(ar. ´Alawiyya) Nome («discendenti di ‛Alī») coniato dall’amministrazione francese per indicare la setta musulmana sciita dei Nuṣairī e la regione da essi abitata, fra Tripoli e Laodicea, sopra le falde [...] dal Libano nel 1920 ed eretta in amministrazione autonoma con la denominazione di Territorio degli A., poi di Stato alawita, nel 1922 la regione entrò a far parte della Federazione siriana, dalla quale uscì nel 1924 ricostituendosi come Territorio ...
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Qïzïlbāsh Nome («testa rossa») riferito a varie sette sciite (Alawiti) sorte sul finire del 13° sec. in Anatolia e Kurdistan, caratterizzate dall’indossare un berretto rosso a 12 punte, in ricordo dei [...] 12 imām sciiti. Il termine indica anche: le tribù turcomanne dell’Anatolia orientale, Siria settentrionale e Armenia seguaci della dinastia persiana sciita dei Safavidi; certe tribù, non turche e di lingua ...
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Sa'diani (o Sa'didi)
Sa‛diani
(o Sa‛didi) Dinastia sceriffiana – ossia rivendicante una discendenza diretta dal profeta Maometto – che regnò sul Marocco dalla metà del 16° sec. al 1659 ca., favorendo [...] la diffusione del sufismo nella regione. I S. si sostituirono ai Wattasidi, combattendo al tempo stesso i portoghesi con successo (battaglia dei Tre re, 4 ag. 1578) e respingendo gli ottomani, fino all’avvento degli ‛alawiti. ...
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Marrakech
Città del Marocco ai piedi della catena montuosa dell’Atlante. Dal suo nome, nella pronunzia spagnola (Marruecos), è derivato quello dell’intero Paese. Fondata dagli Almoravidi intorno al 1060, [...] . In seguito, con i Merinidi, la città perse importanza a favore di Fez, riconquistandola solo durante il regno sa’adita, nel 16° secolo. Con gli Alawiti, che le preferirono Meknes, M. divenne centro del culto sufi dei «sette santi», ancora presente. ...
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Stato dell’Asia sud-occidentale. Il territorio si affaccia sul Mediterraneo con un tratto costiero di 160 km e si allarga all’interno verso E e verso S per più di 600 km; confina con la Turchia a N, con [...] francesi divisero il resto del territorio siriano in 4 parti: Aleppo e Damasco (unificati nel 1924), lo Stato degli Alawiti e il Gebel Druso; il sangiaccato di Alessandretta fu reso autonomo. Nel 1930 fu imposta una Costituzione che organizzava lo ...
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Vittorio Emanuele Parsi
La rivoluzione siriana scuote il Medio Oriente
Soprattutto dopo l’invasione dell’Iraq di Saddam Hussein, la Siria ha accentuato il suo ruolo di paese perno del Levante: il più [...] forze di sicurezza. La maggioranza della popolazione siriana è invece sunnita, e tutte le minoranze presenti nel paese – non solo gli alawiti ma anche i drusi, i cristiani, i curdi e gli sciiti ortodossi – hanno ragione di temere per le loro sorti ...
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Rabat
Città capitale del regno del Marocco, situata sulla costa atlantica alla foce del fiume Bou Regreg, collegata da un ponte a Salé, insediamento più antico la cui fondazione risale all’epoca punica, [...] dalla Spagna. Divenne allora insieme con Salé un attivo e temuto Stato piratesco, finché, sotto il dominio degli ‛Alawiti Filali divenne una delle principali città del Marocco. Nel 1916, R. fu scelta come capitale del protettorato francese del ...
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Vincenzo Piglionica
Il lungo inverno di Assad
In Siria una situazione di stallo sanguinosa. Il regime di Damasco, sostenuto dall’esercito, è protetto da Russia e Iran, mentre il resto della comunità [...] e religiosi presenti in Siria lo è, infatti, anche oltre le frontiere siriane (si pensi ai curdi, ma anche agli alawiti che hanno un loro corrispettivo negli aleviti, di lingua turca e curda, presenti in buona parte della Turchia sudorientale) e il ...
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Renzo Guolo
Le cause delle rivolte arabe
Le rivolte che, in Nord Africa e in Medio Oriente, hanno travolto o fatto traballare i regimi autocratici sono il prodotto di molteplici cause. Innanzitutto la [...] la saldatura di un fronte ostile al potere. In Siria le tensioni tra gruppi religiosi minoritari ma al potere, come gli alawiti, e gruppi maggioritari come i sunniti, costretti all’opposizione.
In Bahrain la situazione è simile, ma a parti rovesciate ...
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Riccardo Radaelli
Baghdad, addio
«Provvisoria e instabile stabilità»: così è stata definita la situazione politica e sociale dell’Iraq. Dopo il ritiro militare degli USA, non c’è stato il temuto peggioramento. [...] spiegabile con il fatto che al-Maliki è sciita (così come il governo teocratico iraniano) e che gli alawiti sono una setta sciita eterodossa, cui si oppone una rivoluzione prevalentemente sunnita nelle cui file militano anche jihadisti iracheni ...
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