corno d’Africa si fecero più intensi, mossi dalle esplorazioni europee e dall’intraprendente volontà di alcuni sovrani abissini di instaurare nuove relazioni [...] la conoscenza reciproca. Tuttavia, il frate non riuscì a raggiungere l’Etiopia ma, nel 1440, consegnò la lettera a Nicodemo, abate del convento etiope di Gerusalemme. L’iniziativa ebbe successo e Nicodemo rispose con una lettera e con l’invio di ...
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Sabrina InfantiniAbazia è variante oggi da considerare antiquata e desueta di abbazia. Scriveva il Dizionario del Tommaseo-Bellini dopo la metà dell’Ottocento, a proposito di abazia nel significato di [...] ‘dignità di abate’: «in questo senso la voce è pi ...
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abate
(o abbate) s. m. [lat. tardo abbas -atis, voce di origine aramaica; v. abba]. – 1. a. Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), di cui regola e dirige tutta la vita materiale e spirituale; è ufficio e dignità ecclesiastica maggiore,...
abat-jour
‹abà ˇ∫ùur› s. m., fr. (propr. «smorza-luce»). – 1. Paralume. 2. Lampada con paralume, e in partic. lampada da comodino. In Italia, è stato usato talvolta anche al femm.: la luce celeste della abat-jour (Pratolini).
Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), proprio degli ordini benedettini e delle loro varie ramificazioni. Il nome deriva dalla parola aramaica ābā, (➔ abba) intesa come «padre».