GENTILE, Giovanni
Gennaro Sasso
Nacque a Castelvetrano, provincia di Trapani, il 29 maggio 1875, ottavo di dieci fratelli, due dei quali erano già morti quando egli vide la luce. Suo padre, che si chiamava [...] imposto ai professori universitari, anche se, risuonando nella solitudine e nel gelo che circondavano la sua persona, il suo accento risultasse ancora più livido, ancora più tragico. Il G. riprese quel tema nel fosco crepuscolo dell'Italia fascista ...
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CASTELLAZZO, Luigi
Alfonso Scirocco
Nato a Pavia il 29 sett. 1827 da Giuseppe e da Maria Cattani, studiò a Mantova - dove il padre, attuario di polizia, era stato trasferito quello stesso anno - fino [...] delle sue rivelazioni venute dopo che le ammissioni di altri gli avevano reso impossibile mantenersi sulla negativa, calcò l'accento sulle torture che lo avevano stremato. Certo egli ebbe l'amicizia e la stima, attestate pubblicamente più volte, di ...
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GIACOMO da Piacenza (Iacopo Piacentino)
Marino Zabbia
Nacque a Piacenza probabilmente nell'ultimo decennio del XIII secolo da un non meglio identificato Giovanni il cui nome si ricava dalla presenza [...] informato sui fatti grazie all'ufficio ricoperto. A conclusione del prologo, G., richiamando in causa il Pistorino, pone l'accento sulla veridicità di quanto si appresta a narrare: la sua opera servirà a mantenere il ricordo del reale svolgimento dei ...
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BERTOLINI, Pietro
Giuliano Procacci
Nato a Montebelluna (in prov. di Treviso) il 24 luglio 1859, da Camillo, che era consigliere di Corte di appello, e da Ludovica Bigaglio, si laureò in legge presso [...] e pur dichiarandosi favorevole alla prospettiva di una partecipazione al governo dei dirigenti socialisti, il B. batte l'accento soprattutto sulla necessità di una riorganizzazione del partito liberale e sul concetto che l'opera di pacificazione e di ...
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DEL GIUDICE, Gaetano
Giuseppe Monsagrati
Nacque il 4 nov. 1816 a San Gregorio d'Alife in provincia di Terra di Lavoro (odierna San Gregorio Matese, provincia di Caserta), da Giuseppe, proprietario terriero, [...] una certezza d'indirizzo nella politica amministrativa. Perciò nei suoi rapporti al governo centrale metteva più volte l'accento sullo stato di abbandono in cui, concentrandosi tutta l'attenzione sui problemi di Napoli, venivano lasciate le province ...
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GODEPERTO
Vasco La Salvia
Figlio del re longobardo Ariperto I, G. apparteneva alla cosiddetta dinastia bavarese dei regnanti longobardi: suo nonno paterno, Gundoaldo duca di Asti (m. circa 615), e la [...] 'altro, costituì la giusta e sufficiente vendetta per la sanguinosa eliminazione del giovane re. Nello stesso passo, l'accento posto sulla fedeltà dovuta dal sottoposto al suo capo, pur essendo un tratto germanico tradizionale, sottolinea l'inizio di ...
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FÈ D'OSTIANI, Alessandro
Luca De Caprariis
Nacque a Brescia il 12 giugno 1825, da Giulio, di nobile famiglia, tradizionalmente ostile alla dominazione austriaca che aveva avuto parte attiva nelle vicende [...] Monarchia.
In modo particolare sono da seguire con interesse le riflessioni del F. sulla questione slava. Egli giustamente poneva l'accento su questo punto, ricordando la tensione nei territori della Corona di S. Stefano, tra Magiari e Slavi e le ...
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D'ANDREA, Francesco
Aldo Mazzacane
Nacque a Ravello (presso Amalfi), dove la madre si era ritirata in seguito a difficoltà economiche, il 24 febbr. 1625 da Diego, avvocato in Napoli, di buoni natali [...] con l'arrivo da Roma di Tommaso Cornelio e l'azione intrapresa da talune accademie, che spostarono energicamente l'accento dai temi letterari o eruditi a quelli scientifici e sperimentali.
Superato, con la guida di Camillo Colonna, il limite ...
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GALEOTTI, Leopoldo
Giovanni Assereto
Nacque a Pescia, in Val di Nievole, il 13 ag. 1813 da Anton Giuliano, in una famiglia di piccola nobiltà. Nel 1835 si laureò in giurisprudenza a Pisa, ma la sua [...] .) il G., alla maniera del Balbo nelle Speranze d'Italia (1844), metteva in secondo piano le riforme e poneva l'accento sul problema nazionale invitando i principi italiani a stringere legami tra loro. Scoppiata poi negli ultimi mesi del '47 la crisi ...
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GUALTEROTTI, Francesco
Vanna Arrighi
Nacque a Firenze nel 1456 da Lorenzo di Bartolomeo e da Lena di Tommaso Alberti. Il padre, morto prima del 1480, era stato titolare, in società con la famiglia della [...] del clero. Il G. ebbe in questo campo più successo del suo predecessore: agì con molto tatto e prudenza e mise l'accento sul fatto che la nuova tassa sui beni del clero sarebbe servita alla nobile causa del potenziamento dell'Università, che da Pisa ...
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accento
accènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto...
accentare
v. tr. [der. di accento] (io accènto, ecc.). – 1. a. Segnare, scrivendo, l’accento sulle parole per indicare la sillaba tonica, o anche per distinguere il timbro d’una vocale: in italiano si accentano tutte le parole tronche; «qui»...