Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] (per cui non solo [a] → [ɛ], ma anche bene → b[e]ne, b[ɔ]no → b[o]no); e le affricate sono realizzate come fricative anche dopo pausa ([ʃ]inema «cinema», [ʒ]ente «gente»). Nella morfologia nominale sono da segnalare almeno la vitalità dei prefissi a ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] . Un ulteriore fenomeno che concerne il consonantismo italiano e che è comune in numerose varietà italiane del Centro-Sud è l’affricazione di /s-/ iniziale di parola dopo consonante sonorante finale:
(16) il sole [il ˈʦoːle]
con sale [kon ˈʦaːle]
per ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] Venezia Giulia, Emilia, Campania, Sicilia) il diacritico ‹i› presente nella grafia viene realizzato come [j] nei nessi affricata, nasale, sibilante palatale: si vedano, rispettivamente [ˈʧjeːko] cieco, [baˈɲːjamo] bagniamo, [ˈʃjenʦa] scienza (Telmon ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] . Anche in questo settore, nell’italiano si sono progressivamente ridotte alcune tradizionali oscillazioni (academia / accademia, Affrica / Africa, susurrare / sussurrare), tanto che il quadro appare oggi semplificato rispetto al passato. Resiste ...
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Stato dell’Europa centrale, confina a N con la Danimarca, a E con la Polonia e la Repubblica Ceca, a SE e a S con l’Austria, a SO e a O con la Francia, la Svizzera il Belgio e il Lussemburgo, a NO con [...] comune all’intero dominio linguistico germanico. Tale innovazione (consistente nel passaggio di sorda, se iniziale o postconsonantica in affricata, se intervocalica in spirante, e di sonora in sorda) si estende con vigore decrescente verso NO e segna ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] non anafonetiche come ponto, lengue, monottongo su dittongo toscano, -ar- atono su -er (maraviglia, andarò), sibilante per affricata palatale (faza), prima persona singolare del passato remoto in -e (io disse); ma significativamente molti di questi e ...
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affricato
agg. [dal lat. affricatus, part. pass. di affricare «sfregare»]. – Consonante a. (o affricata s. f.): consonante che risulta da un’articolazione che nella fase iniziale è di tipo occlusivo e nella fase finale è di tipo fricativo...
affricazione
affricazióne s. f. [der. di affricato]. – Processo fonetico per cui una consonante occlusiva si trasforma in consonante affricata. Tale processo si è verificato nel passaggio dal latino classico al latino volgare per le occlusive...