I nomi dei giorni della settimana sono: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. I nomi dei giorni da lunedì a venerdì sono di genere maschile e, in quanto tronchi, invariabili. [...] grafico sull’ultima vocale, pertanto scritti come lunedi, martedi, ecc.; ma la grafia con l’accento è senz’altro da preferire.
Di etimo latino, derivano tutti dalla contrazione di espressioni del tipo Lunae dies («il giorno della Luna» e, a seguire ...
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CENTELLINO O CENTELLINO?
La forma corretta è centellìno.
Indicativo presente io centellino tu centellìni lui/lei centellìna noi centelliniamo voi centellinate loro centellìnano
Il verbo centellinare [...] ‘bere, gustare, assaporare a poco a poco’, deriva infatti dal sostantivo centellìno ‘piccolo sorso di bevanda’.
La forma centèllino, sconsigliabile, è dovuta a un’errata ➔ritrazione dell’accento. ...
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MIMESI O MIMESI?
Entrambe le pronunce di questa parola, che deriva dal latino mimèsim (a sua volta derivante dal greco mìmesis), sono accettabili.
• Mimèsi, con accentazione ➔piana, prosegue la pronuncia [...] del latino, etimologicamente più corretta poiché la parola è arrivata in italiano proprio dal latino.
• Mìmesi, con accentazione ➔sdrucciola, prosegue la pronuncia del greco.
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CUPIDO O CUPIDO?
Si tratta di una coppia di ➔omografi.
• Cùpido, con accentazione ➔sdrucciola, significa ‘bramoso, desideroso’ (dal latino cùpidum, a sua volta da cùpere ‘bramare, desiderare ardentemente’).
• [...] Cupìdo, con accentazione ➔piana, è il nome che ha il dio dell’amore nella mitologia latina (qui l’etimo è la parola cupìdo, dinis ‘desiderio, bramosia’).
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MALEFICI O MALEFICI?
Si tratta di una coppia di ➔omografi.
• Malèfici, con accentazione ➔sdrucciola, è il maschile plurale dell’aggettivo malèfico (dal latino malèficus), cioè ‘che fa male’, ma anche [...] di ricorrere alle altre soluzioni usate in passato per questo tipo di parole: la i lunga (maleficj) o l’accento circonflesso (maleficî).
Ad esempio, non ricorre a nessun accorgimento grafico Guido Gozzano nella poesia Cocotte, pubblicata nel 1911, in ...
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IMPARI O IMPARI?
Si tratta di due ➔omografi.
• L’aggettivo ìmpari ‘diseguale’ conserva l’accentazione ➔sdrucciola della parola latina da cui deriva (ìmpar)
una sfida ìmpari, come quella tra Davide [...] Usi
La pronuncia impàri per l’aggettivo è scorretta, ed è dovuta a un avanzamento dell’accento sul modello dell’aggettivo pari.
L’accentazione è sdrucciola anche per l’aggettivo dìspari (dal latino dìspar).
Storia
Nell’italiano letterario dei secoli ...
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Parte invariabile del discorso che serve a precisare la funzione sintattica di un nome, pronome o espressione nominale, cui generalmente è premessa. Le p. si distinguono generalmente in proprie (per es., [...] e possono essere articolate; le improprie possono essere anche usate, come avverbi, isolate (va’ avanti: io verrò dopo), hanno accentazione piena e non ammettono le forme articolate. Si dicono p. articolate le parole risultanti dalla fusione di una p ...
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I monosillabi, cioè le parole costituite da una sola sillaba, sono forme particolari dell’italiano; sono infatti poco numerosi e presentano diverse peculiarità dal punto di vista fonologico.
Se si escludono [...] subire la deaccentazione dovuta alla struttura ritmica dell’enunciato quando si trovano in posizione immediatamente pretonica, per evitare l’adiacenza di due accenti, come nel caso di re e blu in i tré Re Mági, il sofá blu scúro. Si noti che quando ...
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PERONE O PERONE?
Entrambe le pronunce di questa parola, che indica un osso della gamba, sono accettabili.
• La pronuncia pèrone, con accentazione ➔sdrucciola, segue il modello della parola latina pèronem, [...] attraverso la quale il vocabolo greco è entrato nell’italiano.
• La pronuncia peróne, con accentazione ➔piana, si rifà direttamente all’etimo greco, il sostantivo femminile perone ‘spilla, fibula’.
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di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] non è un clitico ma una forma debole (Cardinaletti 1991); a differenza dei clitici, sta solo dopo il verbo e porta accento di parola:
(2) l’ho detto loro
Nella lingua poco sorvegliata (in particolare nel parlato) il clitico mancante è supplito dalla ...
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accento
accènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto...
accentare
v. tr. [der. di accento] (io accènto, ecc.). – 1. a. Segnare, scrivendo, l’accento sulle parole per indicare la sillaba tonica, o anche per distinguere il timbro d’una vocale: in italiano si accentano tutte le parole tronche; «qui»...